Amos Genish, Amministratore Delegato di Telecom Italia, ha deciso di aprire undici cantieri per rendere TIM un colosso mondiale, emulando con dei piani strategici i servizi delle migliori imprese straniere del settore, da Verizon a Kpn.
In un lungo articolo, il giornale La Repubblica fa notare come il cosiddetto Piano Genish sia un complesso, ambizioso e costoso progetto articolato in decine di fasi differenti. In tal senso, non è ancora chiaro se Tim possa effettivamente sostenere finanziariamente una strategia di questo tipo, e in particolare se Vivendi, l’azionista di controllo della Tim, sia d’accordo ad intraprendere una strada tanto rischiosa.
Nonostante tutte le perplessità, il piano di Amos Genish sembrerebbe rivoluzionario per l’Italia: i clienti TIM potrebbero letteralmente dialogare con lo smartphone, accedere ai sistemi di sicurezza della propria auto, bloccandola in caso di furto, e blindare con protocolli SP i dati delle aziende e delle istituzioni pubbliche. Il tutto, entro il 2020.
Questo progetto di DigiTIM necessita di uno sfruttamento più adeguato della mole di dati e informazioni personali che TIM possiede su tutti i suoi utenti, ad oggi ben 30 milioni.
Amos Genish ha infatti deciso di prendere come riferimento due progetti che hanno attratto investimenti di svariate decine di miliardi di dollari, ovvero Aura e Novum, che permettono, attraverso un’intelligente trasmissione di informazioni personali, di adattare l’esperienza del proprio smartphone al singolo utente che lo adopera. Aura, che verrà lanciata quest’anno nei primi sei Paesi, potrà riconoscere ogni cliente dell’operatore Telefónica, confrontandosi con ogni situazione personale attraverso l’intelligenza cognitiva fornita allo smartphone, in modo da segnalare l’arrivo di una determinata serie tv preferita, o l’inizio della partita della squadra del cuore, oppure ancora le offerte e le pubblicità più appetibili per il singolo utente.
TIM dovrebbe quindi competere con questo progetto, e la seria intenzione dell’Amministratore Delegato si nota dalla richiesta di ingegneri informatici e sviluppatori di applicazioni nelle precedenti selezioni lavorative.
Tuttavia, le possibilità che TIM riesca nell’impresa in tempi brevi sono davvero ridotte. Per questa ragione, TIM potrebbe convincere Vivendi ad acquistare il progetto Aura “chiavi in mano”, per farlo accedere al mercato italiano, presentando quindi un assistente virtuale ben più avanzato di Siri ai suoi clienti.
Il secondo elemento del piano riguarda il settore automotive, e anche qui Amos Genish ha intenzione di emulare un’altra grande realtà emergente: Onstar, un servizio di AT&T.
Onstar ha permesso di collegare permanentemente alcuni modelli di marche molto costose, come Chevrolet, Gmc e Cadillac, con una rete internet veloce, stabile e sicura. Attraverso internet, il proprietario può rallentare la potenza del motore fino al graduale spegnimento della vettura in caso di furto, semplicemente attraverso un’app. O ancora, si potranno rilevare tutti i malfunzionamenti anche a distanza, o utilizzare l’automobile come una sorta di hotspot per trasferire il suo wifi allo smartphone ovunque ci si trovi.
Se la prima parte del piano, relativa all’intelligenza artificiale, necessita probabilmente dell’acquisto di un software di terze parti, in questo caso la situazione si complica per via dell’esigenza di una rete sempre reattiva e sicura. In tal senso, le reti italiane in 3G e 4G non sembrano pronte a sostenere una rivoluzione di questo calibro. Ma questo limite viene visto come una sfida da parte del carismatico Amministratore Delegato, che è intenzionato a perseguire il prima possibile tutti gli obiettivi di sviluppo e testing della tecnologia 5G, che potrebbe facilitare l’effettiva attuazione di un piano tanto rivoluzionario.
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