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Consolidamento telco Ue, ecco il punto della situazione

Ostacoli e tempi lunghi per il piano di consolidamento del mercato europeo delle telecomunicazioni: così si può riassumere in poche parole l’operato di Bruxelles che, anziché favorire una sistemazione definitiva delle telco, intralcia con continue difficoltà le operazioni di concentrazione tra gestori, lasciando in Europa una realtà più frammentaria rispetto a quella degli Usa.

Nonostante ciò, sembrerebbe che qualcosa si stia smuovendo, grazie a grossi investimenti nel settore, e all’esempio americano, anche con non pochi rallentamenti e contraddizioni. Ne è un esempio la fusione Wind Tre che ha ottenuto l’approvazione da parte dell’Unione Europea, la quale ha però richiesto la liberazione di frequenze e infrastrutture in vista della nuova compagnia telefonica francese Iliad – il cui ingresso nel mercato italiano arriverà prossimamente.

Al momento, un testo inerente al sistema di regolazione europeo è in fase di discussione e se la Commissione otterrà l’ok da parte del Parlamento europeo e del Consiglio dei Ministri Europei, il testo diventerà direttiva, verrà pubblicata sulla Gazzetta Europea e, da quel momento, i governi dei paesi membri avranno a disposizione tra i 12 e i 18 mesi per potervisi adeguare.

Nel testo non viene, però, trattato il tema delle fusioni, mentre viene affrontato quello del consolidamento del mercato delle telecomunicazioni – sebbene non sia un punto particolarmente approfondito. L’argomento che preme di più sembrerebbe l’attribuzione dei poteri di controllo, secondo il principio per cui un mercato unico dovrebbe essere regolato da un’autorità unica. In tale prospettiva, si è pensato di affidare il ruolo al Berec, l’agenzia Ue con sede a Riga (Lettonia) che si occupa di prestare assistenza professionale e amministrativa all’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche. Non tutti sarebbero d’accordo però: se Italia, Francia e Gran Bretagna sono favorevoli, Germania e Spagna ne costituiscono l’opposizione.

L’approvazione del testo in questione ha alte possibilità di andare a buon fine, in quanto sembrerebbe abbastanza positiva la posizione assunta a riguardo sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio. Inoltre,  gioca a favore anche il fatto che il presidente di turno del Consiglio, il premier bulgaro Bojko Borisov, vorrebbe farne uno dei maggiori risultati del suo mandato. Se così fosse, la direttiva potrebbe vedere la luce verso Giugno 2018.

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