TIM, prima Conference Call da AD per Labriola: approfondimento sul nuovo piano con ServCo e NetCo
Pietro Labriola sulla separazione della rete: "perché rimanere verticalmente integrati?"
Nella giornata di oggi, 3 Marzo 2022, si è tenuta la consueta conference call del Gruppo TIM, la prima per il nuovo AD Pietro Labriola che ha presentato gli ultimi risultati finanziari del 2021 ma soprattutto il nuovo piano industriale dell’operatore che prevede la separazione strutturale della rete dai servizi con la creazione di NetCo e ServCo.
A condurre la presentazione (ecco il documento completo delle slide) che si è tenuta a partire dalle ore 14:00 sono stati quindi l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM, Pietro Labriola, e il nuovo Chief Financial Officer (CFO) insediatosi ufficialmente nelle ultime ore, Adrian Calaza, anche lui quindi al debutto.
Nel debutto delle due nuove figure nell’evento a cui partecipano analisti e investitori, si è discusso dei risultati finanziari del quarto trimestre del 2021, quindi fino al 31 Dicembre 2021, approvati dal CDA nella seduta di ieri, oltre al nuovo piano industriale 2022-2024 di TIM, in cui è stata ufficializzata la volontà di abbandonare il modello di integrazione verticale e di separare i servizi dalla rete, con la creazione delle entità denominate ServCo e NetCo.
Il piano e i risultati finanziari del 2021 sembrano comunque aver deluso gli analisti, e con l’apertura della borsa questa mattina il titolo di TIM ha avuto un forte calo toccando anche il -16%.
Labriola ha esordito affermando: “è un grande piacere ed un onore essere qui per presentare i nostri risultati e i nostri piani, ho molte cose da dirvi, luci ed ombre di un’azienda nella quale lavoro da più di vent’anni, e che ora sono convinto richieda decisioni coraggiose per potersi garantire un futuro migliore. Abbiamo identificato un percorso per una forte creazione di valore”.
L’andamento generale di TIM nel 2021
In generale nel 2021 TIM ha fatto registrare “buoni risultati” secondo Labriola, sia in Brasile, dove l’azienda ha raggiunto tutti i suoi obiettivi strategici, che in Italia, dove viene citata ad esempio la riduzione del tasso di abbandono (churn) sia per il fisso che per il mobile rispetto al 2020.
Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’AD “i clienti hanno chiaramente percepito la nostra superiorità dal punto di vista della qualità: il lancio della nostra offerta a più livelli ha definito un riferimento di prezzo premium sul mercato e ha confermato il posizionamento di TIM come leader in termini di qualità con un approccio segmentato”.
Pietro Labriola afferma inoltre che TIM andrà avanti su questa strada, cioè con premium pricing e segmentazione, aspetti definiti “fondamentali”.
Secondo Labriola i servizi digitali per le imprese “sono una grande opportunità per TIM”, come verrebbe dimostrato dai numeri in crescita dei ricavi di questo settore.
Viene citato per il segmento di rete fissa l’aumento delle linee ultrabroadband in FTTx, che ha raggiunto il 94% delle linee attive, mentre tramite il modello di coinvestimento con FiberCop la copertura FTTH sarebbe cresciuta del 36% con uno sforzo di roll out 3,8 volte maggiore rispetto al 2020.
Infine, gli obiettivi ESG di TIM del 2021 sono stati tutti raggiunti, mentre l’azienda ha pronto un “nuovo piano riprogettato e ambizioso”.
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Gli elementi che non sono andati secondo i piani
Per quanto riguarda gli aspetti negativi degli ultimi risultati finanziari, che non hanno portato ai risultati sperati, oltre alla questione DAZN, vengono citati il ritardo nel lancio dei voucher governativi, che avrebbe causato “un effetto domino nel mercato aumentando la pressione competitiva e facendo scendere la crescita delle linee e dei prezzi previsti”.
Inoltre, nel 2021 per TIM ci sono stati costi maggiori per alimentare le società digitali e il calcio in streaming, che però non sono stati compensati da ricavi maggiori.
