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“Per Sempre” e “Senza Limiti” sono locuzioni commerciali utilizzate correttamente? Antitrust perdona Tim, Vodafone e Wind

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva deciso di avviare l’anno scorso tre distinti procedimenti nei confronti di Tim, Vodafone e Wind, per verificare se le campagne pubblicitarie che proponevano offerte per Internet ‘senza limiti’ o “illimitato” e condizioni valide ‘per sempre’ siano conformi alle norme del Codice del Consumo. Dopo quasi un anno, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha pubblicato il suo bollettino con risultati inattesi da parte di alcune associazioni. Le procedure di indagine sono state chiuse riconoscendo che le compagnie telefoniche avevano messo in atto delle pratiche commerciali scorrette (servizi vantati come “per sempre” o “illimitati”, che non erano tali), ma non ha ritenuto di comminare alcuna  sanzione perché tutti i gestori coinvolti si sono formalmente impegnati a non reiterare queste pratiche.  In questo periodo di variazioni tariffarie selvagge, purtroppo abbiamo scoperto ancora una volta che l’abusato “Per Sempre” ancora una volta non è stata rispettato. C’è chi ha utilizzato anche la formula “5 anni” cambiando idea – e soprattutto tariffa – neanche dopo un anno.

Il bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del 10 Marzo 2014, che riguarda però pubblicità commerciali scorrette dell’anno scorso  riferite a offerte “per sempre”, “senza limiti” o “illimitato”, mi lascia dunque un po’ perplesso.

Per esempio, Vincenzo Donvito, presidente ADUC (Associazione per i Diritti degli Utente e Consumatori), dichiara nel suo sito ufficiale:

Tim e Vodafone vendevano prodotti dicendo che il servizio era a collegamento “illimitato” e “per sempre”. Wind faceva altrettanto ma senza dire che era per sempre. Denunciati all’Antitrust, l’Autorita’, dopo un anno, riconoscendo che si tratta di pratiche commerciali scorrette (“illimitato” e “per sempre” sono finti!) prende atto del “pentimento” di questi gestori telefonici e crede al loro impegno di non farlo piu’. Quindi niente multa. Intanto, chi e’ stato fregato da questi gestori, la prende in tasca, a meno che non impugni i contratti stipulati e cerchi di far valere le decisioni dell’Autorita’. Cerchi di far valere…. per l’appunto, perche’ l’esperienza che abbiamo acquisito in questi anni di consulenza e assistenza, ci ha insegnato che mai questi gestori riconoscono il loro torto, anche se evidente, se non quando glielo impone una Autorita’. Quanti lo faranno, magari per poche decine di euro, recuperabili solo a fronte di spese e impegni talvolta di importi superiori (raccomandate A/R, consigli da associazioni come la nostra, pratica al Corecom, etc)? Questo, ben lo sanno i gestori telefonici, e per questo hanno commesso questi illeciti ora sanzionati con una “tirata di orecchie” e domani continueranno a fare altrettanto. Abitudini di malaffare che potrebbero essere interrotte solo se l’Autorita’ non si limitasse a prendere atto dei loro impegni a non commettere piu’ illeciti, ma se li multasse anche in modo molto forte… ma crediamo che non ci sia ne’ volonta’ politica ne’ volonta’ economica di farlo. E l’utente paga!

Ancora Vincenzo Donvito, presidente dell’Associazione per i Diritti degli Utente e Consumatori (ADUC),  in un altro comunicato del 11 Marzo 2014, precisa: “La critica dovuta al fatto che quanto gia’ commesso di illecito non viene sanzionato e grazie alla nostra esperienza e’ garantito che in qualche modo continueranno in queste pratiche commerciali scorrette poiche’, per le loro vittime, opporsi e’ sempre oneroso. Non solo, ma quand’anche dovessero essere sanzionati dall’Antitrust, la portata delle sanzioni e’ sempre inferiore al guadagno che hanno ricavato dalla loro illecita iniziativa. Fatti ed episodi quotidiani nel mondo delle telecomunicazioni e in quelli dell’energia. Ma quello che oggi ci ha piu’ colpito e’ che ieri le agenzie stampa, ed oggi i media (almeno i principali che siano stati in grado di monitorare), non hanno dato notizia, non tanto delle nostre critiche (che si possono anche non condividere perche’ comunque l’Autorita’ applica le norme previste), ma della decisione dell’Antitrust. Cioe’ Telecom, Vodafone e Wind, che hanno pubblicamente ammesso di aver messo in atto pratiche commerciali scorrette e si sono impegnati a non farlo piu’, non e’ una notizia. La nostra mente non ha potuto non ricordare le intere pagine di pubblicita e i numerosi spot tv e radio che questi gestori fanno su tutti i media in modo martellante, media che saranno loro molto grati per sostenerli li’ dove contribuiscono in modo determinante alla loro esistenza economica, la conseguenza di questo nostro pensiero e’ semplice. Ognuno ne tragga tesoro.

Ringraziamo Vincenzo Don Vito, presidente dell’ADUC, per la sua ottima esperienza in questo mercato, noi sinceramente rimaniamo con l’amaro in bocca. Nel 2013 abbiamo visto una diminuzione dei prezzi sul mercato della telefonia mobile, invece nel 2014 come purtroppo ho anticipato ci sono stati nuovi aumenti da parte di tutti i gestori di rete. Per chi lavora nel mercato della telefonia la guerra dei prezzi dell’estate 2013 è stata sconclusionata e non ha portato bene ad alcun gestore. Spero che le associazioni possono intervenire anche per i nuovi casi di attivazione di offerte e servizi non richiesti.

Purtroppo questo 2014 è iniziato veramente male, lasciando ben 220.000 utenti senza linea a causa dei problemi finanziari di Bip Mobile, insolvente con i suoi fornitori. Il credito residuo di alcuni di questi consumatori ancora non è stato recuperato perchè non tutti i gestori telefonici si sono offerti di rimborsarlo, a causa della richiesta di liquidazione di Bip Mobile.

Nel frattempo si continua delocalizzare all’estero, le Segreterie Nazionali di UILCOM, SLC CGIL e FisTel CISL, hanno presentato una denuncia alla Procura Generale di Roma  affinchè apra un fascicolo contro le aziende dei settori richiamati in premessa per avviare una  serie  di  accertamenti  al  fine  di evitare  la  concorrenza  sleale  che  continua  a  portare  distorsione  del mercato e della concorrenza con pesanti ricadute sull’occupazione. In più c’è anche la denuncia per l’utilizzo di ammortizzatori sociali per decine di milioni di euro a seguito dei  fenomeni di delocalizzazione.  Le  imprese  italiane  usufruiscono di ammortizzatori in deroga in Italia e delocalizzano attività all’estero con gravissime ricadute sui conti dello Stato.

Come finiranno tutte queste storie?

Un saluto da vostro ZioTel.it Aspetto, come sempre, i vostri commenti (rispettando la netiquette e il buon senso)!

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