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Il Ministro Patuanelli e la Rete Unica: ritardi sugli obiettivi del Piano BUL, Open Fiber risponde

Il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha discusso alla Commissione Trasporti della Camera sulle priorità del Recovery Fund nelle telecomunicazioni e sulla rete unica.

Patuanelli era già intervenuto sul tema della rete unica, ricordando che la società AccessCo nata dalla fusione tra FiberCop e Open Fiber non si concentrerà solo sulla fibra, ma in futuro anche sul 5G, cloud e server di prossimità.

Secondo il Ministro, inoltre, la rete dovrà necessariamente essere aperta a tutti e la gestione dovrà essere “a trazione pubblica”. Per queste ragioni, Patuanelli ha ribadito recentemente che non è certo che TIM riesca a detenere alla fine il 50,1% delle quote, come desiderano i vertici dell’ex monopolista.

Nel corso della sua lunga audizione alla Commissione Trasporti di oggi, 10 Settembre 2020, Stefano Patuanelli ha anche avuto modo di rispondere ad alcune domande sulla rete unica, sul ruolo di Infratel e di Open Fiber.

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Rete Fibra Patuanelli
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli.

Patuanelli ha discusso sul tema del Piano BUL e su quello della rete unica, confermando i ritardi nella copertura di Open Fiber dovuti a diverse ragioni, come i lotti eccessivamente grandi e la difficoltà materiale di realizzare i lavori (per motivi di autorizzazioni o permessi).

Secondo i dati Infratel, sottolinea il Ministro, non sarà verosimile che Open Fiber possa completare i suoi progetti esecutivi entro la fine del 2023, come ripetuto in più occasioni nelle ultime settimane.

Per questa ragione, secondo il Ministro è fondamentale riuscire nella creazione di una rete unica, nel massimo rispetto delle regole imposte dai regolatori italiano ed europeo, che dovranno individuare il perimetro in cui si dovrà muovere la società della rete.

In questo contesto, la firma della lettera d’intenti raggiunta da TIM e Cassa Depositi e Prestiti nei precedenti Consigli di Amministrazione rappresenta solo un punto di partenza verso la giusta direzione, ma la questione del controllo della rete resta complessa, considerando che la società che dispone degli assets necessari per la rete unica è proprio TIM, azienda quotata e con capitale straniero.

Open Fiber ha risposto ufficialmente alle dichiarazioni di Patuanelli in merito ai ritardi nella copertura e all’impossibilità di rispettare l’obiettivo della realizzazione del progetto BUL entro il 2023.

Secondo quanto riportato dall’operatore wholesale, ad oggi Open Fiber ha consegnato 3045 progetti esecutivi che garantiscono l’operatività fino a tutto il 2021. Sul fronte della progettazione non si riscontra dunque nessun ostacolo alla realizzazione del piano BUL entro il termine auspicato.

Inoltre, Open Fiber starebbe continuando a lavorare con Infratel per accelerare i suoi progetti e completare il Piano BUL in 16 regioni entro il 2022 e nelle restanti 4 regioni, che rappresentano l’8% delle unità immobiliari complessive, nel 2023.

Ad oggi, nelle aree interessate dai  bandi Infratel, Open Fiber ricorda di aver avviato lavori in circa 2500 comuni, completandone 843 e rendendo disponibile la commercializzazione dei servizi in fibra agli operatori partner in circa 950.000 unità immobiliari in 828 comuni.

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