Sugli ultimi risultati finanziari giudicati negativi, Labriola ha affermato che “nessuna tra le persone presenti oggi qui è soddisfatta dei numeri, ma abbiamo lavorato su un piano realistico e faremo tutto il possibile per migliorare questi numeri, però abbiamo pensato di essere realistici per cercare di guadagnarci la fiducia del mercato, perché questo è più importante che non vendere un sogno che poi può diventare un incubo”. In merito alla possibilità di migliorare questi numeri l’AD si dice “abbastanza ottimista”.
I risultati del 2021 nel mobile di TIM
Per quanto riguarda il segmento mobile, secondo l’AD Pietro Labriola il mercato starebbe mostrando “segni di allentamento della dura concorrenza irrazionale”.
Infatti, il mercato delle portabilità (MNP) si è ridotto di nuovo, con l’ultimo periodo definito “il quarto trimestre più freddo degli ultimi 11 anni”, questo secondo l’operatore grazie al “comportamento razionale di TIM”.
Nella presentazione è stato sottolineato che TIM è stato l’operatore con le migliori performance nelle portabilità fra i primi 3, mentre TIM afferma che il quarto operatore, cioè Iliad, ha “decelerato la propria crescita”.
In merito alle linee Human aggiunte (net adds) viene registrato un trend in miglioramento rispetto al 2020, mentre il tasso di abbandono nel mobile è “davvero al minimo” secondo Labriola.
L’ARPU delle linee mobili Human di TIM si attesta nel quarto trimestre del 2021 a 11,80 euro al mese, più o meno stabile rispetto allo scorso anno, al netto della rimozione dei Content Service Provider (CSP).
I risultati evidenziati del segmento fisso
Riguardo ai dati della rete fissa nel quarto trimestre del 2021, secondo quanto affermato dall’AD le linee fisse si sono quasi stabilizzate, nonostante l’affievolirsi del contributo dato dai voucher che sono terminati a partire dal terzo trimestre.
Per quanto riguarda la crescita dei clienti ultrabroadband di TIM, Labriola afferma che è stata “buona nel retail e molto buona nel wholesale”. Inoltre, viene ricordato il traguardo raggiunto a Dicembre 2021 di oltre 10 milioni di linee ultrabroadband. Il churn, cioè il tasso di abbandono, nel fisso è sceso dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2020.
La presentazione del piano industriale con ServCo e NetCo
Pietro Labriola è poi passato alla presentazione agli investitori e agli analisti del nuovo piano industriale 2022-2024, che include il riassetto aziendale per la creazione della “nuova TIM”.
Innanzitutto, l’AD di TIM ha voluto contestualizzare la situazione, affermando che TIM ha “degli asset incredibilmente preziosi, ma anche delle sfide materiali che scaturiscono da una concorrenza molto dura e da vincoli normativi”.
In merito al fisso, Labriola afferma che il mercato “sta crescendo, ma sta affrontando anche ostacoli normativi e una pressione competitiva importante”, mentre il mercato mobile “sta progressivamente migliorando verso una sua stabilizzazione”.
In merito ai business digitali l’AD afferma che questi “stanno crescendo, tuttavia hanno un profilo diverso rispetto al core business, margini più bassi e con un’intensità di capitale minore”, per cui secondo Labriola andrebbero valutate con metriche diverse rispetto al core telco.
Il mercato wholesale secondo Pietro Labriola sta “beneficiando del passaggio dal rame alla fibra, ma TIM in questo momento sta affrontando una concorrenza nelle infrastrutture e sta operando in un ambiente normativo che è molto impegnativo e molto pesante”.
In sostanza, secondo Pietro Labriola TIM necessita di “azioni straordinarie” per migliorare il suo valore, e queste azioni sono state identificate nel nuovo piano.
La situazione attuale di TIM e come cambierà l’azienda
Approfondendo l’attuale situazione, per Labriola TIM sarebbe una “grande azienda il cui valore non è stato pienamente esplorato”, citando alcuni dati di alcune ricerche, fra cui il primo posto come brand telco in Italia, nella copertura ultrabroadband, nella velocità del 5G e nei data center, affermando inoltre di avere una “leadership nel segmento Enterprise”.
