La Storia della Telefonia

Omnitel, la storia della prima alternativa telefonica che ha inaugurato la concorrenza in Italia

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Quella che verso la fine degli anni Ottanta Carlo De Benedetti, dal 1983 presidente di Olivetti, e Elserino Mario Piol, Direttore Generale per le Strategie e lo Sviluppo della società italiana, si ritrovarono a dover prendere in considerazione fu la proposta di George Blumenthal, fondatore della Cellular Communications Inc, che avrebbe ispirato i due uomini italiani nell’adottare una scelta ambiziosa per il destino della società: l’ingresso nella telefonia mobile.

Nel clima di liberalizzazioni dei mercati delle telecomunicazioni direttamente e rigidamente controllati dai poteri statali europei e nell’impronta di innovazione tecnologica che il presidente illuminato e il “fondatore del venture capitalism” di Olivetti volevano segnare, venne fondata il 19 giugno 1990 la Omnitel Radiosistemi Cellulari Italiani, con l’obiettivo di collocarsi in prima fila nel campo delle telecomunicazioni.

Le spalle forti che sostennero il progetto di De Benedetti e Piol furono il colosso finanziario Lehman Brothers, Cellular Communications, Bell Atlantic Corporation (che diverrà la società comproprietaria di Infostrada insieme a Olivetti) e Telia, società svedese che nel 1991 decise di lanciare proprio con il nome “Omnitel” il primo operatore privato in Lituania.

Carlo de Benedetti, presidente di Olivetti dal 1983 al 1996

I primi anni Novanta furono caratterizzati dalle richieste all’antitrust di liberalizzazione del mercato della telefonia mobile da parte sia di Omnitel e sia di Unitel, il consorzio che la Fininvest di Berlusconi e la Fiat di Agnelli controllavano in maggioranza con la Racal Stategic Radio in minoranza (poi divenuta Vodafone). Entrambe le società in gara per divenire il secondo operatore telefonico italiano dovettero subire l’arretratezza della giurisdizione italiana dovuta al latitare del monopolio SIP, rispetto ad altri Paesi europei in cui il mercato era già stato liberalizzato (Gran Bretagna in primis). Bisognò attendere le intimazioni dell’Antitrust europeo per accelerare il processo di liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni da parte del governo italiano.

La pubblicazione del bando per l’assegnazione della licenza di secondo gestore, dopo anni di presentazioni alla gara di consorzi poi ritiratisi (vedi Alitel), giunse nel 1994. Ad Omnitel e Unitel (che intanto aveva incorporato il consorzio Snam/Eni), si aggiunse il consorzio Pronto Italia, guidato dai tedeschi della Mannesmann e dagli americani di Air Touch. Qualche giorno prima dell’apertura delle buste intanto Omnitel e Pronto Italia si allearono in un unico consorzio: all’esperienza quasi secolare di Olivetti si aggiungeva l’esperienza tecnica della Mannesman e della Pacific Telesis e quella finanziaria della Banca di Roma, nasceva la Omnitel Pronto Italia.

La vittoria che Omnitel Pronto Italia ottenne a marzo 1994 fu ampia rispetto al risultato raggiunto dal duo Berlusconi-Agnelli. Per la prima volta l’Italia aveva un secondo operatore telefonico. L’obiettivo del bando sarebbe stato raggiungere entro 18 mesi il 40% della copertura nazionale di rete.

A causa dei ritardi nella conclusione delle convenzioni con Telecom Italia il servizio sperimentale potè partire soltanto ad ottobre del 1995 e fu destinato a “clienti amici”, mentre il lancio commerciale avvenne nel dicembre 1995, quando la società raggiunse la percentuale di copertura prevista dal bando di gara. In soli quattro mesi l’utenza crebbe a 130 mila unità e le quote di mercato nei servizi Gsm al 44%, rappresentando un pericolo concorrente per Tim.

I crescenti debiti dovuti alla necessaria capitalizzazione di Omnitel divennero la vera pressione che richiese ai vertici italiani di vendere l’8,26% di Omnitel Radiosistemi Cellulari ai tedeschi della Mannesmann.

Proprio con la Mannesmann nel settembre del 1997 Olivetti creerà la Oliman, una holding che farà capo al controllo di Infostrada e Omnitel, consentendo ai tedeschi di rilevare il 25% all’atto dell’accordo e di arrivare al 49% nel 2000, in modo da poter acquisire capitali e sanare le perdite.

Proprio mentre il destino di Olivetti sembra segnato si presentò la possibilità di partecipare ad un’offerta pubblica d’acquisto per la rilevazione di Telecom, la cui privatizzazione veniva posta in essere. Per poter intraprendere tale strada erano necessari sia il reperimento di denaro e sia la vendita delle quote in Infostrada e Omnitel, in virtù delle norme antitrust nel mercato delle telecomunicazioni.

Il 1999 è anche l’anno in cui compare negli spot pubblicitari di Omnitel una giovane modella australiana di 24 anni che sarebbe stata per anni la testimonial di Omnitel: Megan Gale.

Nel 2000 Vodafone acquisì Mannesmann, per evitare la maggiore concorrenza che si sarebbe creata con il rilevamento del controllo di Orange UK da parte dei tedeschi. Tale manovra portò definitivamente al controllo di Omnitel da parte di Vodafone (che comunque era già entrata a far parte del gruppo degli azionisti grazie alla fusione con AirTouch negli anni precedenti).

La sorte del marchio Omnitel sarà l’affiancamento al nome della società inglese, venendo rinominato in “Omnitel Vodafone”.

Questo passaggio non era altro che parte di un graduale cambiamento, rispetto alla decisione nel 2002 di mettere in primo piano il nome della società inglese, cambiando il nome della società di telefonia italiana in “Vodafone Omnitel B.V.” e variando il colore principale dal verde al rosso.

Il 12 maggio 2003 è stato l’ultimo giorno del marchio Omnitel, gli azionisti della società decisero di trasformare definitivamente il nome della società in “Vodafone”.

Di Omnitel non rimase nulla, se non forse il ricordo suscitato dalle pubblicità in cui era presente quella modella australiana che era ormai diventata il simbolo di un’avventura.

Una sorpresa, quella di Omnitel, superiore ad ogni aspettativa, che venne affidata con un risultato di 9 milioni di clienti raccolti in 5 anni di attività a Vodafone e che contribuì a far sì che anche i pollici degli italiani toccassero per la prima volta un telefonino.

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