TIM, l’AD Labriola: “TIM – Iliad o WINDTRE – Iliad uniche opzioni per il consolidamento”
Secondo l’AD di TIM, Pietro Labriola, per quanto riguarda il consolidamento delle Telco in Italia, in particolare per raggiungere l’obiettivo di avere solo 3 reti di telefonia mobile, le uniche due opzioni percorribili sono quelle fra TIM e Iliad o fra Iliad e WINDTRE, entrambe da considerarsi positive per il mercato.
L’Amministratore Delegato di TIM lo ha dichiarato ieri, 9 Aprile 2025, nel corso dell’evento “Telecommunications of the Future”, a cui Pietro Labriola ha partecipato collegato in video da remoto.
Innanzitutto, Labriola ha commentato il recente accordo fra Poste Italiane e Vivendi, grazie al quale al concretizzarsi dell’operazione Poste diventerà il principale azionista del Gruppo TIM, arrivando ad avere una partecipazione complessiva del 24,81%, permettendo di avviare delle sinergie tra le due aziende, quindi con un consolidamento in questo caso dal punto di vista commerciale.
A questo proposito, Pietro Labriola ha dichiarato che l’azienda telco è contenta di avere un’azionista di riferimento come Poste Italiane, che considera l’investimento in TIM come strategico, anche con l’obiettivo di poter ragionare nel medio e lungo termine, e non più trimestre per trimestre.
In merito invece al consolidamento delle reti di telefonia mobile in Italia, l’AD di TIM ha sottolineato come una riduzione delle reti, passando dalle attuali 4/5 a 3, porterebbe ad avere dei costi minori per la fornitura del servizio da parte delle Telco.
Su questo tema, rispondendo ad una domanda sulla possibile operazione di consolidamento fra TIM e Iliad Italia, già ipotizzata nei mesi scorsi, Labriola ha specificato come questa, insieme ad una ipotetica operazione fra WINDTRE e Iliad, siano le uniche opzioni fattibili per ridurre le reti mobili in Italia e attuare il consolidamento.
Di seguito si riportano le dichiarazioni di Pietro Labriola sul consolidamento del mercato TLC e sulle possibili opzioni percorribili:
[…] Ho sempre detto e continuo a ribadirlo: se noi stiamo dicendo che nel mercato siamo in tanti, e dobbiamo provare ad andare da 5 a 3 operatori, è chiaro che, dato che Fastweb e Vodafone hanno già avviato un consolidamento delle loro reti, come operatori infrastrutturati rimaniamo in 3: noi (TIM, ndr), Wind (WINDTRE, ndr) e Iliad.
Se uno fa un banale calcolo matematico delle possibili combinazioni, l’unica combinazione che non è fattibile ai fini Antitrust è quella TIM – Wind.
Qualunque altra combinazione, Wind – Iliad o TIM – Iliad, la vedrei positivamente perché porta a quel ragionamento fatto prima, ovvero: evitare di avere una pluralità di reti e tornare anche verso una razionalità del mercato.
Quindi, ciascuna delle due opzioni io la vedo come estremamente positiva per il mercato.
Non è solo un tema dell’Italia: anche in Francia si sta parlando di portare gli operatori da 4 a 3, in UK c’è stato questo consolidamento (la fusione fra Three UK e Vodafone UK, ndr), se ne parla in Spagna, ovvero moltiplicare il numero di infrastrutture non ha un senso economico.
Io non raddoppierei l’A14 mettendo accanto all’autostrada A14 un’altra A14 se il numero di auto che deve circolare è sempre lo stesso. Noi siamo 60 milioni: o diventiamo 120 milioni, allora vanno bene 5 reti, ma se rimaniamo 60 milioni 5 reti sono troppe.
Oltre al consolidamento, l’AD di TIM ha parlato anche di altri argomenti, fra cui le frequenze di telefonia mobile in scadenza nel 2029, e in questo caso Labriola ha ribadito la sua posizione favorevole, già espressa nelle settimane scorse, ad adottare il modello già realizzato in Germania, ossia quello di una proroga gratuita ma con dei precisi obblighi di copertura e di investimento.
Allo stesso evento è intervenuto anche l’AD di Iliad Italia, Benedetto Levi, che sul consolidamento non ha fatto alcun riferimento alle possibili opzioni citate da Labriola, ma ha semplicemente ribadito che l’operatore italiano del Gruppo Iliad è pronto a fare la sua parte.
Inoltre, così come fatto da Labriola, in merito alla proroga delle frequenze in scadenza nel 2029, Levi ha detto di essere favorevole a modalità di assegnazione meno onerose ma con impegni sugli investimenti, sulla scia del modello adottato in Germania.
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