Tim e Vivendi insieme per il mercato dei contenuti. Nasce la joint venture con Canal+
Nel famoso giorno in cui i vertici di Tim presentavano i primi dati semestrali del 2017 e si ufficializzava agli organi di stampa l’abbandono di Telecom Italia da parte di Flavio Cattaneo, tra le varie novità, Arnaud de Puyfontaine annunciò l’imminente rifinitura della joint venture fra Canal+, rete televisiva francese di proprietà Vivendi dal 1999, e Tim.
Canal+, società controllata per il 51,52% da Vivendi, è un canale a pagamento, ma è in chiaro dalle 18:10 alle 20:55, e in Francia propone un’offerta principalmente legata ai film recenti del cinema internazionale e allo sport. Il canale televisivo francese ha concluso il 2016 con l’1,6% di share e nel 2014 era l’ottava rete televisiva d’oltralpe.
Dopo l’elaborazione della lettera di intenti ad agosto da parte di Vivendi e dopo il parere favorevole per cui si è espressa la maggioranza tranne due consiglieri del Comitato controllo e rischi, il Consiglio di Amministrazione di Tim all’unanimità ha accolto la proposta di creazione della nuova società. La joint venture tra Canal+ e Tim (che potrebbe secondo alcuni chiamarsi Canale+), pur non essendo stata descritta nei dettagli da parte di Vivendi, dovrebbe portare alla creazione di una piattaforma televisiva che opererà prevalentemente attraverso il segnale via cavo, considerando quanto dichiarato nel comunicato di ieri 20 ottobre 2017 sull’approvazione della joint venture:
Lo scopo della joint venture è di disegnare e realizzare l’offerta di contenuti video premium che TIM offrirà ai propri clienti per accelerare lo sviluppo della connettività in fibra.
I contenuti video premium sono appunto contenuti ad alto valore aggiunto che sarebbero forniti dalla piattaforma a pagamento realizzata proprio dalla joint venture fra Tim e Canal+.
Per quanto riguarda gli aspetti societari c’è da notare come Tim deterrà il 60% della società, mentre Canal+ il 40% e la ripartizione dei membri del CdA sarà rispettivamente di 3 e 2 consiglieri. Non indifferente è anche la posizione difensiva che appare dal comunicato da parte di Tim sulla scorta delle ultime questioni di controllo tra Vivendi e Tim:
L’operazione si configura quale operazione con parte correlata, essendo Canal+ International S.A.S. società controllata da Vivendi S.A., già qualificata da Consob quale controllante di fatto di TIM: si tratta in particolare di operazione di minore rilevanza alla stregua dei parametri stabiliti nell’apposito Regolamento Consob.
La società stessa ha quindi voluto giustificare la validità dell’operazione all’autorità (Consob) che aveva rilevato il controllo di Vivendi su Tim (e che è stato comunicato dai francesi solo negli ultimi giorni). In vista di questo nuovo progetto targato Tim (il Comitato controllo e rischi ha approvato il far risultare le operazione della nuova società come operazioni di Tim), piene di positività sono state le parole dell’Amministratore Delegato di Tim Amosh Genish:
“Con questa operazione TIM fa un importante passo avanti nella strategia di convergenza tra telco e media. La joint venture con Canal+ ci permetterà, infatti, di cogliere le nuove opportunità di crescita in un mercato in continua evoluzione, attraverso un’offerta commerciale di connettività in fibra unita a contenuti video premium”.
Dopo l’interruzione della trattativa dell’acquisto di Mediaset Premium da parte dei francesi e in attesa della conclusione dell’accordo con l’Agcom per la riduzione della presenza della società francese in Mediaset, contraria a disposizioni di leggi, Vivendi cercherà di fornire un’alternativa a Netflix che possa essere, magari, un servizio vincente in tutt’Europa. Attenuati intanto i toni in merito alle ultime imposizioni della Golden power volute dal Governo: il preannuncio di futuri ricorsi è stato sostituito, almeno apparentemente, dalla ricerca di “ogni utile confronto in uno spirito di piena collaborazione, fermi restando gli interessi aziendali”.
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