Durante gli anni Sessanta, all’indomani del lancio della prima sonda spaziale da parte dei sovietici, furono elaborati i primi sistemi informatici da parte del Ministero della Difesa statunitense, per facilitare la comunicazione, e in particolare il trasferimento di informazioni, tra i computer dell’Agenzia (ARPA). La necessità era quella di individuare strumenti informatici da applicare alla difesa militare e al campo dell’ intelligence. La funzione prettamente militare che questo sistema di comunicazione e di condivisione assumeva, fu poi allargata alla ricerca scientifica, fino a quando, con la nascita del World Wild Web nei primi anni Novanta, Internet diventò di dominio pubblico, consentendo agli individui l’accesso ai primi siti web e alla comunicazione via e-mail.
La fase appena delineata del cosiddetto “web 1.0” sarebbe stata assoggettata a cambiamenti sempre più repentini con l’avvento del primo millennio. Nell’ottica dell’accrescere l’interazione fra il soggetto e la rete, e fra i soggetti stessi, il web 2.0 ha introdotto piattaforme sempre più sofisticate, come i blogs, le chats, i social networks. Dal punto di vista materiale il web ha avuto un ruolo ancora più rilevante nella vita degli utenti attraverso l’uso di dispositivi come smartphones, tablets, fino ad arrivare agli smartwatches. Con il web 3.0, l’attuale fase evolutiva della rete, si parla di una maggiore relazione tra i contenuti virtuali (ad esempio attraverso delle semplici parole chiave) e della trasformazione del web in un enorme Database.
Tutte le invenzioni umane, prima di diventare realtà, sono frutto dell’immaginazione. Il caso di Internet, la cui etimologia deriva da “International Network”, è senz’altro emblematico. Alla base di Internet vi è la capacità di mettere in comunicazione le persone. Oggi, dopo che questo obiettivo sembra essere raggiunto da quasi la metà della popolazione mondiale, si parla sempre più dello scenario immaginario dell’”Internet delle cose” (Internet of things, Iot). Questo scenario immaginario, ma assolutamente verosimile, sarebbe la rappresentazione di un mondo in cui le cose sono connesse tra loro. Non si parla più di interconnessione tra persone, bensì tra cose. Nella realtà, in caso di incidente le automobili trasmetterebbero le richieste di soccorso direttamente all’ospedale più vicino e giungerebbe un segnale agli altri automobilisti fornendo loro una strada alternativa per arrivare a destinazione senza dover attraversare il luogo dell’incidente. Altro caso potrebbe essere quello di installare dei sensori che potessero comunicare l’esistenza di parcheggio già a lunga distanza. A questi esempi se ne aggiungerebbero tanti altri da applicare a quasi tutti gli aspetti della vita reale. Ne scaturirebbe che quasi tutti gli oggetti in circolazione prenderebbero vita e diventerebbero comunicanti fra loro.
(Il video mostra il caso in cui un professore universitario sia malato e cancelli la lezione del giorno. Il sistema permetterebbe di avvisare gli studenti permettendo, senza svegliarli di posticipare la sveglia, modificare la temperatura dell’impianto termico e di preparare la colazione prima dell’inizio della successiva lezione prevista)
Le maggiori società di ricerca stimano che entro il 2020 si arriverà a 25 miliardi di oggetti e dispositivi collegati tra loro, ma molti soggetti non sanno di essere già a contatto con essi.
Già da tempo si è avviata la formazione del business intorno a questo campo così complesso. Per la creazione di questo mondo interconnesso saranno necessarie strutture che supportino e garantiscano il buon funzionamento del sistema. Ci sarà quindi necessariamente bisogno di una rete che possa supportare il trasferimento di una gigantesca mole di dati, con un impegno sempre maggiore da parte degli operatori che forniscono la rete. Occorreranno figure professionali adatte all’installazione e alla manutenzione del sistema (il cui monitoraggio ordinario sarebbe comunque gestito da un sistema di autonomic computing). Si sta assistendo quindi alla nascita di un vero e proprio nuovo mercato collegato alla crescita dell’Internet of things. A tal proposito continua a crescere anche la tecnologia SIM M2M (Machine to Machine), in cui si stanno specializzando le società di telefonia mobile e che permette di accedere ad attività di telecontrollo, sicurezza, domotica, automezzi, ecc.
In Italia gli ambiti applicativi principali rimangono quelli della Smart Home e delle Smart City. Un’indagine dell’Osservatorio dell’Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha illustrato come, nel 2016, il 26% degli italiani disponga di almeno un oggetto intelligente per la Smart Home. La maggior parte degli oggetti della Smart Home riguarda la sicurezza e la gestione energetica della casa. Non si può nascondere però che il 67% degli italiani abbia manifestato il timore per il disturbo che l’Internet delle cose potrebbe creare alla privacy. Questo è sicuramente il punto più oscuro delle conseguenze dell’Internet of Things. Una tecnologia del genere, che sta crescendo molto velocemente, non elimina la possibile preoccupazione, da parte di molti, che riguarderebbe un mondo fin troppo connesso. Nel corso della storia i vantaggi della comunicazione istantanea hanno sempre più migliorato la vita dell’uomo: dal telegrafo alle apps di messaggistica istantanea. Con l’Internet delle cose il numero degli elementi inseriti nella comunicazione si espande e comprende persino gli oggetti, facilitando e migliorando molti aspetti della vita di ognuno. Altro nodo da sciogliere sarà sicuramente l’incertezza su quelle professioni che sarebbero direttamente “minacciate” dall’Internet of Things (nel caso della segnalazione di malattia da parte del professore, i dipendenti della segreteria universitaria). Da analizzare sarà anche la sostenibilità dell’intero sistema contro eventuali attacchi di hackers, che potrebbero bloccare l’intero sistema da cui molti aspetti della vita delle persone potrebbero dipendere.
Sarà importante quindi osservare come tutte queste incertezze possano essere risolte di pari passo con l’evoluzione di questa tecnologia, evitando così prevaricazioni da parte di eventuali gravi problemi. Ancora una volta l’uomo è dinanzi ad una nuova opportunità di cambiare la propria vita. La sfida, sarà quella di apprezzare come la tecnologia possa migliorare la vita, senza permetterle di sostituirla.
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