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A.E.C.I. sconsiglia l’uso delle carte contactless (NFC)

nfcEssere vittime di furto di portafogli e porta documenti è sempre una cosa spiacevole. A volte può esserlo in forma maggiore se, assieme a documenti e soldi, ci vengono sottratte anche carte di credito e bancomat. Ma il furto, oggi giorno, può avvenire anche a nostra insaputa (tramite i pagamenti contact less – NFC) o attraverso metodologie Phishing. Oggi poi il furto (virtuale) può avvenire anche on line, o attraverso la tecnologia NFC,  e l’effetto è sempre reale: sottrazione di importi economici dai nostri conto correnti bancari.

La tecnologia RFID (Radio Frequency IDentification) può essere integrata nelle carte prepagate, nelle carte di debito, nelle carte prepagate multiservizi, nelle carte di credito tradizionali. Gli istituti finanziari hanno fissato a 25 euro l’importo massimo per ciascun pagamento contactless (senza contatto). Se si supera tale cifra, si dovrà firmare lo scontrino o digitare il codice PIN (Personal Identification Number).

A spiegarci come sia facile “sniffare” le carte Nfc è Raoul Chiesa, intervistato da Peter D’Angelo (Il Corriere) uno dei maggiori esperti mondiali di sicurezza informatica che, con la sua Security Broker, ha la responsabilità di anticipare le vulnerabilità dei sistemi e intervenire per migliorare la sicurezza: «In questo protocollo Nfc (“near field communication” – comunicazioni ravvicinate) esiste un baco che permette di rubare facilmente dati sensibili, movimenti bancari e soldi delle persone. Non sembra esserci un identikit della vittima tipo e per essere esposti al furto basta passare vicino al cybercriminale dotato di un apposito lettore. Quindi ad esempio metro, stazioni, aree di sosta e aeroporti diventano chiaramente luoghi a rischio». A spiegarci come sia facile “sniffare” le carte Nfc è Raoul Chiesa, uno dei maggiori esperti mondiali di sicurezza informatica che, con la sua Security Broker, ha la responsabilità di anticipare le vulnerabilità dei sistemi e intervenire per migliorare la sicurezza: «In questo protocollo Nfc (“near field communication” – comunicazioni ravvicinate) esiste un baco che permette di rubare facilmente dati sensibili, movimenti bancari e soldi delle persone. Non sembra esserci un identikit della vittima tipo e per essere esposti al furto basta passare vicino al cybercriminale dotato di un apposito lettore. Quindi ad esempio metro, stazioni, aree di sosta e aeroporti diventano chiaramente luoghi a rischio».

A.E.C.I. è già intervenuta elencando i consigli utili proprio in caso di furto ma, i nostri sportelli, ricevono sempre più segnalazioni di negazione della restituzione degli importi da parte degli istituti di credito.

L’Associazione di Consumatori sconsiglia dunque i pagamenti attraverso tecnologia NFC almeno sino a quando, in Italia, non saranno integrate cifrature per il passaggio dati NFC. La nostra associazione di consumatori, attraverso i propri esperti, ha approfondito questo argomento e, attraverso la propria azione, è riuscita a far restituire il 100% degli importi a molte vittime di furti.  L’invito, nel caso le risposte siano state negative, è quello di contattare le nostre sedi che sapranno agire per ottenere il mal tolto. A.E.C.I. è a disposizione con i propri sportelli sparsi sul territorio nazionale o con il nostro sportello telematico.

Comunicato Stampa Associazione Europea Consumatori Indipendenti

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