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Agcom: consultazione pubblica sulle procedure per l’assegnazione e sulle regole per l’utilizzo delle frequenze verso il 5G

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Come era previsto, dopo le elezioni politiche della nuova Camera dei Deputati e del Senato, fissate in data 4 Marzo 2018, si inizia già a pensare all’asta per le frequenze 5G. Infatti, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), ha inviato una consultazione pubblica sulle procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz per sistemi terrestri di comunicazioni elettroniche al fine di favorire la transizione verso la tecnologia 5G.

Il responsabile del procedimento è l’Ingegnere Marco Petracca, funzionario dell’Ufficio radio spettro telecomunicazioni, della Direzione dei servizi digitali e della Rete, incaricato della conduzione della predetta attività.

Le comunicazioni, recanti la dicitura “Consultazione pubblica sulle procedure per l’assegnazione e per l’utilizzo delle frequenze nelle bande 700 MHz, 3600-3800 MHz e 26 GHz per favorire la transizione al 5G, ai sensi della legge di bilancio 2018”, nonché l’indicazione della denominazione del soggetto rispondente, potranno essere inviate, entro il termine di 30 giorni dalla pubblicazione della delibera di avvio della consultazione sul sito web dell’Autorità, tramite posta elettronica certificata all’indirizzo agcom@cert.agcom.it

Le comunicazioni di risposta alla consultazione pubblica dovranno essere inviate entro il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente provvedimento sul sito web delll’AGCOM.

Il termine 5G viene generalmente impiegato per indicare tecnologie e standard successivi a quelli di quarta generazione (LTE, LTE-Advanced, etc.), tali da soddisfare determinati requisiti, al fine di aumentare le prestazioni dei servizi attualmente offerti nonché di supportare nuovi servizi.

 

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I lavori concernenti la standardizzazione e lo sviluppo del 5G sono tuttora in corso. La designazione ITU (International Telecommunication Union) delle bande per i sistemi IMT (International Mobile Telecommunication), a cui è rivolto l’interesse dell’ecosistema 5G per gli sviluppi futuri in tema di uso dello spettro, si basa principalmente su ipotesi e studi concernenti l’implementazione di sistemi ed architetture radiomobili, ovvero con apparati terminali impiegati in mobilità serviti da stazioni del servizio mobile. Ciò non preclude, nel rispetto delle condizioni tecniche stabilite, l’espletamento di servizi di tipo fisso o nomadico.

Nel Novembre 2015 a Ginevra, si è deciso a livello internazionale, nell’ambito della Conférence Européenne des Postes et Télécommunications (CEPT), e soprattutto comunitario, in ambito Radio Spectrum Committee (RSC) e Radio Spectrum Policy Group (RSPG), un rapido processo tecnico e regolamentare volto a promuovere lo sviluppo dei sistemi wireless e mobili di tipo 5G, non solo nelle bande di futura designazione ed armonizzazione IMT, ma anche in quelle già designate per i detti sistemi IMT (in uso o già armonizzate).

L’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni in una nota ha specificato:

Come descritto nei rapporti CEPT n. 53 e n. 60, adottati rispettivamente a Novembre 2014 e a Marzo 2016, in risposta al mandato di studio della Commissione concernente l’armonizzazione tecnica della banda 700 MHz per servizi di comunicazione elettronica a banda larga senza fili terrestri, tale banda è costituita dalle porzioni principali di spettro accoppiato FDD 703-733 MHz e 758-788 MHz (60 MHz in totale) destinate ad applicazioni wireless broadband che rappresentano presumibilmente le porzioni di maggior interesse per gli sviluppi delle reti mobili. All’interno di tali porzioni, i blocchi sono assegnati secondo multipli di 5 MHz (senza precludere portanti di minore ampiezza entro un blocco assegnato). Ulteriori risorse spettrali contenute all’interno della banda 700 MHz sono rappresentate dalle porzioni aggiuntive posizionate nelle bande di guardia (694-703 MHz e 788-791 MHz) o nell’intervallo centrale della banda, c.d. duplex gap (733-758 MHz), in cui la predetta decisione della Commissione del 28 aprile 2016, sulla base dei rilevanti studi tecnici della CEPT, indica la possibilità per gli Stati membri di implementare a livello nazionale una serie di opzioni (c.d. “opzioni nazionali”) che includono applicazioni SDL (Supplemental Down Link) per il mobile, M2M (Machine to Machine) e PPDR (public protection & disaster relief), come rappresentato nella seguente figura (che illustra l’opzione SDL prevista dalla citata normativa tecnica).

Tra queste ultime, particolare attenzione è stata rivolta sia alla banda 700 MHz che alla banda 3400-3800 MHz, presumibilmente anche in ragione del fatto che tali bande non erano state ancora diffusamente assegnate ed avrebbero quindi potuto essere impiegate, in linea con gli sviluppi tecnologici e di standardizzazione, tramite il dispiegamento delle reti 5G.

Riguardo alla banda 700 MHz (694-790 MHz), la decisione (UE) 2017/899 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 Maggio 2017 stabilisce che entro il 30 giugno 2020 gli Stati membri ne autorizzino l’uso per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazione elettronica a banda larga senza fili secondo le condizioni tecniche armonizzate di cui alla decisione di esecuzione (UE) 2016/687 della Commissione del 28 aprile 2016, nonché nel rispetto delle condizioni tecniche armonizzate stabilite dalla Commissione a norma dell’articolo 4 della decisione n. 676/2002/CE.

Il Ministero dello Sviluppo Economico aveva definito, infatti, sulla base dello stato di occupazione della banda, un’azione di refarming progressivo nazionale delle utilizzazioni del servizio fisso esistenti, limitato ad alcuni canali radio da 30 MHz posizionati in una porzione all’incirca corrispondente con la parte superiore della banda, ossia la sotto-banda 3700-3800 MHz. Nella sotto-banda inferiore 3600-3700 MHz, invece, la persistenza dei canali del servizio fisso rendeva possibile l’individuazione di aree locali (con estensione tipicamente provinciale) dove rendere disponibili delle porzioni di spettro che tuttavia non consentivano una utilizzazione generalizzata sul territorio nazionale di sistemi mobile/fixed communications networks (MFCN).

In tema di 5G, l’AGCOM è stata fra i primi regolatori europei ad aver avviato un’indagine conoscitiva sulle prospettive di sviluppo dei sistemi wireless e mobili verso la quinta generazione e l’utilizzo di nuove porzioni di spettro al di sopra dei 6 GHz. Tra gli aspetti trattati nell’indagine dell’Autorità rientra anche quello relativo all’uso della banda 3600-3800 MHz (di seguito denominata anche banda 3.7 GHz), su cui sono state richieste varie informazioni concernenti le prospettive di sviluppo in ottica 5G e le relative strategie di utilizzo, anche alla luce delle predette sperimentazioni che il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di avviare nella sotto-banda 3700-3800 MHz.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare l’Allegato B della delibera n. 89/18/CONS pubblicato sul sito dell’Autorità per le Garanzie nella Comunicazione.

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