Iliad e la proposta di acquisto per Vodafone Italia: preoccupazione dei sindacati TLC
Dopo le notizie sempre più insistenti di una proposta di acquisto di Vodafone Italia avanzata da Iliad Group, i sindacati italiani del settore delle telecomunicazioni hanno espresso la loro preoccupazione sulla vicenda.
La posizione dei sindacati è stata resa nota oggi, 9 Febbraio 2022, attraverso un comunicato congiunto di SLC CGIL, FISTel CISL e UILCom UIL.
I sindacati si sono espressi in seguito alla conferma, arrivata ieri, 8 Febbraio 2022, di Thomas Reynaud, CEO di Iliad Group, sulla volontà di acquisire il 100% di Vodafone Italia.
A questo proposito, i sindacati fanno sapere di aver appreso proprio dagli organi di stampa la notizia della proposta di acquisto del 100% delle azioni di Vodafone Italia da parte di Iliad Group.
Come ricordano le segreterie sindacali del settore TLC, la notizia (che era già rimbalzata sui media sul finire del 2021), aveva trovato “secca smentita da parte dell’Amministratore Delegato di Iliad Italia”, cioè Benedetto Levi.
Inoltre, le direzioni aziendali, più volte sollecitate, nei mesi scorsi, sul tema avrebbero sempre smentito la possibilità di una fusione tra i due operatori telco in Italia, mentre secondo quanto riportano le sigle sindacali oggi “sembrano cadere dalle nuvole”.
Di seguito il pensiero delle segreterie nazionali di SLC CGIL, FISTel CISL e UILCom UIL:
Non comprendiamo se le decisioni che riguardano realtà produttive italiane, che interessano migliaia di lavoratori italiani vengano prese oltre confine, a totale insaputa del management italiano, oppure se le direzioni aziendali ritengano che queste operazioni finanziarie non siano meritevoli di approfondimento e confronto sindacale.
In entrambi i casi si prospetta un quadro alquanto nebuloso sul quale, con forza, chiederemo di fare chiarezza.
Il settore delle telecomunicazioni sta vivendo una trasformazione epocale, con un governo che continua a lasciar decidere il mercato su asset strategici.
Sostanzialmente, i sindacati si dicono fortemente preoccupati, non solo per tutte le lavoratrici ed i lavoratori della filiera, ma per l’intero sistema paese, in quanto ci sarebbe un’assenza di una visione industriale del governo, su un settore ritenuto trainante per tutto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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