ASSTEL racconta il rapporto 2024 sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia
I dati del Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia 2024, realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, hanno evidenziato che anche il 2023 è stato un anno di crescita per i volumi di traffico dati (+13% per il traffico dati fisso, +26% per quello mobile), ma anche di una sostanziale stabilizzazione dei ricavi del settore.
Questi ultimi, infatti, dopo anni di tendenza in diminuzione, sono aumentati dello 0,3%, pari a circa 100 milioni di euro, rispetto al 2022, raggiungendo 27,2 miliardi di euro. Complessivamente però, dal 2010 al 2023, i ricavi complessivi hanno fatto registrare un calo del 35%, dovuto a diminuzioni del 47% per il radio-mobile e del 22% per le comunicazioni fisse. Tale calo è superiore a quello degli altri principali Paesi europei.
Inoltre, nel 2023 Paesi limitrofi come Francia e Germania registrano trend positivi grazie alla crescita dei ricavi business e alla differenziazione dei canoni delle offerte in funzione del livello di servizio (es. diverse velocità di download/upload nei pacchetti a fronte di un prezzo unico in Italia).
I primi sei mesi del 2024, secondo le semestrali di alcuni dei principali Operatori, sembrano confermare questa tendenza del mercato, con un’ulteriore crescita del mercato fisso (+2,5%) controbilanciata dalla diminuzione del mercato mobile (-3,5%).
Gli altri segmenti della filiera mostrano le seguenti dinamiche:
- il mercato complessivo dei fornitori di apparati di rete (comprensivo, quindi, sia dei ricavi generati in Italia sia di quelli all’estero, in qualsiasi settore) registra un leggero calo (-1%) e vale 4,4 miliardi. Il calo è frutto di dinamiche contrapposte: crescono i ricavi provenienti da settori diversi dalle Tlc (+9%), come ad esempio Digital Solutions e Utilities, mentre sono in calo i ricavi provenienti dal settore Tlc (-8%) anche per via del rallentamento degli investimenti degli Operatori a cui si è assistito negli ultimi anni;
- la vendita dei terminali in Italia vede un calo del 2,5%, a causa esclusivamente del ripiegamento dei volumi di vendita degli smartphone (-11,1%). Il valore complessivo del mercato sfiora i 5,5 miliardi di euro nel 2023;
- il mercato degli Operatori di Customer Management (CRM – BPO) è in calo dell’1% e vale circa 1,9 miliardi di euro. La componente legata al settore telecomunicazioni vede però il proprio valore in diminuzione rispetto a quello che accade in molte altre industry. Tale dinamica è stata accentuata anche dalla progressiva uscita di scena di alcuni attori da questo mercato e da alcune crisi aziendali;
- i ricavi complessivi degli attori che si occupano di realizzare e gestire le torri per le comunicazioni (per qualunque industry) arrivano a valere 2,4 miliardi di euro, registrando una crescita del +8% rispetto al 2022.
Nonostante le dinamiche di mercato, proseguono gli investimenti degli Operatori Tlc in particolare per la costruzione delle reti a banda ultra-larga, radio e in fibra. Nel 2023, gli investimenti di circa 7 miliardi di euro confermano l’incidenza del 26% sul fatturato totale degli Operatori Tlc, percentuale stabile da ormai 3 anni.
Nonostante gli investimenti sembrino stabili tra il 2022 e il 2023, in un quadro a prezzi costanti, considerando fattori come l’inflazione, vedrebbero nel 2023 una diminuzione del loro valore di circa il 5%. Anche in prospettiva, gli investimenti sono destinati a essere rilevanti, per raggiungere gli obiettivi del Digital Decade Policy Program.
Secondo i dati DESI 2024, la copertura VHCN (Very High Capacity Network – reti FTTH, FTTB, cable docsis 3.1) a metà 2023, pur crescendo di oltre il 10% rispetto all’anno precedente, rimane distante dalla media europea: 59,3% Ita vs 73,4% Eu.
Tuttavia, il gap si riduce se si considera solo la copertura in fibra e non quella docsis, assente in Italia, che permette la trasmissione dati attraverso il cavo televisivo: in questo caso la media Eu si ferma al 64%, valore non distante da quello registrato in Italia.
