Categorie: App e ProgTech

Apple migliora il proprio servizio Apple Music con l’acquisto di Shazam

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Girava da alcuni giorni la notizia ma adesso è ufficiale, la nota azienda di Cupertino ha comprato Shazam la popolare app capace di riconoscere il titolo di una canzone ascoltandola, sviluppata dalla Shazam Entertainment, azienda fondata nel  1999 a Londra.

Apple punta molto sulla musica lo dimostra il fatto che già in passato si era mossa in questa direzione, acquisendo Beats nel 2014, azienda che si occupa di produrre cuffie.

Potrebbe trattarsi della seconda acquisizione più costosa di sempre per l’azienda statunitense, infatti si parla di un accordo economico di circa 400 milioni di dollari, se le voci saranno confermate. Così Shazam e la sua tecnologia verranno integrati in Apple Music in maniera tale da migliorare il servizio e aumentare la competitività con Spotify sopratutto.

Questo un tratto della nota stampa con cui Apple ha comunicato ufficialmente il raggiungimento dell’accordo:

«Shazam si è costantemente classificata come una delle app più popolari per iOS e oggi è utilizzato da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, su più piattaforme. Abbiamo in serbo progetti entusiasmanti e non vediamo l’ora di unirci a Shazam non appena l’accordo di oggi verrà approvato»

 

Shazam l’anno scorso ha registrato ricavi per circa 46 milioni di euro, risultato basso secondo alcune valutazioni milionarie, ma pur sempre migliore ed in crescita rispetto ai ricavi del  2015.
Si tratta di un business basato sulla percentuale pagata dai servizi linkati per ascoltare la canzone (Apple Music, Spotify. YouTube) o/e dalla pubblicità all’interno dell’app. Il modello però nel tempo è mutato ed ha allargato la sua influenza anche al di fuori dalla musica, guadagnando con le campagne pubblicitarie.

Secondo TechCrunc.com, Shazam da quanto è nata avrebbe raccolto la bellezza di 143,5 miliardi di dollari da parecchi investitori diversi tra i quali Kleiner Perkins, DN Capital, IVP, Sony Music, Universal Music e Access Industries.

Uno dei motivi di tale mossa si pensa sia da ricercare, come detto prima, nell’incremento della competitività con altre app come Spotify, che tra l’altro secondo alcune indiscrezioni sarebbe vicina a un accordo con la cinese Tencent Music. L’azienda guidata da Tim Cook, oltre che dalla celebre app svedese, dovrà guardarsi da Google, che ha integrato nel Pixel 2 (ultimo suo smartphone)  Now Playing, un servizio simile a Shazam ma che si mantiene sempre attivo, anche con device in stand-by.

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