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Facebook: propria moneta digitale per movimentare denaro su WhatsApp?

Secondo molte voci, alcuni grandi colossi di internet come Facebook, Telegram e Signal, starebbero pianificando il lancio di proprie monete digitali. L’obiettivo sarebbe quello di permettere agli utenti di inviare del denaro attraverso la messaggistica istantanea.

Per tanti il momento non sarebbe neanche lontano, come riportato lo scorso 28 Febbraio 2019 sul quotidiano online “The New York Times, si tratterebbe addirittura del prossimo anno. Ciò significa che non mancherebbe molto a quest’ulteriore cambiamento di rotta, che alcune tra le più note aziende tech del mondo avrebbero deciso di intraprendere.

Il modello da seguire e al quale ispirarsi è quello adottato in Cina da WeChat, il noto sistema di messaggistica utilizzato da un numero sempre più ampio di consumatori che, oltre a permettere di scambiarsi messaggi, chiamate audio o video, offre alle persone anche la possibilità di eseguire movimenti di denaro (acquistare, pagare bollette o ordinare consegne di pasti) direttamente dall’app. Il tutto è garantito da un sistema di pagamenti mobili che consente a WeChat di ricevere commissioni per tali movimentazioni, svincolando l’app dalla pubblicità per monetizzare.

La notizia che riscuote più clamore è ovviamente quella riguardante Facebook, il noto social network di Mark Zuckerberg starebbe infatti già lavorando alla realizzazione di una moneta che permetterebbe agli utenti della popolarissima app di messaggistica (di cui Facebook è proprietaria) WhatsApp, di effettuare movimentazioni immediate di denaro con amici e parenti. Si tratta naturalmente di un progetto riservato, ma rivelato da 5 persone anonime molto vicine all’azienda.

Secondo il sito web The Block, che ha monitorato costantemente gli annunci di lavoro pubblicati dal colosso blu, circa 50 ingegneri, capitanati dall’ex presidente di PayPal David Marcus, starebbero lavorando assiduamente al progetto in questione, presso una sede ad accesso limitato, dove tutti gli altri dipendenti di Facebook non possono accedere.

L’impegno alla causa è stato accentuato non appena appresa la notizia degli 1,7 miliardi di dollari raccolti da Telegram per la realizzazione della propria criptovaluta, di circa un anno fa.

Mark Zuckerberg

I 5 informatori hanno affermato che probabilmente sarebbe stato più semplice e immediato integrare transazioni con valute tradizionali, ma Facebook sembrerebbe più propensa a realizzare una propria moneta con valore stabile, legato a svariate valute estere, piuttosto che al solo dollaro.

La questione della stabilità della criptovaluta (stablecoin per molti) cozza con la natura stessa della moneta, che fino ad oggi è stata l’attrazione principale degli speculatori, ma costituirebbe una garanzia per gli utenti che la utilizzano, che non dovrebbero cosi preoccuparsi delle fluttuazioni del valore del gettone digitale.

Tra l’altro, l’unificazione delle infrastrutture di WhatsAppInstagram e Facebook Messenger, potrebbe estendere la portata della valuta a tutti gli utenti utilizzatori di 3 delle applicazioni di messaggistica tra le più utilizzate al mondo. 

Come detto in precedenza però, Facebook non è l’unica azienda ad intraprendere questa strada, altre società come Telegram con i suoi 300 milioni di utenti in tutto il mondo, Line e Kakao Talk (applicazioni di messaggistica istantanea lanciate rispettivamente in Giappone nel 2011 e in Corea del Sud nel 2010), ma anche Signal che per il progetto ha già raccolto 30 milioni di dollari l’anno scorso e ne vorrebbe racimolare altri 30 quest’anno, starebbero implementando una propria criptovaluta.

I pro e i contro comportati dalle nuove criptovalute sono argomento di discussione per molti appassionati e addetti ai lavori, sicuramente però, a differenza di come è stato per il Bitcoin, la notevole diffusione dei social potrebbe facilitare l’ascesa di queste monete digitali, ma gli ostacoli normativi da affrontare per le società sviluppatrici potrebbero essere i medesimi che hanno ostacolato la più celebre criptovaluta creata finora.

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