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Fatturazione a 28 giorni: Cds rigetta richiesta di sospensione di TIM. Si attende ora il dispositivo

È arrivata nella giornata di ieri l’ordinanza del Consiglio di Stato, sesta sezione, sul rimborso ai clienti per la fatturazione a 28 giorni. Con riferimento esclusivamente alla richiesta di sospensione di TIM, il Consiglio di Stato ha ritenuto che essa non sia giustificata e dunque l’ha rigettata.

Non sono invece ancora noti gli esiti dei ricorsi di Vodafone, Wind e Fastweb, ma entro la prossima settimana verrà pubblicato il dispositivo finale per tutte le aziende coinvolte, con maggiori dettagli sulla questione.

La trattazione della causa era stata fissata al 4 Luglio 2019 dopo che il Consiglio di Stato aveva respinto definitivamente l’ordinanza cautelare degli operatori, considerando “non più grave e attuale l’esigenza avanzata dalle società ricorrenti” e ritenendo ormai impossibile differire ulteriormente il ristoro, almeno parziale, ai clienti impattati.

Come riporta Today, il Presidente del Codacons Carlo Rienzi si conferma adesso fiducioso: l’associazione attenderà anche la decisione sui ricorsi delle altre società e nel caso in cui il Consiglio di Stato decidesse di respingere anche le altre istanze, “si aprirà la strada ai rimborsi diretti in favore degli utenti”.

Secondo Rienzi, la somma spettante a ogni cliente sarà compresa tra i 30 e i 50 euro come ristoro per le maggiori spese sostenute nel corso della fatturazione a ventotto giorni. Inoltre, il Presidente del Codacons invita gli utenti a valutare con attenzione le forme di compensazione alternativa degli operatori, che risultano essere “a costo zero per le società di telefonia” e potrebbero non compensare il credito vantato dagli utenti.

Si ricorda che la vicenda dei rimborsi risale a quando l’AGCOM stabilì con la delibera n. 269/18/CONS che gli operatori avrebbero dovuto restituire i giorni illegittimamente erosi nelle offerte di telefonia fissa entro il 31 Dicembre 2018.

Successivamente, erano state inflitte anche delle sanzioni pecuniarie agli operatori per aver continuato a impiegare il medesimo sistema di fatturazione anche in seguito alle diffide dell’Autorità. Il 14 Novembre 2018, però, il TAR aveva parzialmente accolto i ricorsi degli operatori annullando le multe a loro carico, ma confermando comunque l’obbligo al risarcimento.

Dopo un lungo periodo di congelamento iniziato a Dicembre del 2018 in seguito ai numerosi ricorsi degli operatori, la sospensione cautelare è caduta nel Maggio del 2019 e il Consiglio di Stato ha invitato sin da subito gli operatori a proporre un piano di storno scaglionato e coerente con il riallineamento alla cadenza mensile.

Con il documento ufficiale che verrà pubblicato nella prossima settimana, si scopriranno dunque le disposizioni del Consiglio di Stato per tutti gli operatori chiamati in causa.

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