Fatturazione 28 giorni: Corte di Giustizia UE conferma legittimità dell’intervento di AGCOM
Nella giornata di oggi, 8 Giugno 2023, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha depositato la sentenza relativa alla nota vicenda della fatturazione a 28 giorni applicata alcuni anni fa dagli operatori di telefonia italiani, ossia la cosiddetta “tredicesima dei consumatori“, in particolare confermando la legittimità dell’intervento di AGCOM sulla periodicità della fatturazione dei contratti di telefonia.
Lo ha annunciato nelle ultime ore l’Associazione Movimento Consumatori, che ha partecipato al processo che ha portato alla sentenza odierna sulla causa C-468/20 (ecco il documento completo), avviata a seguito del rinvio pregiudiziale del Consiglio di Stato, chiamato a valutare la legittimità della deliberazione dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) che nel 2017 intervenne per porre fine alle offerte a 28 giorni diffuse dai principali operatori italiani.
La Corte di Giustizia UE ha quindi accertato che il diritto dell’Unione non osta alla deliberazione dell’AGCOM che ha imposto quale periodicità minima dei contratti di telefonia mobile il mese solare, vietando così offerte per periodi inferiori, quali quelle a 28 giorni o a quattro settimane, che gli operatori hanno diffuso sul mercato per alcuni anni.
Per la Corte, gli Stati membri possono attribuire alle autorità amministrative indipendenti anche poteri ulteriori rispetto a quelli previsti dal diritto dell’Unione, purché proporzionati all’obiettivo di garantire un livello elevato di protezione dei consumatori nelle loro relazioni con i fornitori e a incoraggiare un contesto informativo chiaro e trasparente.
Secondo la Corte, dunque, la deliberazione dell’AGCOM era in linea con gli obiettivi della direttiva “quadro”, in particolare la tutela degli interessi degli utenti.
Paolo Fiorio, coordinatore del servizio legale nazionale di Movimento Consumatori, ha commentato:
La Corte di Giustizia ha ribadito la piena legittimità del divieto imposto dall’AGCOM nel 2017.
Questa decisione, che si aggiunge ai precedenti del Tribunale di Milano, della Corte d’Appello di Milano sulle azioni collettivi di MC, a quelli del TAR, del Consiglio di Stato e della Cassazione a sezioni Unite, pone un punto fermo di non ritorno: le compagnie telefoniche devono restituire ai consumatori quanto indebitamente pagato in applicazione dei piani tariffari a 28 giorni.
Si tratta di piccole somme per ogni consumatore, ma di milioni di euro risparmiati dalle compagnie.
Alessandro Mostaccio, Segretario Generale di Movimento Consumatori, ha invece affermato:
Ora le compagnie non hanno più scuse ed è ora che provvedano autonomamente alla restituzione di quanto illegittimamente fatturato con la fatturazione a 28 giorni.
L’AGCOM ha infatti imposto la restituzione dei giorni erosi in maniera automatica ed a prescindere dalla domanda dei singoli utenti.
Da nostre stime ad oggi le richieste avanzate e soddisfatte sono meno del 10% degli aventi diritto, con un conseguente danno collettivo per centinaia di milioni di euro.
È ora che AGCOM richieda l’ottemperanza delle delibere che hanno imposto la restituzione dei giorni erosi, confermate dal Consiglio di Stato e dalle Sezioni Unite della Cassazione.
Come ricordato dal Movimento Consumatori, questa nuova conferma della legittimità dell’intervento dell’AGCOM, questa volta da parte della Corte di Giustizia dell’UE, arriva dopo le pronunce del TAR del Lazio, del Consiglio di Stato e della Suprema Corte di Cassazione contro gli appelli degli operatori.
Per questo motivo, l’Associazione chiede che gli operatori restituiscano ai clienti le somme per i giorni illegittimamente erosi con la fatturazione a 28 giorni, come stabilito dalle delibere delle Autorità.
Editing Simone Nicolosi
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