Il 1° Settembre 2016 è stato il giorno in cui la Commissione Europea ha approvato con una nota la proposta di joint venture (accordo di fusione tra imprese) di H3G Italia S.p.A., controllata dalla CK Hutchison, e di Wind Telecomunicazioni S.p.A., controllata dall’allora VimpelCom, adesso Veon. La fusione sarebbe stata dichiarata conforme al regolamento UE sulle concentrazioni qualora le due multinazionali avessero sciolto le riserve sollevate dalla Commissione. Infatti, prendendo atto del fatto che la fusione avrebbe portato a una riduzione da quattro a tre del numero degli operatori telefonici presenti sul mercato italiano, la Commissione sosteneva che ciò avrebbe comportato un minore incentivo alla concorrenza e dei prezzi più elevati a discapito dei consumatori.
Questo avrebbe intaccato anche il destino degli operatori virtuali (Fastweb, PosteMobile, CoopVoce, ecc.), riducendo la vasta scelta di operatori di rete a cui appoggiarsi rispetto a prima della fusione. Le riserve della Commissione sono state successivamente sciolte da misure correttive che prevedevano la cessione di attività a un quarto operatore telefonico (è possibile approfondire consultando: https://www.mondomobileweb.it/56654-ufficiale-antitrust-ue-approva-la-fusione-3italia-wind-grazie-allingresso-del-nuovo-operatore-iliad/). Il quarto operatore che avrebbe ottenuto tali attività avrebbe fatto capo a Iliad S.A., azienda francese che si occupa di telecomunicazioni e che ha come sua filiale dal 2012 la “Free Mobile” quarto operatore telefonico francese. La società francese quindi è stata preferita nelle trattative rispetto a Fastweb che ha perso sostanzialmente l’opportunità di fare il salto da operatore virtuale a operatore vero e proprio di telefonia mobile.
La storia di Iliad comincia nel 1990, quando il ventitreenne milionario Xavier Niel acquista la Fermic Multimedia, dopo aver fatto fortuna grazie al Minitel nel campo della pornografia. Puntando al successo nella diffusione di internet in Francia, Xavier Niel ottiene alla fine del decennio le licenze per commercializzare servizi di telecomunicazione con il marchio “Free” e la rete di Iliad viene interconnessa con quella di France Télécom.
Gli ingenti investimenti della Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, aprono la strada a Niel, che sviluppa dal 2002 un terminale multimediale chiamato “Freebox” per telefonia fissa. Già da questo momento Niel mostra la sua predisposizione a proporre tariffe a bassissimo costo anche se ancora per la rete fissa: l’offerta “Free haut débit à 29,99 euros par mois” comprende a un prezzo così basso l’accesso al collegamento alla rete, alla tv via cavo e alla telefonia fissa illimitata. Il primo vero contatto tra Niel e il mercato telefonico italiano è l’acquisto di Alice France da Telecom Italia che rende Iliad il secondo fornitore di accesso ad Internet in Francia. Ciò che però sembra aver consacrato Iliad è stato l’ingresso nel mercato della telefonia mobile con “Free Mobile” nel 2012.
I dati pubblicati a marzo relativi al 2016 parlano chiaro: Free Mobile ha raggiunto il 18% delle quote sul mercato francese con 12,7 milioni di utenti nel giro di meno di cinque anni. La copertura della rete 4G sul territorio nazionale ammonta a più dell’80% e la copertura della rete 3G è quasi totale (dati 1° trimestre 2017). Attraverso le sue ricerche di mercato Iliad ha preso nota del fatto che tre francesi su quattro considerano internet illimitato come indispensabile. Non a caso le offerte Free Mobile vanno in questo senso: da una parte un’offerta smart di due euro che prevede fino a 120 minuti per le chiamate, SMS/MMS illimitati e fino a 50Mb in 4G a 2 euro al mese (gratis per chi è cliente di Freebox), dall’altra parte una decisamente più abbondante che prevede chiamate, SMS/MMS illimitati e 50Gb al mese a 19,99 (15,99 per chi è cliente Freebox). Certe offerte fanno di Free Mobile uno degli operatori con i prezzi dei servizi telefonici più bassi in Europa.
Proprio nei giorni in cui sono stati pubblicati i risultati dell’anno 2016, Niel ha confessato a “Les Echos” di voler raggiungere subito il 10% delle quote del mercato telefonico in Italia, ma di non abbandonare anche la trasparenza e l’onesta nei confronti dei consumatori. Se da una parte la notizia degli ultimi giorni è che Iliad sta aprendo le prime posizioni lavorative, nonostante l’indefinitezza del momento del debutto sul mercato italiano e del nome del gestore telefonico, dall’altra gli altri operatori telefonici reagiscono con le proprie strategie.
Strategie che per alcuni si tradurranno nel lancio di nuovi operatori virtuali, come ha fatto Telecom Italia con KenaMobile a marzo e Vodafone con la prossima presentazione di un brand della Vei srl (ma non c’è nulla di ufficiale ancora). Storia differente per Wind Tre, che ha deciso di mantenere la divisione dei due brand per quanto riguarda il comparto consumer. I futuri concorrenti inoltre dovranno elaborare nuove offerte che possano competere con quelle a prezzi stracciati di coloro che Vittorio Colao (amministratore delegato Vodafone Group) ha chiamato “i pirati di Iliad”.
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