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TIM ringrazia la Polizia Postale: conclusa l’operazione Data Room sul commercio di dati sensibili

La Polizia Postale ha annunciato di aver portato a termine l’operazione Data Room dopo la segnalazione di TIM sulla divulgazione e sul commercio abusivo di dati anagrafici e numeri telefonici di alcuni clienti.

Come ricorda la Polizia Postale, le data room costituiscono delle casseforti contenenti informazioni messe in comune tra più attori del mercato a cui accedere in maniera sicura per evitare invece di incorrere in rischi legati al trasferimento dei dati personali.

Nel caso specifico, la data room virtuale è una piattaforma ad accesso riservato, offerto solo ai soggetti abilitati per accedere ai dati utili ad esempio per la gestione della portabilità o per la manutenzione della rete.

TIM, in quanto manutentore dell’infrastruttura di rete, è il gestore della data room e dei dati contenuti, caratterizzati chiaramente da un grande valore economico che può essere sfruttato illecitamente tramite pratiche commerciali aggressive.

In seguito ad alcune indagini interne, però, TIM aveva segnalato alla Procura della Repubblica di Roma alcuni accessi abusivi alla sua data room, che avvenivano tramite account o virtual desktop in uso ai dipendenti di gestori di servizi di telefonia e di società partner per l’accesso al database.

Dopo i provvedimenti della magistratura, TIM ha proceduto con misure disciplinari nei confronti del personale coinvolto e ha reso noto che si costituirà parte civile nel processo, in quanto i furti oggetto dell’indagine arrecano un danno d’immagine al Gruppo e anche all’intero settore delle telecomunicazioni. Le indagini interne di TIM avevano accertato tracce di accessi abusivi già a partire dal Gennaio 2019.

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TIM Data Room dati personali
Si è conclusa oggi l’operazione Data Room della Polizia Postale

Tra i destinatari dei provvedimenti della Polizia Postale, figurano dipendenti infedeli delle compagnie telefoniche, intermediari che gestivano il commercio illecito di dati e i titolari di call center che sfruttavano le informazioni per contattare i potenziali clienti.

Le informazioni raccolte anche dagli investigatori del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche hanno permesso di eseguire 20 provvedimenti cautelari, di cui 13 arresti domiciliari e 7 ordinanze di obbligo di dimora nel comune di residenza e divieto di esercitare imprese o ricoprire incarichi direttivi in imprese e persone giuridiche.

Gli indagati al termine dell’operazione Data Room sono responsabili di reati quali accesso abusivo a sistema informatico e detenzione abusiva e diffusione di codici di accesso, oltre ad aver ripetutamente violato la legge sulla privacy.

Secondo le evidenze raccolte, le estrazioni di dati coinvolgevano centinaia di migliaia di record al mese e le informazioni venivano utilizzate per proporre offerte alla clientela più vulnerabile, ad esempio a chi aveva subito un disservizio poco prima. I call center individuati sono 13, tutti in area campana, che sono stati oggetto di attività di perquisizione.

Al termine dell’operazione, TIM ha espresso oggi, 26 Giugno 2020, il suo ringraziamento all’Autorità Giudiziaria e alla Polizia di Stato per aver portato a termine l’indagine. L’operatore ha inoltre ricordato di aver collaborato con gli inquirenti per tutto il periodo dell’indagine e di aver inviato segnalazioni sul tema all’AGCOM per proteggere in maniera più adeguata la sua clientela.

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