Tim, in partnership con il Politecnico di Torino, il 20 Settembre 2018 ha ottenuto dall’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, il permesso per avviare delle sperimentazioni sui droni connessi in 4G LTE, 4G+ e 5G, per quanto concerne il controllo, lo streaming live del video di ritorno e i dati telemetrici, il tutto con il fine di ottimizzare le prestazioni della propria rete radiomobile.
Il progetto si chiama DRNet, acronimo di Drone Ready Network wireless, e il tipo di attività, ai sensi dell’articolo 8 comma 10 del regolamento ENAC SAPR, consisterà in misurazione, valutazione e predisposizione in quota della rete radiomobile 4G (LTE), 4G+ (LTE advanced) e prossima 5G, e fornire livelli di qualità del servizio adatti a droni con payload connessi, per esempio il live streaming.
Inoltre, l’attività verterà sui droni in volo automatico con supervisione umana in tempo reale e controllati costantemente da funzionalità in “cloud computing” mediante la rete radiomobile.
Tim, secondo Quadricottero News, per realizzare tutto ciò e collegare i droni in rete avrà bisogno di frequenze a larga ampiezza di banda che permettano connessioni bidirezionali a lunga distanza contenenti flussi video, dati telemetrici, link di gestione e controllo e interconnessioni tra droni, e l’imminente arrivo del 5G viaggia proprio in questa direzione.
Mediante queste nuove connessioni i radiolink di controllo dei droni potrebbero diventare presto obsoleti o comunque rilegati al VLOS, una modalità di conduzione dove il drone deve rimanere in vista del pilota e quindi al massimo a poche centinaia di metri di distanza dal radiocomando.
I droni del domani si dedicheranno infatti alle operazioni in BVLOS, fuori dalla linea di vista del pilota, e saranno impegnati in operazioni a medio-lungo raggio, come ispezioni di infrastrutture lineari, oleodotti, autostrade, ferrovie, il trasporto di oggetti o il monitoraggio ambientale.
Si ringrazia Alberto per la collaborazione
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