Telecomunicazioni

Blocco portabilità emergenza Coronavirus: emendamenti ritirati o non segnalati al DL Cura Italia

Dopo il dietrofront della Spagna, anche in Italia sembra essere stata abbandonata la controversa idea di sospendere le portabilità e migrazioni tra gli operatori di telefonia, inizialmente proposta per mezzo di due emendamenti al Decreto Cura Italia.

Gli emendamenti in questione erano stati annunciati da Lega e M5S, rispettivamente a firma Matteo Salvini e Mauro Coltorti. La logica, similmente a quanto fatto in Spagna, era quella di prevenire i contagi in questo periodo di emergenza nazionale, limitando i contatti diretti tra tecnici e clienti.

Immediatamente, Fastweb e l’Associazione Italiana Internet Provider avevano commentato l’impatto dell’emendamento sul settore, affermando che avrebbe fortemente minato la concorrenza e la libertà di scelta dei cittadini italiani in un periodo molto complesso, in cui le telecomunicazioni stanno reggendo il peso delle attività lavorative e scolastiche di un’intera Nazione. Dello stesso avviso erano anche diverse associazioni dei consumatori, come Codacons.

Migrazione Portabilità

Adesso, secondo quanto riportato da Radiocor, l’emendamento della Lega non è stato segnalato per il voto in commissione, mentre quello di M5S è stato ritirato.

La decisione è stata motivata dal firmatario Mauro Coltorti, Presidente della Commissione Lavori Pubblici, con l’evidenza del fatto che, nel periodo in cui sarebbe entrata in vigore la norma, molte imprese potrebbero già ripartire: trattandosi infatti di un emendamento, le norme sarebbero entrate in vigore solo dopo la conversione in legge.

Vincenzo D’Arienzo, senatore del PD, ha invece commentato l’annullamento affermando che ciò finisce per privilegiare l’attività imprenditoriale rispetto al diritto alla salute dei lavoratori.

Solo nella giornata di ieri 1° Aprile 2020, rispondendo ufficialmente a una domanda di un cittadino, Coltorti aveva affermato dal suo profilo facebook ufficiale che l’emendamento era stato proposto per impedire la portabilità in via transitoria, per la tutela dei tecnici che avrebbe garantito condizioni uguali per tutti gli attori della filiera.

Coltorti evidenziava inoltre che anche in altri Paesi, come la Spagna, si era già individuata una misura simile.

Oggi, però, è arrivato anche il dietrofront del Governo spagnolo, che ha modificato l’articolo 20 del suo Regio Decreto limitando il blocco esclusivamente alle operazioni di cambio operatore che necessitano di un contatto fisico tra tecnico e cliente.

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