I principali operatori nazionali di telefonia mobile, ossia TIM, Vodafone e WINDTRE, continuano ad applicare i cosiddetti “costi di ricarica in ritardo”, che permettono di continuare a sfruttare la propria offerta anche in caso di credito insufficiente, ma con un costo aggiuntivo.
Nonostante non si tratti di una novità visto che questo tipo di meccanismo è stato introdotto per la prima volta da Vodafone dal 15 Aprile 2019, a cui poi è seguita TIM dal 28 Aprile 2019 e infine il brand Wind dal 16 Giugno 2019, continuano ad arrivare diverse segnalazioni sull’applicazione di questi costi, spesso senza che i clienti ne siano pienamente a conoscenza.
A questo proposito, MondoMobileWeb intende fare chiarezza, soprattutto visto il recente lancio del brand unico WINDTRE.
Partendo proprio con WINDTRE, il nuovo brand unico nato dall’unione di Wind e 3 Italia, bisogna chiarire subito che il meccanismo di ricarica in ritardo viene applicato solo ai nuovi clienti del brand unico dal 16 Marzo 2020 e anche ai già clienti dell’ex brand Wind, dato che era nato proprio con questo brand.
Invece, per i già clienti dell’ex brand 3 Italia rimangono valide le condizioni contrattuali precedenti e dunque non si applica il costo di ricarica in ritardo.
Come già raccontato, dal 2 Dicembre 2019 per i clienti dell’ex brand Wind e poi di conseguenza anche per i nuovi clienti WINDTRE, in caso di credito insufficiente per l’attivazione e per il rinnovo delle opzioni attive sulla SIM, ad eccezione dei costi relativi alle offerte roaming, si continua ad utilizzare il traffico incluso nella propria offerta per un giorno solare fino alle 23:59, al costo di 99 centesimi di euro.
Qualora il giorno successivo il credito fosse ancora insufficiente, il traffico incluso sarà nuovamente disponibile per ulteriori 2 giorni ad un costo ulteriore di 99 centesimi di euro.
Il meccanismo dell’anticipo del traffico di WINDTRE prevede quindi un costo massimo di 1,98 euro che verrà addebitato nella prima ricarica utile, in aggiunta a quello di rinnovo dell’offerta o costo di attivazione.
Al termine dei giorni in cui il traffico incluso è reso disponibile anticipatamente, nel caso in cui il credito fosse ancora insufficiente, la SIM rimarrà attiva in ricezione o per effettuare chiamate di emergenza.
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Per i clienti TIM è presente il servizio denominato Sempre Connesso, che in caso di esaurimento del credito residuo permette al cliente di continuare a chiamare, mandare SMS e navigare senza limiti al costo di 90 centesimi di euro al giorno, solo in caso di effettivo utilizzo, per un massimo di due giorni consecutivi.
In questo caso, quindi, il cliente avrà a disposizione 24 ore di traffico illimitato (minuti, SMS e Giga) al costo di 90 centesimi di euro. In caso di credito ancora insufficiente nel giorno successivo, verranno addebitati altri 90 centesimi di euro per altre 24 ore, per un totale di 1,80 euro.
TIM non addebiterà dunque nessun costo al cliente che non effettua alcun tipo di traffico in uscita, mentre chi utilizzerà dati, chiamate o SMS vedrà addebitato l’importo alla prima ricarica utile.
Anche in questo caso, dopo 48 ore con credito ancora insufficiente, la SIM resterà attiva in ricezione o per effettuare chiamate di emergenza.
Infine, Vodafone in caso di credito negativo consente al cliente di usufruire per 24 ore di chiamate e internet illimitati al costo di 99 centesimi di euro.
Se il credito rimane insufficiente per ulteriori 24 ore verranno addebitati ulteriori 99 centesimi di euro, per un totale dunque di 1,98 euro. I costi vengono addebitati alla prima ricarica utile.
Trascorse le 48 ore, nel caso in cui il credito fosse ancora insufficiente, la SIM rimane attiva in ricezione o per effettuare chiamate di emergenza.
Questi eventuali costi aggiuntivi, sia per TIM, Vodafone e WINDTRE, riguardano solamente i clienti possessori di opzioni tariffarie che prevedono l’addebito sul credito residuo.
Per evitare l’addebito di questi costi si consiglia, se possibile, di tenere sempre a mente la data di rinnovo della propria offerta, magari inserendo un promemoria a cadenza mensile sul calendario del proprio cellulare, in modo da effettuare una ricarica sufficiente prima della scadenza della stessa.
Questo tipo di meccanismi, insieme ad una serie di offerte con più Giga o a prezzi più bassi messe a disposizione per chi non addebita i costi su credito residuo, fa trasparire ancor di più la direzione intrapresa dai principali operatori nazionali nei confronti della propria clientela, che viene indotta a optare per l’addebito automatico dei costi su carta di credito o conto corrente.
Infatti, chi opta per l’addebito su carta di credito o sul conto corrente non deve sostenere alcun costo aggiuntivo, perché l’offerta si rinnova in automatico grazie all’addebito del canone mensile sul metodo di pagamento scelto.
Si ricorda che il 22 Gennaio 2020 l’AGCOM ha pubblicato le sanzioni nei confronti di TIM, Vodafone e Wind Tre proprio per la condotta sul costo di ricarica in ritardo.
In quell’occasione, è stata comminata una multa di 696 mila euro ciascuno a TIM, Vodafone e Wind Tre, per un totale di oltre 2 milioni di euro complessivi.
Come sottolineato anche nei procedimenti dell’Autorità, a differenza di quanto fatto dagli operatori, l’introduzione di questo costo sarebbe dovuta essere considerata una vera e propria modifica delle condizioni contrattuali, con conseguente accettazione da parte del cliente.
Al momento non si sa se gli operatori abbiano già provveduto a ricorrere contro queste sanzioni. In ogni caso, vista l’attuale emergenza sanitaria legata al Coronavirus i termini per i ricorsi potrebbero essere differiti e quindi gli operatori dovrebbero avere maggior tempo per eventuali opposizioni alle sanzioni.
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