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I-Com, WINDTRE e Join Group: presentato nuovo report su sviluppo di Smart Cities in Italia

Nei giorni scorsi, l’Istituto per la Competitività (I-Com) ha presentato un nuovo report intitolato “Smart Cities, a che punto siamo nel percorso verso città a prova di futuro“, realizzato nell’ambito del progetto Futur#Lab, un’iniziativa promossa da I-Com e WINDTRE, in collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson e Inwit.

Lo studio, pubblicato il 28 Ottobre 2022 (ecco il documento completo), ha condotto un’analisi qualitativa sullo stato delle iniziative volte allo sviluppo di un ecosistema smart city in Italia, interpellando, tramite un questionario, le 14 principali città italiane, fra cui Milano, Genova, Firenze e Venezia, con i relativi comuni.

L’indagine è stata presentata a Roma in occasione della terza tavola rotonda del progetto Futur#Lab, alla quale hanno partecipato, oltre al presidente di I-Com Stefano da Empoli e al direttore External Affairs and Sustainability di WINDTRE Roberto Basso, la partner di Join Group Alessandra Bucci, la vicepresidente di I-Com Silvia Compagnucci e il direttore dell’area digitale di I-Com Lorenzo Principali, che hanno illustrato la ricerca.

In aggiunta, hanno partecipato all’incontro il presidente di Sapienza Innovazione e professore di meccanica applicata alle macchine de La Sapienza Università di Roma Antonio Carcaterra, il professore di Diritto Costituzionale e Coordinatore Osservatorio Smart City dell’Università Bocconi Giuseppe Franco Ferrari, l’Head of Marketing Business-to-Government di Enel X Italia Armando Fiumara, l’Head of Strategy, 5G for Industry and Mission Critical Networks di Ericsson Riccardo Mascolo, la Transformation & Development Office Director di WINDTRE Stefania Matrone, l’External Relations, Communication & Sustainability Director di Inwit Michelangelo Suigo, l’assessore all’Agenda digitale e uso civico dei dati del Comune di Bologna Massimo Bugani, il vicesindaco e assessore alla Trasformazione Digitale e ai Servizi Civici del Comune di Bari Eugenio Di Sciascio, l’assessore alla Transizione ecologica e digitale, innovazione, ambiente, mobilità e trasporti del Comune di Torino Chiara Foglietta e il capo di gabinetto del sindaco del Comune di Milano Mario Vanni.

Secondo la ricerca, lo sviluppo delle smart cities nel Paese, in particolare nei grandi comuni del Nord, si trova a un buon punto e le risorse messe a disposizione dal PNRR risultano sufficienti per gli obiettivi stabiliti, ma rimangono alcune carenze da recuperare, come la scarsità di competenze.

Nello specifico, dall’indagine è emersa la necessità di assumere, in questo ambito, nuovo personale dotato di competenze tecniche e specialistiche e di provvedere alla riqualificazione e all’aggiornamento dei dipendenti già in servizio, puntando anche sul partenariato pubblico privato.

Secondo lo studio, infatti, la collaborazione con le università e gli enti privati risulta essenziale per la realizzazione di soluzioni smart city, anche in vista dei dati raccolti da AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, che dal 2013 al 2019 ha registrato solo 80 gare d’appalto innovative, per 470 milioni di euro, solamente una piccola parte del totale delle gare svoltesi nello stesso periodo.

L’indagine ha poi fatto emergere delle criticità riscontrabili nella gestione contabile dei progetti, per cui l’utilizzo di soluzioni digitali per le PA, come ad esempio il cloud, ricade spesso nella spesa corrente, venendo soggetta a vincoli.

A questo proposito, una proposta pare essere quella di prevedere uno status particolare per alcune spese relative ai servizi digitali, per favorirne un’adozione più ampia da parte degli enti pubblici.

Il report ricorda inoltre la centralità del ruolo delle reti di telecomunicazioni nello sviluppo di una smart city, tramite la diffusone delle connessioni 5G e la raccolta e la fornitura di dati alle municipalità da parte degli operatori.

Su questa linea, sempre secondo lo studio, l’adozione di alcune soluzioni smart, ad esempio riguardo l’ottimizzazione della mobilità e del risparmio energetico, potrebbe essere favorito attraverso l’utilizzo, pro quota, dei fondi rimanenti dai bandi per la copertura del territorio in Banda Ultra Larga (BUL).

Editing Mattia Castro

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