È prudente, non si distrae, rimodula la velocità in base alla viabilità, parcheggia in piena autonomia, e promette di ridurre sensibilmente il numero di incidenti, traffico, ed emissione di gas nocivi per l’ambiente: l’automobile intelligente, vista solo nei film di fantascienza, non rappresenta più un’utopia, bensì il nuovo orizzonte nel mondo della tecnologia su cui si sta puntando parecchio in termini di investimenti, sperimentazioni, ricerca e sviluppo.
Ristretta è ancora l’offerta sul mercato: la nuova Audi A8 da 100 mila euro è in grado di guidare in autonomia dietro ad altre vetture, in autostrada o in tangenziale, fino alla velocità di 60 km/h tramite il Trafic Jam Pilot, il quale è capace di monitorare lo stato di attenzione del guidatore, e lo allerta se si accorge che si sta distraendo o addormentando.
La vettura, però, non è capace di sorpassare – operazione per la quale è necessario l’intervento dell’automobilista. La Volvo XC90 va oltre: adegua la propria velocità in base al traffico, può cambiare corsia, e parcheggia da sola. Più radicale è, invece, l’approccio di Google con la sua Google Car: un veicolo dalla velocità massima di 40 km/h, privo di volante, cambio, e pedaliera, in cui chi è a bordo non può interferire in alcun modo con la guida.
Enrico De Vita, esperto in materia in quanto editorialista storico sul mondo dell’automobile, nonché socio fondatore di due associazioni a difesa del consumatore (Comitato di Difesa Consumatori e Movimento Consumatori) in merito, sostiene che:
“Fintanto che si parla di di ausili di guida, a eccezione di quelli che ti fanno togliere le mani dal volante, tutti i costruttori sono pronti. I cittadini più ricchi se lo possono permettere già domani, per tutti gli altri ci vorranno 10-15 anni, quando i prezzi si abbasseranno. Il passaggio successivo, il livello cinque, dipende dalle istituzioni, dalle nuove normative, dalla segnaletica più precisa e da limiti di velocità più sensati. Ma anche se ipotizzassimo un mondo di mezzi totalmente autonomi, tra 20-30 anni, non potremo più parlare di vetture driverless bensì di mezzi pubblici o in sharing. Nel Medioevo chiudevano le porte, domani chiuderanno al traffico privato”.
Ecco un altro punto importante: l’auto driverless sarà anche “ownerless”, cioè senza proprietario, in quanto condivisa da più utenti. L’intento è di abbattere tutti quei costi dettati dalla manutenzione, assicurazione, e revisioni. Sarà richiesto solo un abbonamento e una app sul cellulare con cui chiamare la vettura al momento del bisogno. Volkswagen ha presentato una sorta di telecomando, simile a quello per la tv e munito di un solo tasto blu, per la sua concept elettrica Sedric, tramite cui l’auto riceve l’ordine di arrivare, sapendo sin da subito dove e per chi.
Altro requisito: la vettura, per muoversi in autonomia, deve poter interagire con la rete stradale e con gli altri veicoli. L’intelligenza artificiale a bordo deve essere connessa con la lettura del percorso via satellite e, attraverso telecamere, sensori e radar, poter leggere l’ambiente circostante, in modo da sterzare, frenare e accelerare in sicurezza, e ricevere da altri mezzi informazioni utili sulla viabilità. Quindi connettività e vettura autonoma devono camminare di pari passo. A riguardo, Fabio Orecchini direttore del Care (Center of automative research and Evolution, Università G. Marconi di Roma) afferma:
“L’auto dovrebbe poter guidare anche nel deserto del Nevada, dove quanto a informazioni dall’esterno saremmo a zero. Viceversa nelle situazioni più complesse, come le città, con pedoni, ciclisti e auto che vanno in tutte le direzioni, la connessione è vitale. Non è un caso che i prodotti disponibili oggi sul mercato si possono muovere in automatico quasi esclusivamente in autostrada. Perché il tracciato è noto, i veicoli vanno tutti nella stessa direzione, e la segnaletica è precisa”.
L’industria sta lavorando notevolmente su questo aspetto, ma nonostante i passi avanti, la strada da percorrere resta lunga e tortuosa. Molti i dilemmi dal punto di vista pratico, etico, informatico, della privacy, e della sicurezza collettiva. Ne è un esempio l’incidente in Arizona, in cui una vettura Uber-Volvo ha travolto una signora che ha attraversato di colpo la strada di notte spingendo una bicicletta lontano dalle strisce pedonali. Un altro spiacevole episodio, accaduto in California, vede come protagonista una Tesla che si è schiantata contro un muro, uccidendo il guidatore. Conseguenza: stop alla sperimentazione e tracollo in Borsa di Tesla.
Quelli appena riportati sono arresti bruschi ma momentanei di un processo tecnologico che andrà sempre e comunque avanti. E per quanto gli inizi possano rivelarsi ostici, e per certi aspetti inquietanti, ci ritroveremo in una vettura a guida autonoma senza neanche accorgercene, e di cui probabilmente non potremo fare più a meno.
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