Abbiamo avuto modo di seguire da vicino l’iter legislativo conclusosi con l’approvazione della legge 172/17, che ha segnato per gli operatori il definitivo ritorno alla fatturazione mensile, eliminando quindi la fatturazione ogni 28 giorni, che permetteva alle compagnie di contare su un canone di 13 mensilità.
L’annullamento della tredicesima mensilità dovrebbe garantire per i clienti un risparmio pari all’8.6%, che su scala nazionale ammonta a circa 1.9 miliardi di euro, ma una rimodulazione unilaterale da parte di TIM ha previsto un pari aumento di prezzo dei servizi, aggirando il decreto e annullando di fatto il risparmio per gli utenti.
La presa di posizione della TIM è stata prontamente denunciata dal Movimento Difesa del Cittadino, che l’ha definita come una prova di forza contro i consumatori, il governo e l’Autorità per le Comunicazioni.
L’aumento, esattamente coincidente con il risparmio garantito dalla fatturazione mensile, è stato denunciato attraverso un esposto all’Autorità per le Comunicazioni ed all’Antritrust, dopo numerose segnalazioni.
Va fatto notare, tuttavia, come la rimodulazione unilaterale prevista da TIM riguardi al momento solo il mercato business, coperto dal servizio Impresa Semplice, mentre dovranno ancora essere adeguate le offerte per il mercato consumer. Il termine per la conversione resta fissato al 5 aprile del 2018, e Tim ha dichiarato, così come Vodafone, di essere al lavoro per predisporre i propri sistemi informativi.
Il Movimento Difesa del Cittadino fa inoltre notare che l’AGCOM, dopo le multe milionarie a carico dei principali operatori, ha anche chiesto di rimborsare ai clienti di rete fissa gli importi extra fatturati dal 23 Giugno 2017 relativamente al ciclo di fatturazione a 28 giorni. In relazione a questa richiesta, TIM ha già comunicato l’intenzione di proporre ricorso al TAR.
L’opinione del presidente dell’MDC, Francesco Luongo, è che difficilmente le compagnie cercheranno un punto di incontro con i consumatori, e gli importi extra non verranno restituiti, complice un clima teso per la vicina entrata in scena dell’operatore Iliad, che potrebbe ridimensionare ulteriormente i ricavi dell’intero settore.
Restando in attesa di ulteriori notizie e comunicazioni, vi ricordiamo che gli utenti hanno il diritto di recedere entro il 20 gennaio 2018, per mezzo raccomandata, PEC o via fax. Decorso tale termine, la rimodulazione sarà effettiva, permettendo all’operatore di pareggiare i conti e annullando il sensibile risparmio per i clienti.
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