Reti 5G

Aumento limiti elettromagnetici: IX Commissione favorevole, Alleanza Stop 5G in sciopero della fame

La IX Commissione della Camera dei deputati, la Commissione Trasporti, ha approvato la proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con un parere favorevole anche con riferimento all’incremento dei limiti di emissione elettromagnetiche. La reazione dell’Associazione Stop 5G non si è lasciata attendere.

Come si evince dal Sommario della IX Commissione Permanente (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) al PNRR è stato fornito parere positivo con osservazioni. Sul tema delle telecomunicazioni, è stato evidenziato come la copertura in fibra ottica e in tecnologia di rete mobile 5G sia fondamentale per lo sviluppo della digitalizzazione del Paese, dalle Pubbliche Amministrazioni alle aziende di più piccola dimensione.

Tra le varie misure per sostenere il settore (inclusi gli strumenti di stimolo per la domanda) si è accolto anche il procedimento di adeguamento degli attuali limiti italiani sulle emissioni elettromagnetiche agli standard europei.

Al momento, la normativa italiana che disciplina il limite alle emissioni elettromagnetiche è il DPCM 8 Luglio 2003 modificato dal D.L. 179/2012 convertito dalla Legge 17/12/2021, numero 221, che stabilisce un limite di 6 V/m, di gran lunga inferiore rispetto ai valori (ritenuti comunque cautelativi) applicati in gran parte dei Paesi dell’Unione Europea.

L’attuale media di 6 V/m vedrebbe dunque un incremento di dieci volte superiore, pari a circa 60 V/m per agevolare lo sviluppo delle reti degli operatori, rimanendo comunque entro valori ritenuti precauzionali dalla comunità scientifica e dall’Unione Europea stessa.

Chiaramente, per l’eventuale entrata in vigore dei nuovi limiti meno restrittivi si attende ancora l’approvazione del Governo, ma al momento il parere positivo della Commissione Trasporti è stato sufficiente a far rispondere l’associazione Stop 5G con una protesta sotto forma di sciopero della fame.

La risposta dell’Alleanza Italiana Stop 5G

Con lo scopo di scongiurare l’aumento dei limiti italiani sulle emissioni elettromagnetiche, l’Alleanza Italiana Stop 5G, che da tempo si pone in contrasto con le misure volte ad accelerare lo sviluppo delle reti di nuova generazione in Italia, ha organizzato uno sciopero della fame a partire dal 13 Aprile 2021.

Secondo l’Associazione, la IX Commissione avrebbe solamente “assecondato la volontà delle compagnie telefoniche, in dispregio a qualsiasi appello alla prudenza” e l’approvazione della manovra farebbe abbattere in Italia “un vero e proprio tsunami elettromagnetico senza precedenti, aumentando l’overdose elettromagnetica di un valore arbitrario pari a ben 10 volte più alto di quello di oggi”.

Da qui, lo sciopero della fame (tramite catena solidale) organizzato a partire dal 13 Aprile 2021 e fino alla conclusione del voto parlamentare sul PNRR, per chiedere ancora una volta l’applicazione del principio di precauzione.

Questo termine è stato usato da numerosi sindaci che si sono opposti in passato alla costruzione delle antenne degli operatori, spesso rallentandone seriamente i piani di copertura, ma il Decreto Semplificazioni, convertito in legge, ha previsto per i comuni l’impossibilità di adottare ordinanze “contingibili e urgenti” in materia di installazione delle stazioni radio base, e specificatamente sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, la cui competenza resta riservata allo Stato.

Di seguito il commento dell’Alleanza Italiana Stop 5G che ha anche lanciato una petizione e una raccolta firme per mostrare il suo dissenso:

La condizione attuale, critica ed emergenziale dell’Italia nel sistematico calpestamento di diritti costituzionali, civili e umani, impone quindi scelte nette e consapevoli in grado di risvegliare le coscienze, sensibilizzando l’opinione pubblica su un grave problema di interesse generale, volutamente sottostimato per i troppi interessi in gioco.

Da Martedì 13 Aprile 2021 e fino alla conclusione del voto parlamentare sul PNRR, per scongiurare l’aumento dei limiti italiani sulle emissioni elettromagnetiche nel rinnovo della moratoria nazionale sul 5G ispirata al principio di precauzione e di prevenzione del danno, Alleanza Italiana Stop 5G promuove una catena solidale per lo sciopero della fame, invitando i cittadini ad aderire e appoggiare questa civile forma di lotta politica e sociale, con l’obiettivo di sensibilizzare Governo Draghi, Parlamento italiano e mezzi di informazione sull’incombente pericolo, punto di non ritorno.

L’azione di protesta dell’Associazione è giunta anche in Parlamento, tramite un discorso dell’Onorevole Sara Cunial del Gruppo Misto, che ha appoggiato lo sciopero della fame organizzato e si è rivolta direttamente al Ministro Colao, definendolo in conflitto di interesse in quanto ex manager di Vodafone Group: “L’impalcatura negazionista teorizzata per negare l’evidenza dei danni da elettrosmog sta crollando miseramente, proprio come i conflitti di interesse del vostro ministro Colao, top manager di Vodafone Europe e Verizon, colosso americano del 5G portato in giudizio negli Stati Uniti. Non si tocchi nemmeno un Volt su metro e si fermi subito questa pericolosa sperimentazione: le alternative più sicure al 5G ci sono”.

Proprio il Ministro per l’Innovazione Tecnologica Vittorio Colao ha risposto a una domanda sul tema delle emissioni elettromagnetiche nell’ultima audizione alla Commissione Trasporti, confermando che le misure che saranno prese risulteranno basate sui dati scientifici in materia.

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Operatori a favore dell’innalzamento dei limiti per velocizzare la copertura

Vittorio Colao, in un’Audizione ieri alla Commissione Trasporti per presentare le linee programmatiche del suo Ministero, ha risposto infatti a una domanda affermando che risulta necessario garantire la sicurezza e la salute dei cittadini insieme allo sviluppo del 5G, che necessita di un numero più elevato di antenne perché si basa su frequenze più alte.

Secondo il Ministro, sarà fondamentale trovare il giusto bilanciamento” tra le antenne da installare e il livello di emissioni da raggiungere, valutando però esclusivamente le evidenze scientifiche a riguardo.

E proprio in tema di evidenze scientifiche, gli operatori italiani hanno a lungo chiesto un innalzamento dei limiti italiani particolarmente restrittivi per incrementare la copertura mobile evidenziando come anche i limiti europei siano già particolarmente cautelativi e in grado di tutelare tutti i cittadini dalle radiazioni.

Il contributo più recente sulla materia è stato quello dell’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che nelle sue segnalazioni ha proposto appunto di incrementare i limiti massimi così ridotti in Italia per ridurre le barriere all’entrata e agevolare anche l’espansione dei nuovi operatori.

Sul tema, sono tornati i principali operatori italiani più e più volte, anche in diverse occasioni pubbliche.

Tutti, da TIM a Vodafone, da Iliad a WindTre, passando per alcuni operatori FWA e associazioni come Asstel, hanno ribadito la necessità di allineare l’Italia al contesto comunitario per non rimanere indietro dopo gli sforzi compiuti per l’acquisto delle frequenze 5G in Italia, al termine di un’asta da oltre 6,5 miliardi di euro.

Nel chiedere al Governo limiti più elevati, gli operatori hanno spesso ricordato come le frequenze utilizzate dal 5G, diversamente da quanto talvolta riportato, siano tecnologie radio non dissimili, ma anzi limitrofe e adiacenti, rispetto a quelle già usate per il 4G e studiate da almeno un ventennio dagli scienziati.

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