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Fusione Wind-3Italia: ecco le prime analisi dei Sindacati

Venerdì 14 settembre 2016 si è svolto l’incontro di procedura per l’incorporazione di Wind Telecomunicazioni in Tre Italia. L’incontro rappresenta l’inizio di un confronto sindacale che porterà all’effettiva fusione societaria con la conseguente creazione di una unica entità industriale. Un percorso regolatorio lungo, iniziato nell’agosto 2015, che porterà alla creazione di un operatore con circa 31 milioni di abbonati sul mobile ed un buon posizionamento sul fisso.

La nascente società avrà una partecipazione paritetica del 50% di Vimpelcom e Hutchinson nella holding che deterrà il controllo della nuova azienda e delle controllate Wind Retail e 3 Elettronica. Nelle intenzioni del management l’operazione porterà ad un minor impatto del debito oggi presente in Wind, liberando risorse per maggiori investimenti sulla rete e sul segmento Business.

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Sempre riguardo il difficile percorso di approvazione dell’operazione da parte della Commissione europea, i responsabili delle due aziende hanno meglio esplicitato l’indicazione europea per la nascita di un quarto gestore di telefonia mobile. In particolare è stato specificato come ad Iliad, il soggetto internazionale prescelto, verranno conferite frequenze ed assets industriali (torri) senza escludere, in via teorica, la possibilità di passaggi di personale.

Al momento della effettiva fusione delle due realtà, presumibilmente entro la fine dell’anno, i contratti di solidarietà in essere in Wind Telecomunicazioni decadranno. A margine dell’incontro le parti hanno sottoscritto un accordo che mantiene tutti gli accordi in essere nelle due realtà fino ad accordo di armonizzazione per la nuova azienda.

Da parte sindacale si è invece sottolineato come la decisione della Commissione Europea abbia finalmente posto fine ad un periodo di incertezza che iniziava ad ingenerare comprensibili ansie fra i lavoratori. Il processo di consolidamento di due realtà industriali importanti quali Wind e 3Italia non può non essere salutato come un fatto positivo.

Dopo anni di crescita impetuosa e di dinamiche dei prezzi in continuo, eccessivo, ribasso, questa fusione dovrebbe essere quel segnale di discontinuità che potrebbe riportate il mercato delle telecomunicazioni ad investire sulla qualità e l’innovazione, smettendo di bruciare valore. La scelta europea di vincolare l’operazione all’ingresso di un quarto operatore mobile è, ad avviso delle Organizzazioni Sindacali, un elemento che potrebbe andare in controtendenza rispetto al positivo processo di consolidamento, riportando il mercato su dinamiche competitive tutte incentrate sulla compressione dei prezzi.

Sul fronte occupazionale il sindacato ha ribadito la priorità assoluta che l’operazione di integrazione e fusione delle due aziende non abbia riscontri sui perimetri occupazionali. La nuova azienda dovrà scegliere a quale modello industriale ispirarsi fra quello di Wind e quello di H3G. Per il sindacato l’unico modello pienamente condivisibile sarà quello che preveda una filiera “lunga” con tutte le attività “core” dentro il nuovo perimetro (rete, assistenza clienti, information tecnology, staff e commerciale), l’unico modello in grado di garantire, anche attraverso programmi di riconversione, la piena occupazione e l’aggiornamento costante delle professionalità.

A queste condizioni è chiaro che il sindacato confederale non potrà che accettare la sfida di un processo, quello di fusione, che avrà comunque delle complessità. In caso contrario difficilmente potrà esserci qualsiasi condivisione.

Comunicato Stampa SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

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