La Storia della Telefonia

SIP, la Società Idroelettrica Piemonte, a 100 anni dalla sua nascita

[Accadde oggi] Tutto ha inizio a Milano, nel lontano 20 Giugno 1899: nasce la Società Industriale elettrochimica di Pont Saint Martin, la quale, diciannove anni dopo, avrebbe cambiato la propria denominazione sociale in SIP, Società Idroelettrica Piemonte, spostando la propria sede a Torino. È il 19 Aprile 1918, e la nuova società, diretta dall’ingegnere Gian Giacomo Ponti, opera nell’ambito dell’energia elettrica, ma inizia a compiere i primi passi nel campo della telefonia. Laureatosi in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, all’età di 40 anni, Gian Giacomo Ponti diventa l’uomo di punta del nascente gruppo elettrico SIP, apportando notevoli cambiamenti nella strategia aziendale, nonché una nuova politica espansiva in termini di produzione e distribuzione di energia elettrica. A queste manovre, si susseguirono acquisizioni di nuovi impianti e di società di minore importanza, e nel giro di pochi anni, la nuova Società Idroelettrica Piemontese riuscì ad assorbire in un unico grande organismo svariate imprese sparse sul territorio nazionale.

Il lancio nel settore della telefonia ricoprì un ruolo secondario fino al 1925, quando, in occasione del riassetto telefonico nazionale, una società controllata di Sip elettrica, Stipel (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda) ottiene la concessione del servizio telefonico per le regioni Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia. Da quel momento la crescita di Sip nel settore telefonico è rapida: tra il 1926 e il 1928 il gruppo acquisisce il controllo di altre due società concessionarie, Timo (Società telefonica tirrena) e Telve (Società telefonica delle Venezie), che operano nell’Italia del Nord-Est e del Centro. Le tre telefoniche acquisite da SIP non vennero mai fuse in un’unica società in quanto il decreto regio del 1923 vietava l’assegnazione di più di una zona ad un unico concessionario, pertanto al fine di coordinare le tre società accorpate, fu creata la SIET, una holding finanziaria che si occupò del loro coordinamento e finanziamento. Alle spalle del gruppo SIP vi era il solido appoggio economico della Banca Commerciale Italiana, o COMIT, che ebbe una notevole influenza sul gruppo con la sua consistente quota azionaria.

In seguito alla crisi del 1929, il gruppo, non più diretto da Ponti,  viene salvato dall’intervento pubblico attraverso l’Iri, sua principale azionista dal 1933. Lo stesso anno l’Iri affida a una sua società, Stet (Società torinese esercizi telefonici) la gestione finanziaria delle società telefoniche concessionarie (tra cui Teti, Società telefonica tirrena, e Set, Società esercizi telefonici), che continuano comunque a far parte del gruppo elettrico Sip. La storia del Gruppo cessa nel 1964, anno in cui giunge a compimento il processo di nazionalizzazione dell’industria elettrica, con la nascita dell’Enel, e di quella telefonica, con la costituzione della nuova Sip – Società italiana per l’esercizio telefonico. La nuova società ha da quel momento competenza su tutto il territorio nazionale. Nel 1985 cambia la ragione sociale in Sip – Società italiana per l’esercizio delle telecomunicazioni, e nel 1994 viene fusa, insieme a Iritel, Italcable, Telespazio e Sirm, nella nuova società Telecom Italia, oggi nota come Tim.

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