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AIIP: dopo 12 anni la Cassazione condanna TIM a risarcire KPNQwest Italia

Il 28 Gennaio 2025, la Suprema Corte di Cassazione ha sanzionato TIM per abuso di posizione dominante nei confronti del provider milanese, nonché socio dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), KPNQwest Italia, respingendo il ricorso che l’operatore aveva presentato 12 anni prima, nel 2013.

Lo ha reso noto, nella giornata di ieri, 26 Febbraio 2025, proprio l’Associazione Italiana Internet Provider, sottolineando come la sentenza della Cassazione sia arrivata esattamente nell’anno in cui l’Associazione, costituita nel 1995, festeggia il suo trentennale.

Come affermato da AIIP, la Cassazione ha messo così fine a una vicenda durata 12 anni, confermando una sanzione per TIM di circa 6 milioni di euro (a detta dell’Associazione, tuttavia, erano stati chiesti 37 milioni di euro) per abuso di posizione dominante nel periodo tra il 2009 e il 2011, a danno dell’operatore KPNQwest Italia.

Una condotta, ha spiegato l’Associazione, accertata già nel 2013 anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che aveva sanzionato TIM per oltre 100 milioni di euro.

Di seguito, le parole di Marco Fiorentino, AD di KPNQwest Italia ed ex Presidente AIIP, che ha dichiarato:

È il punto di arrivo di oltre trent’anni di battaglie che restituisce giustizia agli imprenditori del settore Telco che hanno dovuto combattere uniti all’interno dell’Associazione, anno dopo anno in sede regolatoria ed antitrust per garantire la concorrenza nel settore.

La mia azienda è stata fondata nel lontano 1985, siamo stati tra i primi ad offrire servizi di telecomunicazioni in concorrenza all’operatore pubblico, abbiamo contribuito alla creazione del MIX, punto strategico di interconnessione nazionale e internazionale con i maggiori operatori con sede a Milano e contribuito alla realizzazione dell’Internet Italiana, sempre dovendo combattere insieme ad altre aziende come la nostra per garantire la libera concorrenza. Per noi è un momento di riscatto, giustizia e orgoglio.

Nel dettaglio, ha ricordato AIIP, i fatti oggetto del contenzioso risalgono al 2009, quando TIM, che allora deteneva ancora il monopolio quasi assoluto sulla rete di accesso ad Internet in Italia, prevedeva procedure diversificate per i propri clienti e per quelli degli operatori concorrenti, a detta dell’Associazione determinando per TIM un vantaggio a scapito dei suoi competitors.

Secondo AIIP, in particolare, è stato accertato che in quegli anni, nel caso in cui in centrale si fosse verificata una mancanza di risorse, le segnalazioni inviate dagli operatori concorrenti andavano in ko, obbligandoli a inoltrare un nuovo ordine. Quelle di TIM, invece, restavano in uno stato di sospensione e, reperite le risorse, venivano prese in carico senza perdere la priorità acquisita.

TIM, inoltre, sempre stando a quanto riferito da AIIP, poteva contare su database più aggiornati rispetto a quelli predisposti per gli operatori concorrenti, i cui ordini, per questo motivo, andavano  a volte in ko.

Accertati questi comportamenti come condotta anticoncorrenziale, nel 2013 l’Antitrust ha quindi sanzionato TIM, che ha risposto con un ricorso prima al TAR e poi al Consiglio di Stato, i quali però hanno confermato il giudizio iniziale. In seguito alla sanzione dell’AGCM, diverse aziende, tra cui anche KPNQwest Italia, si sono quindi rivolte alle Corti Civili per ottenere un risarcimento.

Nel 2019, il provider socio di AIIP vince in primo grado, al quale si sono poi susseguiti ulteriori ricorsi di TIM, prima alla Corte di Appello di II Grado, che ha confermato la sentenza di primo grado, ed infine in Cassazione, che a Gennaio 2025, come già detto, ha dunque confermato la sentenza di secondo grado, condannando l’operatore ex incumbent a risarcire KPNQwest Italia per circa 6 milioni di euro.

Editing Mattia Castro

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