Viene ricordato anche che TIM è “l’unico player convergente che racchiude tutto, dai servizi di connettività alle piattaforme digitali per i consumatori e anche per il B2B”, aspetto che renderebbe l’operatore “il più adatto” per l’attuazione del PNRR italiano.
In merito alla competitività del mercato, Labriola ha affermato che quello italiano è “il più competitivo e anche il più regolamentato d’Europa: i prezzi sono scesi del 32% negli ultimi 10 anni e del 18% negli ultimi 5 anni, come in nessun altro paese europeo”.
Inoltre, Labriola sostiene che TIM è “l’unico operatore dell’Unione Europea, e forse anche sulla terra, ad avere tutti gli obblighi normativi più gravosi: separazione e non discriminazione, test di replicabilità sull’offerta retail e regolamentazione wholesale anche sulle reti di nuova generazione”.
Dunque, l’Amministratore Delegato presenta la nuova visione di TIM, che secondo il nuovo piano prevede di seguire la via dello “spezzare le catene del valore, trasformando l’azienda da player integrato verticalmente in uno con entità separate, con focus industriali e metriche finanziarie diverse”.
In particolare è prevista la creazione di NetCo, una network company che include gli asset wholesale nazionali ed internazionali (Sparkle), e ServCo, una società di servizi con le attività Enterprise e Consumer e i relativi asset insieme a TIM Brasil.
Secondo Labriola questo riassetto ha senso da un punto di vista strategico e del business, in quanto operano in mercati diversi, ed essendo separate permetteranno di creare “partnership ed aggregazioni importanti”. Inoltre, abbandonando l’integrazione verticale, TIM ottiene l’allentamento dei vincoli normativi.
Labriola cita il nuovo Codice europeo delle comunicazioni, secondo cui solo gli operatori di tipo wholesale only sono esenti dagli obblighi dell’orientamento ai costi.
Tutto ciò, secondo i piani dell’AD di TIM, anche il segmento retail permetterebbe di avere un alleggerimento normativo: infatti, scindendo NetCo e ServCo, quest’ultima avrebbe l’opportunità di competere alla pari con altri operatori.
Anche dal punto di vista finanziario l’operazione ha senso per Labriola, ad esempio perché permette di attrarre il denaro privato, sempre più alla ricerca di questa tipologia di asset.
L’esecuzione del processo di separazione dei servizi dalla rete di TIM dovrebbe durare almeno 12 o 18 mesi, secondo quanto affermato dall’AD.
In merito ad una domanda sulla struttura della nuova NetCo, in cui è stato chiesto a Labriola se TIM è disponibile a perdere la maggioranza della società che si occuperà la rete, l’AD ha affermato che l’azienda è “pronta a perdere la maggioranza della NetCo”.
Quali brand e asset andranno in NetCo e ServCo
Andando nello specifico del perimetro delle nuove entità legali di TIM, Labriola ha illustrato come verranno suddivisi i brand e gli asset in NetCo e ServCo.
Secondo la slide dedicata della presentazione, in ServCo confluiranno i brand consumer come TIM, Kena e TIMVISION, oltre a quelli Enterprise come Noovle, Olivetti e Telsy. Dal punto di vista delle infrastrutture di rete, ServCo avrà la rete mobile (con il relativo spettro di frequenze), i data center, le piattaforme di servizi e anche la sua dorsale (backbone).
Invece, a NetCo andranno tutti gli asset della rete fissa per il mercato wholesale, quindi come brand ci saranno FiberCop e Sparkle. Sarà inclusa quindi l’intera rete di accesso, primaria e secondaria, come anche gli uffici centrali e la dorsale.
In ogni caso l’AD Labriola ha affermato che durante la fase di analisi potrebbero intervenire “alcuni piccoli cambiamenti”.
In merito a NetCo, Labriola insiste sui benefici derivanti dalla separazione strutturale della rete, dopo che TIM ha già “attraversato una dolorosa e costosa separazione da un punto di vista funzionale e legale” senza però ottenere l’alleggerimento normativo che l’AD si aspetta grazie alla creazione di NetCo.
