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Tim: il controllo dei francesi di Vivendi passa per la complicata cessione di Persidera

Il caso dell’obbligo di vendere Persidera, la società che opera nel settore dei multiplex televisivi, i sistemi di trasmissione del digitale terrestre, da parte di Vivendi, fissato dalla Commissione Europea, ha una stretta relazione causale con il consolidamento del controllo di TIM per mano dei francesi.

Sin dopo la scalata societaria del gruppo francese, terminata nei primi mesi del 2016 con la definizione di quest’ultimo come socio di maggioranza, sono sorte alcune questioni di prevalenza del potere di Vivendi nelle decisioni del Consiglio di Amministrazione di TIM, come reclamato dal collegio sindacale della società, deputato al controllo del rispetto della normativa, in riferimento ad alcune questioni significative.

Per evitare il rischio di sanzioni, in effetti, Vivendi ha notificato il 31 marzo 2017 la richiesta di un parere alla Commissione Europea per comprendere le implicazioni del controllo di fatto di Telecom, in vista soprattutto del rinnovo del consiglio di amministrazione.

Il parere dell’organo europeo ha subordinato il consolidamento della posizione di controllo di Vivendi alla cessione della quota del 70% che Telecom detiene in Persidera, complementare al 30% del gruppo Gedi. La condizione è necessaria per risolvere i problemi in materia di concorrenza nel settore dei multiplex, in virtù del fatto che la somma di quelli detenuti da Vivendi indirettamente tramite Telecom in Persidera e direttamente tramite Mediaset (in cui Vivendi ha una partecipazione del 28,8%) supererebbe il 50% delle quote di mercato nei settori dei canali tv digitali terrestri inducendo Vivendi ad aumentare i prezzi nel settore in virtù della posizione dominante.

La vendita di Persidera, tentata da TIM già negli scorsi anni in virtù dell’uscita dal settore dei media attraverso la cessione del 100% di La7 a Urbano Cairo, si è così resa necessaria, e nel caso in cui TIM non avesse raggiunto l’intesa, avrebbe affidato la trattativa ad un trustee, l’Advolis S.A. Questa ipotesi si è poi avverata dal momento che TIM non ha ritardato nei termini per la cessione della quota di Persidera.

Le trattative si sono prolungate poiché l’offerta, necessariamente comune per le questioni di eccessiva detenzione individuale di multiplex in materia di antitrust, di Rai Way, appartenente a Rai, e F2i, è stata inferiore di circa 100 milioni rispetto alla valorizzazione di 350 milioni che TIM ha fatto di Persidera. Dopo aver valutato positivamente questa offerta il 23 febbraio, si è poi aggiunta la proposta del fondo americano I Squared Capital che ammonta a circa 300 milioni di euro, ma che non è vincolante diversamente da quella di Rai Way – F2i.

Vivendi intanto si è impegnata con la Commissione Europea a cedere la sua quota in Persidera entro la primavera, fermo restando che una violazione degli impegni potrebbe costare una cospicua multa sul fatturato di Vivendi.

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