Nel discorso sullo stato dell’Unione del 2016 Jean-Claude Junker prendeva atto delle cattive condizioni di salute dell’organizzazione sovranazionale. Considerando i crescenti problemi economici, i dilaganti e inediti populismi e la crisi dell’interazione nella gestione del problema dei rifugiati, il presidente della Commissione Europea richiamava all’attenzione dei 750 deputati europei alcuni importanti propositi per i successivi dodici mesi. Tra gli auspici c’era il dover dare forza ai cittadini dell’Unione Europea. Una delle opportunità imprescindibili per il lussembrughese nel clima di crisi dell’Unione era l’Internet, che doveva dare forza sia ai cittadini e sia ai soggetti economici.
Connettività a beneficio di tutti vuol dire che dove si vive e quanto si guadagna non sono importanti. Oggi proponiamo quindi di dotare entro il 2020 ogni paese e città europei di un accesso gratuito a internet senza fili nei principali punti di aggregazione pubblica sul territorio.” (Jean-Claude Juncker – discorso sullo stato dell’Unione, Settembre 2016)
Da queste prerogative ha preso vita il progetto “Wifi4EU”, un progetto che garantirà ai residenti, ai passanti e ai visitatori di migliaia di località di accedere alla rete ad alta velocità gratuitamente negli spazi aperti al pubblico. Il progetto proposto dalla Commissione “promuoverà punti di accesso locali senza fili tramite una semplificazione delle procedure di pianificazione e un alleggerimento dei vincoli normativi nelle circostanze in cui l’accesso è fornito su base non commerciale o è ausiliario alla prestazione di altri servizi pubblici“.
Una tale iniziativa si mostra in linea con l’obiettivo da parte della Commissione di creare una rete europea incentivando le amministrazioni e gli enti operanti nella costruzione di una connessione senza fili gratuita nei centri della vita pubblica locale, come le pubbliche amministrazioni, le biblioteche, i centri sanitari e gli spazi pubblici all’aperto.
Il progetto potrà essere proposto dagli organismi del settore pubblico, come municipi, biblioteche, centri sanitari, ecc. Il finanziamento europeo, consistente in un buono, sarà destinato all’attrezzatura e ai costi di installazione mentre i soggetti beneficiari pagheranno i costi di connessione e la manutenzione per almeno tre anni. Allo stesso tempo le autorità locali dovranno sviluppare apps con cui promuovere i propri servizi digitali negli ambiti amministrativo, turistico e della telemedicina. I progetti saranno approvati in base all’ordine cronologico di presentazione e dovranno riguardare la copertura di zone in cui l’hotspot WiFi non è ancora garantito da soggetti pubblici o privati.
Il progetto WiFi4EU è in realtà il primo passo per un piano più ampio e ambizioso che si pone come obiettivo principale l’istituzione di un “mercato unico digitale” (Digital Single Market), che possa promuovere lo sviluppo della rete nelle aree meno dotate e possa attirare gli investimenti. La portata limitata della copertura del WiFi non farebbe concorrenza agli operatori di rete commerciali e permetterebbe una maggiore digitalizzazione digitale e una migliore fruizione dei servizi per i cittadini in contesti come il turismo o la sanità. L’iniziativa è in linea con quanto riportato dalla proposta di un codice delle comunicazioni europeo, in cui è enunciato il diritto di ogni cittadino ad essere connesso in un luogo fisso e accessibile, a prezzi vantaggiosi, per poter partecipare al mondo dell’economia e delle società digitali.
Lo sviluppo digitale è una delle priorità del programma della Commissione presieduta da Juncker e del piano strutturale decennale “Europa 2020”. L’obiettivo principale è quello di dotare tutti i paesi e le città d’Europa di un accesso libero e gratuito ad Internet negli spazi, favorendo anche la diffusione del 5G in tutto il territorio dell’Unione entro il 2025. La strategia del mercato unico digitale ha permesso di toccare con mano i suoi benefici per quanto riguarda l’annullamento delle tariffe di Roaming in Europa quando si viaggia. L’Europa ha quindi deciso di coordinare gli Stati Membri in questa fase importante della modernità, prendendosi la responsabilità politica ed economica, destinando 120 milioni tra le 6000 e 8000 località che si candideranno a partire dalla fine del 2017 o dall’inizio del 2018, quando si formalizzerà il primo invito alla comunità degli enti pubblici europei.
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