Riguardo all’assetto della nuova NetCo, l’AD di TIM ha puntualizzato durante la sessione di domande e risposte che si tratterà di una operazione di carve-out, cioè una separazione totale della rete, non seguendo invece il modello di British Telecom.
La separazione totale secondo Labriola permette di ottenere “opzionalità su una possibile partnership industriale, che non possiamo nascondere potrebbe essere CDP con Open Fiber, oppure potremo cercare anche un ulteriore partner finanziario che potrebbe consentirci di ridurre lo stress sul livello di capitale richiesto per procedere e continuare con la FTTH”.
Rispondendo ad una domanda che chiedeva se ci fossero già in atto discussioni con Open Fiber, Labriola ha risposto: “stiamo dando un’occhiata in giro e stiamo cominciando ad avere delle discussioni iniziali con possibili partner, sia sul lato industriale che sul lato finanziario, poi è chiaro che dovremo approfondire la cosa nelle prossime settimane”.
Ciò che importa, secondo Labriola, è che rispetto al passato TIM ha dichiarato di essere pronta a dire addio all’integrazione verticale, cosa che come sottolinea l’AD “negli ultimi 8 anni, dato che abbiamo cominciato a discutere della separazione della rete nel 2013, era un tabù per la nostra azienda, mentre adesso è la prima volta che abbiamo detto chiaramente che siamo pronti a perdere l’integrazione verticale”.
Le strategie del nuovo piano di TIM per il segmento consumer
Per quanto riguarda invece il segmento Consumer, definito quello “più difficile” e fra i quattro ambiti su cui si concentrerà TIM quello “messo peggio” per via della forte concorrenza, Pietro Labriola afferma che l’operatore dovrà “rinnovare il posizionamento premium dal punto di vista del branding, facendo leva sul concetto di ‘high tech Made in Italy’ e sul finanziamento dei terminali attraverso TIMFin”.
Dal punto di vista strategico, il nuovo piano prevede lo spostamento del focus delle operazioni commerciali dall’acquisizione di nuovi clienti all’upselling e alla fidelizzazione della customer base tramite caring.
Da questo punto di vista Labriola sottolinea che TIM ha sviluppato internamente “un efficacie sistema di automazione del mercato dei dati che ci permette di targettizzare dei micro segmenti con azioni di direct marketing mirate”, che avrebbe già portato a tassi di retention da 3 a 10 volte superiori a prima e che l’AD assicura che questo sistema verrà ulteriormente potenziato.
TIM spingerà inoltre ancora di più sulla convergenza fisso mobile, oltre a sfruttare il programma dei voucher governativi.
Per quanto riguarda i contenuti per la internet TV, nonostante le difficoltà incontrate nell’accordo con DAZN, l’obiettivo dell’AD Labriola è quello di “migliorare la marginalità con qualsiasi mezzo, industriale, commerciale, legale: stiamo considerando tutte le opzioni”.
Inoltre, secondo il nuovo Amministratore Delegato, TIM dovrebbe ripensare il suo modello di business per questo segmento in cui opera TIMVISION, in modo da renderlo “sostenibile e produttivo”, in particolare adottando “un approccio più Over The Top (OTT) e meno dipendente dal set top box”.
In merito ad una domanda sull’andamento del segmento retail, l’AD Pietro Labriola ha dichiarato che TIM nel 2022 cercherà di ridurre la concorrenza sui prezzi (“congelandoli”) nella rete fissa, in particolare segmentando maggiormente l’offerta, non soltanto nel fisso ma anche nel mobile. Sulla situazione nel mobile, Labriola afferma infatti che in Italia a volte “i prezzi sono così bassi che abbiamo la possibilità di dare più valore”.
Per il fisso l’AD si sofferma sul fatto che l’Italia sia “l’unico paese in cui l’FTTH ha lo stesso prezzo dell’FTTC, in questo modo noi distruggiamo il valore”.
