TIM risponde ad Asati: rete unica con Open Fiber, contrazione della base clienti e sinergie
In vista dell’assemblea degli azionisti di TIM che si terrà il 23 Aprile 2020, Asati ha sottoposto alcune domande al board di TIM, e nello specifico al Presidente Salvatore Rossi e all’Amministratore Delegato Luigi Gubitosi, sul tema della rete unica e non solo.
Per Gubitosi, la strategia di TIM per competere con Open Fiber nel segmento broadband consiste nell’utilizzare tutte le opzioni del proprio portafoglio con la tecnologia più adatta a seconda delle esigenze dei clienti.
A riguardo, l’operatore sta già pensando di accelerare la migrazione verso l’ultrabroadband anche nel wholesale, per sostenere gli alti tassi di crescita delle linee VULA che stanno già più che compensando le perdite delle linee ULL.
In tal senso, TIM ha già comunicato una riduzione dei contributi di migrazione e dei costi della banda di raccolta NGA a vantaggio dei suoi clienti, a cui saranno associate altre iniziative per sviluppare l’UBB da parte degli OLO anche nelle aree bianche.
L’obiettivo dell’operatore resta quello di raggiungere una copertura del 98% entro il 2021 con le tecnologie FTTx e FWA, per essere in grado di vendere i servizi UBB in FTTC senza limitazioni geografiche.
Nel dettaglio, l’obiettivo è di raggiungere una copertura del 40% entro il 2023 in tecnologia FTTH, mentre per l’FWA TIM mira a raggiungere il milione di linee attive entro il 2022.
In merito alla realizzazione della rete unica, Gubitosi ha ribadito che TIM, anche alla Commissione Trasporti alla Camera, “si è già espressa a favore di una transizione verso la rete unica, ribadendo come una duplicazione della rete non abbia alcun senso e non sia nell’interesse del Paese”:
Secondo l’AD è fondamentale compiere un’ulteriore accelerazione per coprire il più rapidamente possibile le aree bianche. Le misure per raggiungere un accordo sull’integrazione della rete andranno però stabilite dal Regolatore e dal Governo, sebbene Gubitosi ritenga che il controllo della struttura vada lasciato a un operatore verticalmente integrato quale TIM.
Cambiando argomento, Gubitosi ha anche risposto alle domande di Asati in merito all’impatto sull’EBITDA degli accordi con Vodafone, Google e Disney.
Per quanto concerne la condivisione della rete grazie alla nuova Inwit, questa garantirà a Vodafone e TIM benefici in termini di sinergie per un totale di oltre 800 milioni di euro ciascuna nei prossimi 10 anni. Ciò porterà a una riduzione del debito di TIM per circa 1,4 miliardi di euro.
Per quanto concerne invece l’accordo con Google, il piano prevede di generare, entro il 2024, circa 1 miliardo di euro di ricavi e 400 milioni di EBITDA. Come ricordato dall’AD, sul fronte dei servizi cloud, TIM è già leader italiana con l’11% di quota di mercato e si prepara ad approfittare della crescita del 21% stimata per il biennio in corso, trainata anche dall’incremento nell’adozione da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
La scelta di Google come partner per le strategie di data center e big data è nata dunque dall’esigenza di accelerare lo sviluppo e il miglioramento della capacità in termini di risorse, tecnologie e competenze.
Dopo l’accordo, il prossimo passo sarà la creazione di una società in cui TIM manterrà la maggioranza, per offrire servizi e prodotti anche nel segmento consumer, anche a seguito del previsto ingresso di un fondo infrastrutturale e di una potenziale IPO.
Infine, il servizio TIMVISION, recentemente trasformato nel “fornitore di contenuti più ricco d’Italia”, si è recentemente arricchito con l’ingresso di Disney+. A riguardo, Gubitosi evidenzia che TIM sarà l’operatore partner esclusivo per le offerte bundle fino a 3 anni dal lancio, ma non è ancora possibile valutare l’impatto sull’EBITDA e sui ricavi.
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Sul fronte del personale e del costo del lavoro, invece, Gubitosi ha confermato che negli ultimi anni TIM ha avviato un processo di trasformazione volto anche a rafforzare il management, con l’assunzione di 45 nuovi dirigenti per introdurre in azienda competenze specifiche.
Il costo del lavoro del Gruppo si è chiuso nel 2019 a quota 3.077 milioni di euro, con un decremento di 28 milioni di euro rispetto all’anno precedente; tale valore risulta in linea con quello dei principali competitor, sottolinea l’AD.
A tal proposito, il Presidente Salvatore Rossi ha reso noto che non è stata fatta nessuna ipotesi di riduzione dei premi per il personale dipendente dirigente o non dirigente in seguito all’emergenza Covid-19. Per il personale non dirigente, è stato anticipato il pagamento del Premio di Risultato al 2 Maggio 2020, come già stabilito nell’accordo sindacale firmato poche settimane fa.
Il presidente Salvatore Rossi ha anche commentato la decisione di distribuire un dividendo per le azioni ordinarie nel 2019, dovuta a una produzione di cassa sufficientemente ampia. La proposta è quella di distribuire dividendi per 1 centesimo di euro ad azione (e 2,75 centesimi per azione di risparmio) per un monte di dividendi pari a circa il 26% dell’utile netto.
Infine, con riferimento alla riduzione della quota azionaria di Elliott, Rossi ha affermato che TIM non ha nessun titolo per commentare le scelte di investimento o disinvestimento dei propri azionisti. In merito invece a TIM Brasil, è stato confermato l’interesse per una parte dell’acquisizione del business di OI, condiviso anche dall’operatore Telefonica.
Per questa operazione non è però ancora possibile fornire una tempistica, ma le sinergie dovrebbero essere molto positive per la divisione brasiliana di TIM, con impatto positivo già dal primo anno.
Asati ha infine espresso la sua preoccupazione per i dati dell’Osservatorio AGCOM, ancora non pubblicati, che mostrano una perdita continua delle quote di mercato della Società, che avrebbe perso in un anno 970.000 clienti sul fisso, a vantaggio anche degli OLO.
L’Associazione ha dunque chiesto all’azienda se tale contrazione possa considerarsi come un fatto transitorio, in grado di invertire tendenza con la diffusione della rete in fibra ottica.
La risposta è giunta da Luigi Gubitosi che ha inserito tale riduzione in un contesto caratterizzato da una contrazione del mercato e da un’elevata competizione infrastrutturale.
La strategia per la riduzione di queste perdite della customer base si basa su tre punti, ovvero sulla convergenza tramite TIM Unica per spostare il focus dal prezzo al valore aggiunto, sull’estensione del mercato tramite la tecnologia FWA e sul miglioramento della customer experience.
Secondo Gubitosi, tale strategia potrebbe portare a dimezzare la perdita annua nel 2020 e ad azzerarla nel 2022. Per il mercato PMI, il fenomeno della riduzione sarebbe invece guidato dall’elevata competizione e dalla razionalizzazione della dotazione TLC del cliente. In questo contesto, la strategia di TIM si concentrerà maggiormente sulla convergenza con il Cloud e su nuove politiche di acquisizione differenziate per geografia.
Si ricorda che TIM è anche interessata a realizzare il Multi-Access Edge Computing nella sua rete in Italia e in Brasile, tramite l’avvicinamento all’accesso dei punti di processamento del traffico utente, che potrà essere abilitata anche grazie al 5G.
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