Tim Prime Go: arriva una nuova denuncia di Aduc ad Antitrust e Agcom
Pubblichiamo il comunicato stampa dell’ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) contro All Inclusive Maxi:
«A meno di due mesi dalla bocciatura di TIM Prime da parte di Agcom e dall’apertura di un procedimento davanti all’Antitrust, Telecom comunica dal proprio sito internet la prossima attivazione di TIM Prime Go. Cosa cambia rispetto a Tim Prime che avevamo già denunciato alle Autorità? Come vedremo, poco in realtà: Tim in soldoni aumenta indirettamente i prezzi dei piani base per i propri clienti e aumenta ulteriormente la loro spesa, automaticamente e senza previo consenso, di 0,49 centesimi a settimana (2 euro al mese), introducendo un costo fisso che sa tanto di costi di ricarica, vietati ormai da anni (decreto Bersani del 2007).
A ciò si aggiunge una informazione ai clienti/consumatori decisamente poco chiara. Per questi motivi abbiamo segnalato la condotta ad Antitrust e Agcom affinché ordinino la sospensione di TIM Prime Go.
Ma andiamo con ordine, Tim annuncia che a partire dal 15 giugno 2016 alcuni clienti subiranno una modifica contrattuale: l’attivazione di Tim Prime Go, nuovo “piano tariffario base” che verrà attivato al costo di 0,49 centesimi a settimana (1,96 euro al mese). Se così fosse, nulla da dire, sarebbe una modifica contrattuale, consentita dalla vigente normativa. Ma Tim Prime Go non è un nuovo piano tariffario base, è un costo fisso “puro”, come i costi di ricarica appunto: cosa compro con 0,49 a settimana? Risposta, nulla.
Cosa è un piano tariffario base ce lo spiega la stessa Tim nella pagina dedicata a Tim Prime Go: “Il piano tariffario base è la tariffa di riferimento della tua TIM Card ricaricabile, si applica se non ci sono altre offerte eventualmente attive sulla linea (es. TIM Special, Young, etc.) o quando si esaurisce la quantità di minuti, SMS o giga prevista dalle tue offerte”. Quale è la tariffa base di riferimento del nuovo piano Tim Prime Go? Nessuna, perché non è un piano tariffario ma solo un esborso richiesto al cliente. I 49 centesimi a settimana sono richiesti a prescindere, anche se non si attivano i vantaggi pubblicizzati da Tim. Notare che l’attivazione dell’esborso è automatica e senza consenso preventivo, mentre per usufruire dei vantaggi occorre il consenso e la richiesta del cliente (ammesso che interessino).
Che Tim Prime Go non sia un piano base continua a spiegarlo Tim nelle pagine dedicate al servizio, contraddicendo se stessa: “Fermo restando l’addebito settimanale 49 cent/€ previsto dal profilo tariffario base TIM Prime go, comunque applicabile, le offerte di minuti, SMS e giga inclusi, eventualmente attive sulla tua linea, non subiranno alcuna variazione”.
E cosa fare se non voglio Tim Prime Go? Posso recedere dal contratto, passare ad altro operatore, o scegliere un piano base Tim diverso da quello che già avevo (al costo di 0,29 euro a minuti di chiamata).
In conclusione, chi aveva una sim a consumo (che per definizione non ha costi fissi) si ritrova a scegliere fra avere un costo fisso (Tim Prime Go) o un aumento del prezzo per minuto di chiamata (se prima pagava meno di 0,29 centesimi al minuto subirà un aumento, altrimenti il costo resterà invariato).
Chi aveva una sim con un piano a forfait si ritroverà a scegliere fra avere il costo fisso di Tim Prime Go oppure avere un aumento del prezzo per minuto di chiamata quando “sfora” il tetto di minuti previsti dalla propria offerta (se prima pagava meno di 0,29 centesimi al minuto subirà un aumento, altrimenti il costo resterà invariato).
Districarsi nella nuova operazione di Tim non è semplice, e a nostro avviso i profili di violazione normativa sono molteplici:
– Violazione del divieto di opt-out
– Pratica commerciale scorretta e aggressiva, poiché Tim attiva senza il consenso dell’utente un servizio non richiesto
– Pubblicità poco chiara e quindi ingannevole
– Reintroduzione di costi fissi, anche su sim a consumo, aboliti dal decreto Bersani.
Per questo motivo abbiamo chiesto ad Agcom e Antitrust di ordinare a Telecom Italia Spa la sospensione dell’attivazione di Tim Prime Go.»
Comunicato ADUC scritto da Avv. Emmanuela Bertucci
Secondo Agcom, interpellata da Repubblica.it, “Tim Prime Go è diversa da Prime perché è un rincaro secco della tariffa, il che è permesso dalla normativa”.
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