Inoltre Labriola ha affermato che l’Italia è “uno dei pochi paesi dove a volte i player principali creano un secondo marchio per competere con i nuovi operatori, a volte addirittura riducendo il prezzo, mentre noi dobbiamo lavorare per creare delle offerte che aumentino la qualità del servizio per migliorare l’ARPU”.
Secondo l’AD TIM avrebbe il margine non per aumentare i prezzi ma per creare nuove offerte per aumentare il livello di ARPU aggiungendo nuovi servizi oltre a quelli già proposti ad oggi.
Labriola si chiede “quali sono i vantaggi reali di rimanere operatore verticalmente integrato?”
Durante la sessione di domande e risposte sono stati chiesti i motivi di questa separazione strutturale della rete in NetCo, con particolare riferimento alla slide in cui viene mostrato come in altri paesi europei gli operatori incumbent hanno comunque dei benefici normativi anche senza separazione strutturale, per cui viene fatto notare che secondo questa situazione sarebbe comunque possibile avere una normativa di supporto anche quando l’incumbent rimane integrato verticalmente.
A questa domanda l’AD Pietro Labriola ha risposto ricordando nuovamente come sono molti anni che si ipotizza la separazione della rete di TIM, aggiungendo che “dal punto di vista teorico oggi, se io fossi nei panni degli altri player europei, prima di andare verso una perdita di integrazione verticale ci dovrei pensare più volte, ci dovrei pensare bene perché una parte importante di loro non hanno speso i soldi che ha speso TIM e continuano anche a non essere come nel nostro caso costretti a farlo”.
Labriola sottolinea invece che nel caso di TIM, attraverso la separazione strutturale della rete, “da un punto di vista teorico io dovrei essere il player più efficiente”, mentre oggi “quando io devo raffrontarmi con un’offerta retail, non mi raffronto con il concorrente più efficiente ma con quello meno efficiente”.
Da questo punto di vista dunque, l’AD di TIM Labriola si chiede “quali sono i vantaggi a rimanere in questo modo e a non cambiare? perché devo competere con altre realtà che non sono pari?”.
Labriola tenta quindi di ribaltare la domanda che era stata posta chiedendo “quali sono i vantaggi reali dell’integrazione verticale?”. L’Amministratore Delegato afferma di aver trascorso gli ultimi 3 mese a discutere con il CDA proprio per spiegare perché ci sono dei vantaggi dalla separazione della rete.
L’opinione di ASATI dopo la conference call
Il Presidente di ASATI, ing. Franco Lombardi, ha rilasciato un commento in seguito alla conference call di TIM di quest’oggi:
Secondo il Presidente di Asati, Franco Lombardi, mentre non si possono fare commenti sui numeri che sono ovviamente negativi, il Piano Industriale 2022-2024 di TIM definisce un’importante trasformazione basata sulla costituzione di due Società: NetCo (un Operatore Wholesale, che gestirà il mercato fisso domestico e, con Sparkle, quello internazionale) e SerCo (un Operatore Retail, che gestirà il mercato Enterprise, integrato da Noovle, Olivetti e Telsi, quello Consumer fisso e mobile e Tim Brasil).
Le due Società consentiranno di superare il modello di integrazione verticale di TIM, di migliorare la generazione dei flussi di cassa e di attrarre nuovi investitori finanziari.
Con riferimento alla manifestazione d’interesse di KKR, TIM sta finalizzando la valutazione e quindi penso sia necessario attendere il completamento di questa attività, prima di esprimere opinioni.
E’ però importante sottolineare che, con il nuovo Piano Industriale, TIM ha iniziato a dare risposte al Mercato sulla sua linea di trasformazione e sviluppo.
Questa trasformazione è caratterizzata da importanti discontinuità, sarà completata entro il primo semestre 2022 e consentirà un nuovo posizionamento di TIM, che dovrà certamente tener conto anche della possibilità di accordo con Open Fiber.
Al termine della presentazione l’AD Pietro Labriola ha dato appuntamento agli investitori per il prossimo appuntamento che sarà l’Investor Day per il primo semestre 2021.
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