Turnover sempre più vicino per i lavoratori nelle telecomunicazioni secondo Di Raimondo di Asstel
Il mondo delle telecomunicazioni continua a crescere ad un ritmo sempre più rapido, tanto che i suoi attuali dipendenti sono costretti a correre per reggere il passo, affinché le loro competenze riescano a coprire tutti i nuovi ambiti che, sviluppandosi, necessitano adesso di professionalità diverse, oltre che di attenzioni dedicate.
Proprio su tale argomento ha espresso un parere Laura Di Raimondo, Direttrice di AssoTelecomunicazioni, ovvero l’associazione di Confidustria dedicata al mondo delle Tlc, tramite le pagine del Corriere della Sera.
Considerate anche le rilevanti risorse economiche che sono state spese, l’avvio di un turnover sembra una questione ormai irrimandabile, soprattutto se si pensa che nell’ultimo decennio le imprese del mondo delle telecomunicazioni hanno investito somme pari a circa settanta miliardi di euro.
Gli ultimi investimenti in tal senso sono i quasi sette miliardi spesi per le frequenze del 5G, ovvero la nuova tecnologia che nel prossimo futuro sarà in grado di abilitare all’uso di tutti quei servizi digitali e di nuova generazione che renderanno ancora più competitive le aziende con i relativi servizi offerti ai propri clienti.
Al fine di raggiungere gli obiettivi preposti, quindi, le aziende dovranno favorire l’ingresso dei giovani lavoratori, portatori di competenze adeguate relative al mondo digitale, mentre i lavoratori dai quaranta ai cinquant’anni che resteranno in servizio dovranno essere riqualificati in modo opportuno, anche considerando che i lavoratori la cui età media corrisponde a circa quarantuno anni sono duecentomila, ma tale età può salire fino ai cinquant’anni nelle aziende di costituzione meno recente. La Direttrice Di Raimondo ha affermato a tal proposito:
“La quota di dipendenti con età Superiore ai cinquantacinque anni è aumentata nell’ultimo quadriennio dal 6% al 12% e la percentuale con un’anzianità superiore ai dieci anni è salita dal 60% al 70%. Da un lato abbiamo una forza lavoro invecchiata velocemente. Dall’altro i giovani neoassunti si presentano troppo spesso con competenze non allineate ai profili richiesti”
Di conseguenza, secondo l’Asstel si dovrebbe lavorare su strumenti che abbiano la possibilità di offrire supporto ai processi di trasformazione digitale. Un intervento pubblico in tal senso sarebbe certamente in grado di velocizzare i tempi, così da agevolare lo stesso processo, grazie ad un fondo apposito che diverrebbe un punto di riferimento per l’intero settore delle telecomunicazioni e che si dovrebbe avvicinare, concettualmente, ad altri esempi come il fondo Tris del settore chimico, i fondi alle poste o ancora a quanto fatto per il settore bancario, con o senza contributi pubblici.
Nel campo delle telecomunicazioni, però, i contributi pubblici sarebbero certamente motivati dalla presenza degli investimenti spesi dalle imprese relativamente al 5G. Infine, potrebbero essere utilizzati i protocolli d’intesa esistenti, come quello firmato nell’anno 2017 con l’Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro.
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