Gli investimenti infrastrutturali degli Operatori continuano anche nel 2023: dalle prime stime la copertura VHCN delle abitazioni è cresciuta di circa il 10%, raggiungendo a settembre 2024 un valore tra il 55% e il 65%. Il valore di penetrazione delle reti FTTH (ossia il numero di clienti attivi sulle abitazioni coperte) in Italia è nettamente inferiore a quello di Paesi limitrofi (come Francia e Spagna) e superiore a quello della Germania (dove, però, il valore assoluto delle abitazioni coperte con FTTH è ridotto avendo l’alternativa del cavo).
Sempre secondo quanto emerge dalle analisi DESI 2024 – che considerano la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing – il 5G in Italia copre il 99,5% delle zone abitate, dato che colloca il nostro Paese tra quelli con la maggiore copertura 5G in Europa, superando nettamente la media EU che è pari a 89,3%.
Non bisogna però fermarsi alla prima lettura: i valori della Commissione Europea considerano, come riportato precedentemente, la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing (condivisione dinamica dello spettro, o DSS).
Considerando la copertura 5G Non Stand Alone (NSA), in Italia a settembre 2024, secondo le stime elaborate su dati pubblici degli Operatori, si raggiunge più del 75% della popolazione, con una crescita di circa il +7% rispetto a settembre 2023.
A livello di disponibilità 5G (ossia la percentuale di utenti con telefoni 5G e tariffe 5G attive che trascorrono la maggior parte del tempo connessi a reti 5G) emerge una forte disparità tra i diversi Paesi a livello mondo: l’Italia si posiziona nella parte bassa della classifica, con un valore pari al 17%.
Le difficoltà economiche del settore sono ben rappresentate dalla dinamica del saldo di cassa disponibile per gli Operatori Tlc (EBITDA – CAPEX): nel 2010 questo valeva 10,5 miliardi di euro disponibili per il servizio del debito finanziario, per il pagamento delle imposte e per la remunerazione degli azionisti; nel 2023 tale valore è pari a 0,5 miliardi di euro: se confrontato con il valore del 2022 (-3,8 miliardi di euro) si assiste ad una crescita importante.
Quest’ultimo valore era tuttavia fortemente caratterizzato dal pagamento della maxi rata di 4,5 miliardi di euro per le frequenze 5G. Al netto di questa operazione straordinaria si assisterebbe ad un calo del 25% rispetto al 2022. I numeri in particolare dell’ultimo triennio evidenziano una situazione che pone forti punti interrogativi sulla sostenibilità prospettica dell’Industry.
In un contesto tecnologico in continua evoluzione, la filiera Tlc non è immune ai cambiamenti e sta vivendo un profondo cambiamento, che la sta trasformando da una filiera, quindi da un modello lineare in cui ogni attore opera in una sequenza ben definita e le interazioni sono limitate e circoscritte, a un vero e proprio ecosistema, al cui interno sono presenti molteplici attori con caratteristiche differenti e, in alcuni casi, persino provenienza da altri mercati (es. utility, cloud) che si interfacciano l’uno con l’altro, dando vita a una rete di relazioni complesse.
L’evoluzione verso tale ecosistema sarà influenzata da quattro grandi macro-fattori: l’aggiornamento della regolamentazione di settore; lo sviluppo di una politica industriale dedicata che accompagni le trasformazioni di business e i trend tecnologici in atto; per una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi lo sviluppo di nuove strategie da parte degli attori della filiera (ingresso in nuovi mercati, valorizzazione del core business); la trasformazione del mercato del lavoro e la costruzione delle competenze necessarie.
A livello nazionale sono necessari una serie di interventi a sostegno della filiera e della sua trasformazione in ecosistema e azioni che favoriscano il completamento di quelli già adottati.
In particolare, Asstel ha richiesto una serie di interventi: l’introduzione di misure per la mitigazione strutturale del costo dell’energia, per rispondere ai forti rincari rispetto ai valori registrati negli anni ante-crisi pandemica; l’introduzione di misure per l’efficienza energetica, come l’accesso ad adeguati sistemi di incentivazione e a strumenti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili; una rapida attuazione delle misure di adeguamento dei limiti elettromagnetici; un consolidamento della semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione delle reti attraverso l’uniforme applicazione sul territorio del decreto legislativo correttivo del Codice delle Comunicazioni Elettroniche (CCE); la definizione di strumenti per massimizzare la collaborazione Tlc – Big Tech; sancire l’inclusione dell’offerta di reti e servizi di telecomunicazioni nei benefici previsti dalle misure del Piano 5.0 così da favorire gli investimenti utili a realizzare una infrastruttura di rete sicura, necessaria a supportare la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, nella direzione della transizione ecologica indicata dal legislatore; il corretto inquadramento in termini di responsabilità ed il sostegno economico relativamente al piracy shield previsto dalla legge a tutela del copyright su eventi live, diventato operativo per gli eventi sportivi dal 1° febbraio 2024.
