Calenda sui poteri speciali nei confronti di TIM: “Decisione prima del prossimo Governo”
Alla fine TIM ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica, in virtù della mancanza da parte del Governo dell’istituzione del Comitato di monitoraggio che dovrebbe valutare il piano applicativo delle misure che l’esecutivo ha voluto esercitare per la tutela degli interessi nazionali che vi sarebbero in alcune attività della società.
Insieme al problema che riguarda questo aspetto dei poteri speciali azionati dal governo nel campo delle istituzioni decisionali (le cosiddette misure in materia di governance) sull’infrastruttura di TIM e sulle controllate Sparkle (di cui si parlato già su MondoMobileWeb) e Telsy (la società che fornisce software e infrastrutture per la protezione dei dati anche ad enti militari e governativi), non va dimenticata l’attivazione dell’istruttoria della sanzione del 28 settembre per la mancata notifica di atti e operazioni di notevole rilevanza per la sicurezza nazionale che il Consiglio di Amministrazione, con il socio di maggioranza Vivendi, ha effettuato.
Per questi atti, operazioni e delibere (tra cui appunti vi è la nomina di Amos Genish, uno straniero, proveniente dai vertici di Vivendi, come amministratore delegato di una ex monopolista del mercato della telefonia come TIM), sarebbe pronta una sanzione di 300 milioni, quota che corrisponde all’ 1% del fatturato societario, come quanto prevede il decreto legge 15 marzo 2012, n. 21 (decreto golden power). La notifica del controllo di TIM da parte di Vivendi è stata inviata a mesi di distanza, rispetto al termine di dieci giorni previsti dalla legge.
La sanzione sarebbe dovuta arrivare dopo la scadenza dei 90 giorni di tempo, utili per permettere alla società di fare ricorso, ma la sua comunicazione è prevista solo per Giovedì 8 Febbraio 2018, come sostiene ilsole24ore.com.
Il Ministro Calenda ha annunciato negli ultimi giorni che la sanzione sarà applicata prima della fine dell’attuale governo che, nonostante lo scioglimento delle camere per l’avvicinarsi delle nuove elezioni parlamentari, rimane comunque in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Peserà anche la questione delle dimissioni di Giuseppe Recchi dalle deleghe di Sparkle e Telsy, compito che deve ricoprire necessariamente, proprio secondo le misure in materia di governance dei poteri speciali adottati dal Governo, un italiano, munito di Nulla Osta di Sicurezza e ritenuto idoneo per l’incarico dal Governo.
I prossimi mesi riveleranno importanti novità, che riguarderanno l’intero assetto societario: dal discorso della rete (sulla ipotetica neutralizzazione della stessa, potendo essere più “controllabile”), al resto delle misure dei poteri speciali, fino al piano industriale 2018-20 che sarà presentato il 6 Marzo 2018 al Consiglio di Amministrazione. Nei rapporti fra governo e dirigenza di TIM vi è comunque stata un’attenuazione dei toni, che potrebbe riversarsi in una golden power più “soft“.
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