Tra le grandi case di produzione e le nuove web streaming tv, secondo un articolo apparso nel quotidiano “La Repubblica” di Lunedi 9 Aprile 2018 nell’inserto “Affari e Finanza”, è in corso uno scontro per accaparrarsi quanto più fette di utenza.
La Disney ad esempio, appena ha deciso di entrare nel mercato dello streaming, acquistando la società BAMTech, scaricando di fatto Netflix, decidendo di ritirare tutto il materiale Disney presente nella piattaforma entro il 2019, può contare su contenuti a cui difficilmente le altre piattaforme potrebbero far fronte. Contenuti, al momento ancora trasmessi da Netflix, quali i cartoni animati Disney Pixar, i film dei supereroi Marvel o film come “Star Wars” o “Indiana Jones”.
Non solo, la Disney ha intenzione di entrare anche nel mercato dei diritti sportivi trasmettendo in streaming tutti i contenuti della tv ESPN, di cui detiene circa l’80% di azioni. Netflix, comunque, è corsa ai ripari acquisendo i diritti Millarworld, casa di produzione specializzata nei fumetti e continuando a trasmettere nuove serie tv interessanti come “Lost in Space”, ispirata all’omonimo film di fantascienza del 1998 e prima ancora ad una serie tv anni 60.
Amazon Prime Video invece, secondo una notizia condivisa nel quotidiano Corriere della sera, produrrà, spendendo parecchio, una serie televisiva legata al celebre mondo fantasy del “Signore degli anelli di JRR Tolkien”.
Il Capo della divisione digitale di HBO, casa di produzione di serie tv famose come il “Trono di Spade” o “Sopranos”, Diane Tryneski, afferma che “è in corso una gara per avere l’attenzione delle persone. Satellite, streaming, tv via cavo, accordi di distribuzione vari. Le scelte possibili per le persone si stanno moltiplicando e arrivano in tutti i dispositivi che usano.”
Le pay tv comunque ancora tengono alla spinta delle web tv, almeno in Europa, dove gli utenti pay tv sono circa 120 milioni mentre per le web tv ancora arrivano a circa 40 milioni. Questi dati statistici, condivisi dal giornale La Repubblica, mostrano come ancora, in Europa, ci sia distanza tra le due. In Italia, ad esempio, gli utenti Sky e Mediaset Premium, sono quasi il quadruplo degli utenti Infinity o Netflix. Differente la situazione negli Stati Uniti dove, decisamente, le pay tv e le web tv si dividono i bacini di utenza.
La Tv classica e le etichette discografiche, insomma, sono ormai roba obsoleta, e finiranno, nel caso delle tv a essere relegate a trasmettere roba locale, mentre nel caso delle etichette discografiche a ruolo da comprimario.
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