Open Fiber, la società pariteticamente controllata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti (che a sua volta è controllata per l’83% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), ha raggiunto i 2 milioni di abitazioni nel progetto di copertura della fibra ottica di territorio nazionale. A dichiararlo è stato l’amministratore delegato della società Tommaso Pompei, che ha comunicato il risultato raggiunto nelle aree A e B con la tecnologia FTTH (Fiber-to-the-home), che permette alla fibra ottica di raggiungere direttamente l’abitazione.
Le aree A e B sono quelle in cui gli operatori hanno maggiore interesse nell’investire in virtù della forte densità di popolazione. Per le aree C e D, dette “a fallimento di mercato”, sono zone in cui lo stato sta cercando di intervenire con l’emanazione di bandi nazionali (vedi bando Infratel che renderà la fibra accessibile a 9,6 milioni di abitazioni solo con il primo dei tre bandi).
Un milione e duecentomila delle abitazioni raggiunte dalla fibra ottica di Enel Open Fiber proviene dalla rete di Metroweb (grazie ai risultati raggiunti in città come Milano, Bologna e Torino), la società acquistata definitivamente nel marzo del 2017. Il resto invece è frutto dell’installazione della fibra in città come Catania, Perugia, Napoli e Padova.
In un’intervista a gennaio il manager aveva sostenuto come il progetto di portare la fibra entro il 2021 a 9,5 milioni di utenti fosse in corso d’opera e stesse procedendo meglio di quanto previsto. Si tratta, come sostenuto da Pompei negli scorsi mesi durante un’audizione alla Camera dei Deputati, di un piano che ammonta a 6,5 miliardi di euro, che darebbe lavoro a 15.000 italiani e che farebbe aumentare il PIL dell’1,3 – 1,4%.
A richiedere l’accelerazione degli investimenti sono i principali partner di Enel Open Fiber, Vodafone e Wind Tre, che hanno già intrapreso nelle città interessate le loro campagne promozionali. A fine settembre i lavori di cablaggio dovrebbero aver coinvolto 100 comuni italiani delle aree A e B.
Ai risultati si aggiungono le prospettive per quanto riguarda la quotazione di Open Fiber all’indice FTSE, il paniere che contiene le azioni delle 40 società italiane quotate sul mercato azionario telematico con maggiori capitalizzazione e flottante in Italia. La scelta, che deve essere condivisa con gli azionisti, sarà valutata quando la società raggiungerà un determinato grado di sviluppo e un certo numero di clienti. L’amministratore delegato ha indicato il 2019 come l’anno in cui le dimensioni di Open Fiber potranno essere tali da permettere una simile decisione.
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