Agcom ha avviato una consultazione pubblica per la richiesta di proroga dei diritti d’uso per le bande 3.4-3.6 Ghz, che era stata richiesta da Tim, Tiscali, Linkem, Go Internet e Mandarin.
I diritti d’uso assegnati con l’asta Wimax nel 2007, dovrebbero scadere nel 2023, o nel 2029 se la proroga venisse accettata. Non va dimenticato che, già da tempo, le frequenze in questione sono state dirottate dalla tecnologia Wimax, ormai alquanto obsoleta, alle ben più interessanti Lte Advanced e Fixed Wireless Access, utili anche per la connessione nelle aree più remote.
Ma la particolarità della banda 3.4-3.6 Ghz, che la rende oggi ancor più appetibile agli operatori, è la sua enorme rilevanza nel campo del 5G, anche secondo la Commissione Ue, che l’ha selezionata in Europa per attivare i servizi della quinta generazione, rappresentando una sorta di banda gemella e contigua rispetto alla 3.6-3.8 Ghz.
Proprio per il diverso uso della banda in questione, e per i suoi concreti sviluppi con l’avvento del 5G, l’Agcom ritiene giusto definire alcune misure tecniche e regolamentari, per fornire un quadro generale d’utilizzo, preservando lo sviluppo della concorrenza nel mercato e i vantaggi per gli utenti.
L’Agcom sembra essere orientata verso l’accoglimento della richiesta di proroga, ma con importanti limiti: proprio per i futuri utilizzi della banda, si ha intenzione di procedere con una deframmentazione, concedendo in futuro 40 Mhz invece di 42, in modo da aggiungere la quota risparmiata alle casse del Ministero della Difesa, che detiene già 74 Mhz, per il perseguimento dei suoi scopi istituzionali.
Così facendo, si costituierebbe ad ogni modo un blocco nazionale di 80Mhz, conforme ai requisiti tecnici della tecnologia 5G.
Inoltre, gli operatori avranno un obbligo di offerta Wholesale della propria capacità trasmissiva: in altri termini, dovrà essere consentita e incoraggiata l’offerta di servizi 5G a chi interessato, per rispettare la concorrenza nel settore.
Per quanto concerne invece i contributi per l’eventuale proroga dei diritti d’uso della banda 3.4-3.6 Ghz, l’Autorità ha proposto che siano parametrati, a parità di frequenze, durata ed estensione geografica, ai valori minimi che scaturiranno dall’asta della banda gemella 3.6-3.8Ghz, che verrà trattata quest’anno.
Sono queste le prime disposizioni per la proroga. Si attende comunque l’esito della consultazione pubblica, la cui scadenza è fissata in data 21 Febbraio 2018.
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