Lo sconosciuto recente passato delle cabine telefoniche
Con delibera 31/10/CONS del 4 febbraio 2010 l’Agcom approvava la richiesta da parte di Telecom Italia, come impresa di servizio universale, di effettuare una revisione degli obblighi di fornire agli utenti il servizio di telefonia da una postazione fissa. Tali Postazioni di Telefonia Pubblica, o PTP, furono infatti installate a partire dal 1952, come avvenne per la prima volta nel mese di febbraio a Milano, in Piazza San Babila.
Quella che stava per dimostrarsi una piccola rivoluzione della comunicazione in Italia, divenne poi col passare del tempo oggetto di normativa nel 1952, quando si volle assicurare la presenza di collegamenti telefonici in particolari luoghi, quali ad esempio comuni di ridotte dimensioni, frazioni distanti dal comune principale, rifugi di montagna, stazioni ferroviarie distanti dai centri abitati. Dopo quasi cinquant’anni, nel 2001, in un momento in cui probabilmente cominciavano ad essere utilizzate sempre meno, l’Agcom definì i criteri con i quali procedere alla collocazione delle cabine telefoniche su tutto il territorio nazionale, dando priorità ad ospedali, carceri e caserme, e con particolare attenzione per l’installazione nei luoghi raggiungibili da handicappati. L’accuratezza di tali criteri ha reso l’Italia il Paese con più alto numero di postazioni telefoniche fisse per abitanti in Europa, con una postazione ogni 450 abitanti, per un totale di circa 130.000 apparecchi su tutto il territorio nazionale.
Le cabine telefoniche in Italia hanno subito infatti diverse trasformazioni tecnologiche prima del modello Digito, attualmente visualizzabile nei punti in cui la rimozione non è ancora avvenuta. Dai telefoni con combinatore a disco si è passati ai primi telefoni con tastiera, tra cui il più recente Rotor. Alla trasformazione tecnologica degli apparecchi si accompagnava il cambiamento nella modalità di pagamento: dal gettone, alla carta prepagata, fino all’avvento dell’euro.
Come è facile immaginare il disuso delle postazioni pubbliche si è ridotto con l’esplosione della telefonia mobile. Secondo la nota che nel 2009 Telecom inviò ad Agcom per l’autorizzazione alla rimozione quasi totale delle cabine telefoniche, si mostrava un calo del numero di conversazioni dell’88% dal 2001 al 2008. Non ignorabili sono anche gli atti di vandalismo a cui le inutilizzate cabine hanno subito nel tempo, specialmente per quanto riguarda i tentativi di furto del denaro in esse contenuto. I costi per l’inutile manutenzione hanno così spinto negli anni la società di servizio universale Telecom a procedere alla graduale rimozione di quasi la totalità delle cabine telefoniche (fatta salva la possibilità di opporsi nei 30 giorni successivi all’apposizione del cartello di rimozione). La stessa delibera del 2010 ha sancito il mantenimento delle cabine in zone di necessità, come ad esempio nei luoghi dove non vi sia segnale radiomobile, dove non sia permesso l’uso della telefonia mobile, ecc.
Alla nostalgia che può derivare da questo addio con il passato pare in qualche modo rimediare la nuova cabina intelligente di Tim, da cui è possibile chiamare in vivavoce, ricaricare il cellulare, acquistare nuovo credito e usufruire del WiFi.
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