Sicurezza Mobile

Smart Cities: l’evoluzione tecnologica deve coincidere con l’impiego dei più innovativi sistemi informatici di sicurezza

L’evoluzione del termine smart ha finito per inglobare, oltre ai dispositivi intelligenti prodotti negli ultimi anni, anche processi e contesti sociali, cosicché, riferendosi a città particolarmente evolute tecnologicamente, si utilizza sempre più spesso il termine smart cities. Si tratta di città o metropoli che si basano su tecnologie moderne e interconnesse, in cui istituzioni e servizi pubblici adoperano soluzioni software e hardware per questioni di semplicità ed efficienza.

Un articolo del quotidiano La Repubblica, sezione Affari e Finanza, fa notare come le stesse soluzioni smart possano anche impattare positivamente nel campo della sicurezza.

Se è vero che le nostre città stanno diventando sempre più intelligenti, infatti, è altrettanto innegabile il rischio di attacchi cyber, incidenti o malfunzionamenti di tipo informatico.

La richiesta di sistemi di sicurezza adeguati non può non andare di pari passo con l’aumento della domanda di servizi tecnologici, sia privati che pubblici. Per questa ragione, in Europa e nel resto del mondo, si sta registrando negli ultimi tempi un sensibile aumento della richiesta di sicurezza, che secondo delle stime di Ihs Markit, potrà crescere con un tasso annuo del 5.9% fino al 2020.

L’azienda Hexagon Safety&Infrastructure, specializzata in soluzioni tecnologiche per la sicurezza, considera questa recente tendenza un chiaro segnale della necessita di coniugare lo sviluppo tecnologico con l’evoluzione delle principali forme di sicurezza informatiche. Il modello di smart city instaurato in una città, infatti, deve essere gestito efficientemente in ogni fase del suo funzionamento, e l’elevata concentrazione urbana richiede oggi una rete di sicurezza stabile e innovativa.

Partendo dal costante monitoraggio dei sistemi informatici, la sicurezza smart può arrivare a ricoprire un ruolo fondamentale anche nella sicurezza fisica dei cittadini, permettendo per esempio alle autorità deputate la gestione delle emergenze di basarsi su dati e modelli previsionali per prevenire o contrastare determinate calamità. In tal senso, la diffusione dei più recenti sistemi CAD che creano un quadro operativo unificato, permette di correlare dati di diversa natura ed entità, fornendo agli operatori la possibilità di prendere decisioni vitali sulla base di una solida mole di informazioni.

Il CAD è stato recentemente impiegato per il monitoraggio del tunnel ferroviario ad alta velocità di San Gottardo, della lunghezza di ben 57 chilometri. Così facendo, ogni emergenza potrà essere affrontata in tempi molto ridotti.

Un altro risvolto pratico, sebbene non ancora diffuso in Italia, prevede l’utilizzo della geolocalizzazione da smartphone per inviare la propria posizione ai soccorsi, invece di utilizzare il rispettivo numero di emergenza, riducendo così le tempistiche e permettendo agli operatori di calcolare immediatamente il percorso più rapido da seguire, sfruttando anche le informazioni sul traffico.

Secondo Angelo Gazzoni, Country Manager in Italia di Hexagon Safety&Infrastructure, occorre adesso che partner istituzionali, tecnologici e investitori inizino a discutere concretamente circa le principali iniziative da mettere in campo per le safe cities, così da permettere uno sviluppo graduale e al passo con l’innovazione tecnologica. Il rischio, sostiene Gazzoni, è infatti quello di arrivare in ritardo, e non essere più in grado di offrire una sicurezza completa per tutti i processi pubblici e privati che, sempre più rapidamente, diventeranno smart.

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