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Tim, la competizione aumenta per aggiudicarsi la guida di un treno che promette alte velocità

Gli ultimi giorni prima del termine del 9 Aprile 2018 per presentare le liste del rinnovo del consiglio di amministrazione si riconfermano turbolenti. A testimoniarlo sono i fatti che quasi imprevedibilmente si sono verificati nell’ordine della ordinaria gestione del socio di maggioranza dominante Vivendi.

Se il mese di marzo 2018 era iniziato con la dichiarazione di interesse da parte del fondo Elliott per la rilevazione di una percentuale significativa del capitale azionario di Tim, un mese più tardi ci si ritrova a prendere atto della stessa mossa da parte della Cassa Depositi e Prestiti, la società controllata per l’83% dal Ministero dell’Economia di cui lo Stato si serve per assicurarsi una quota del capitale di alcune società italiane.

Ad oggi sembrerebbe che, secondo i più autorevoli quotidiani nazionali, il fondo Elliott, lo stesso che ha finanziato il cinese Yonghong Li per l’acquisto del Milan, abbia raggiunto il 10% delle azioni di Tim. Dal canto suo invece, il Governo, che secondo quanto dichiarato al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, è pronto ad acquistare alcune quote societarie proprio attraverso la Cdp, operazione che dovrebbe concludere entro il 13 aprile 2018, “record date” per esprimere il proprio diritto di voto all’assemblea dei soci del prossimo 24 aprile per l’approvazione del bilancio.

Come affermato da Carlo Calenda in una intervista di oggi al “Corriere della sera” lo Stato vuole fare ingresso in Tim perché “Tim possiede un asset di interesse pubblico, la rete, ed è giusto presidiare perché le ultime proprietà non sono state precisamente impeccabili, aggiungendo che tale intervento non vuole essere un impossessamento della proprietà di Tim: “da qui allo statalismo ce ne passa”. L’acquisto del 5% delle quote di Tim deliberato nella riunione del cda di Cassa Depositi e Prestiti di giovedì scorso 5 aprile 2018 potrebbe essere uno dei primi passi per un progetto che accomuni la rete di Tim, il cui scorporo è auspicato dal governo, con quella di Open Fiber, società detenuta dalla Cassa pariteticamente con Enel.

A concordare con questa strategia peraltro sono le stesse forze politiche, secondo il Corriere, in quanto, oltre al Pd, partito dell’attuale governo, ci sarebbero anche Forza Italia di Berlusconi, per cui i francesi di Vivendi sono visti come concorrenti nel settore dei media data la loro presenza anche in Mediaset, ma anche Lega e M5S favorevoli ad un maggiore controllo dell’economia da parte dello Stato.

Con la diffusione della notizia dell’iniziativa di Cdp il titolo di Tim ha subito un’impennata del 6,94% nella giornata di venerdì, operazione che avrebbe fatto salire il prezzo del titolo, motivo per cui l’associazione dei consumatori Codacons ha presentato un esposto per l’ipotesi di creazione di un insider trading (il trarre vantaggi finanziari dallo sfruttamento di informazioni non di dominio pubblico) e danno erariale.

Con la scadenza del 9 aprile come termine ultimo per la presentazione delle liste si capiranno i fronti per il rinnovo delle cariche del consiglio di amministrazione. Potrebbe essere probabile la creazione di un asse Cdp – Elliott, ma la presenza di una minoranza coesa dipenderà anche dal dubbio sulla presentazione della lista da parte di Assogestioni. Ciò che è certo è che i diversi interessi richiamano all’attenzione molti attori, ambiziosi di presidiare il vagone principale di un treno che promette di raggiungere molte mete.

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