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Ossessione da smartphone: cinque cattive abitudini da abbandonare

“Digito ergo sum”: così direbbe probabilmente Cartesio ai tempi dei social e di Internet a portata di mano. È indubbia l’influenza che i dispositivi digitali esercitano su di noi e sulla nostra vita quotidiana. Tante le comodità e i benefici: basti pensare a quando non conosciamo le strade in città, alla voglia irrefrenabile di ascoltare una canzone e di consultarne il testo, o ad una videochiamata tra punti opposti del mondo.

In tutti questi casi, e in molti altri, il Web ci assiste con le sue mille soluzioni, ma attenzione: l’uso spasmodico della tecnologia può seriamente provocare una serie di cattive abitudini comportamentali che sfociano nel galateo e nel Codice della Stradada abbandonare decisamente per salvaguardare la propria salute mentale e fisica.

Innanzitutto, bisogna evitare di tenere lo smartphone perennemente sott’occhio. Contro le regole della buona educazione e della convivenza sociale, questo atteggiamento provoca calo dell’attenzione e distrazione, oltre a renderci asociali agli occhi di chi è in nostra compagnia.  L’ideale sarebbe disattivare le notifiche per evitare continue interruzioni in ciò che si sta facendo, che sia la lettura di un libro, una ricerca di studio/lavoro, o una conversazione in corso.

Bisognerebbe, inoltre, saper dire di no alla rete Wifi: si innesca un’autentica “caccia al tesoro” immediatamente dopo aver varcato la soglia di un locale, di una struttura alberghiera, o della casa di un amico. Questo accade soprattutto quando non c’è segnale, scade o viene esaurito il proprio traffico dati. L‘idea di restare sconnessi, di non avere la possibilità di aggiornarsii in tempo reale crea questo stato di ansia di cui bisogna prendere consapevolezza e saper gestire. Il consiglio è carpe diem, ovvero godere del momento. Per tutto il resto, c’è tempo.

Strettamente connessa a questo concetto è la paura di perdersi qualche evento particolare a cui i propri contatti sui social stanno prendendo parte, nota come FOMO, ovvero the fear of missing out. Questa sensazione porta alla consultazione continua di Facebook, Instagram, Twitter, etc… Ma sapere tutto ciò che fanno gli altri è davvero così importante? Vedere gli amici che si concedono un aperitivo in relax, o che fanno festa in giro per la città non sempre è produttivo, anzi, può provocare malessere. Meglio concedersi una pausa dalle notifiche, uscire di casa, oppure dedicarsi ai propri hobby.

Ma lo smartphone presenta anche comodità innegabili, come il GPS. Il navigatore satellitare è senza dubbio uno strumento molto utile, che ha risolto non pochi problemi in termini di spostamenti ed orientamento. Attenzione però, perché l’uso compulsivo può compromettere le potenzialità della nostra memoria che, così facendo, non viene allenata. La mente non immagazzina nessun dato utile né punti di riferimento, ed il tragitto viene così percorso passivamente seguendo le indicazioni del GPS. Il punto è che bisognerebbe spegnere più spesso il navigatore, e sforzarsi di più con l’uso del proprio senso dell’orientamento.

Un’altra cattiva dipendenza molto diffusa è quella di usare smartphone, pc, o tablet prima di dormire, assai difficile da eliminare dalle nostre abitudini quotidiane. È stato dimostrato che la luce bianco/bluastra emessa dal display influisce sul nostro ciclo di sonno-veglia in quanto riduce la secrezione di melatonina, causando insonnia e disturbi simili. Sarebbe meglio rinunciare allo smartphone prima di dormire, spegnerlo, lasciarlo acceso in un’altra stanza o indossare degli occhiali che fungano da filtro per la luce LED e display, e stare lontani dalle emissioni SAR.

Fonte: AndroidPit

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