La trasformazione in atto della filiera Tlc richiede l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani in un’ottica di ricambio generazionale. Sono queste le sfide su cui sono principalmente impegnate le imprese associate ad Asstel.
In questo contesto è centrale il tema della formazione permanete e certificata (con programmi strutturali di upskilling e reskilling) e quello delle competenze, con le imprese che segnalano difficoltà a trovare candidati con competenze tecniche adeguate.
In particolare, le competenze più critiche da sviluppare internamente e/o acquisire sul mercato sono: Intelligenza Artificiale e Machine Learning, Cybersecurity e Data Protection, Big Data Analytics.
Gli Operatori Tlc nel 2023 hanno coinvolto in attività di upskilling e reskilling quasi il 98% del totale dei dipendenti, in crescita rispetto al 97% del 2022. Mediamente nel corso del 2023, ciascuna persona coinvolta ha seguito circa 5 giornate di formazione. Tra gli altri attori della filiera Tlc, si stima un numero medio di 4 giornate di formazione per persona.
Una strada parallela alla formazione interna è il recruiting esterno. In questo caso, si riscontrano difficoltà legate a una carenza in Italia di persone con competenze in alcune discipline: per la formazione terziaria nelle materie STEM (Università + ITS) si prevede infatti un mismatch annuale tra domanda riferita a tutti i settori produttivi e offerta di circa 13.000 persone nel periodo tra il 2024 e il 2028 (carenza ancora più marcata se si guarda al gender gap in quanto nel 2023 solo il 39% dei laureati STEM è donna).
Questa problematica è sentita anche dalla filiera: infatti, dal 56% delle imprese associate viene evidenziata una mancanza sul mercato delle professionalità richieste e solo il 21% delle imprese associate ritiene il sistema scolastico qualitativamente e quantitativamente adeguato.
In questo scenario, in coerenza con il processo di evoluzione in atto verso l’ecosistema Tlc, il cambiamento dei modelli di organizzazione del lavoro acquista maggior centralità. Ormai la totalità delle aziende implementa soluzioni di smart working a conferma della maturità sul tema. Tra le iniziative introdotte dalle imprese in ambito del lavoro si segnalano, oltre allo smart working, la possibilità di avere un’organizzazione flessibile dell’orario di lavoro per i propri dipendenti e modelli di organizzazione del lavoro per obiettivi.
Rispetto a questo quadro Asstel e le Organizzazioni Sindacali hanno individuato nella definizione del Fondo di Solidarietà per la filiera Tlc uno strumento strategico per sostenere il riequilibrio strutturale del comparto e in grado di accompagnare le azioni di formazione, riqualificazione e riorganizzazione rese necessarie dai processi innovazione tecnologica e di trasformazione. Il Fondo è attivo dal 1° gennaio 2024 e, per garantirne per il primo triennio di attività il pieno perseguimento dei propri obiettivi è necessario un sostegno pubblico economico aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori.
Sempre nell’ottica di accompagnare l’evoluzione del lavoro nell’ecosistema Tlc è necessario prevedere e sostenere strumenti di gestione delle transizioni lavorative e generazionali.
Guardando poi al ruolo del CCNL Tlc è necessario avviarne un’evoluzione – coerente con la trasformazione in atto – sia del perimetro che del modello, che si concentri su: competenze, produttività e nuovi modelli di organizzazione del lavoro.
In questo contesto una particolare attenzione riguarda le attività di CRM-BPO, per le quali va definita un’area distintiva all’interno del CCNL Tlc che ne colga le specificità, unitamente al riconoscimento del CCNL Tlc quale contratto di riferimento per tali attività e all’implementazione di un modello di certificazione.
Comunicato Stampa
Questo rapporto è stato presentato in occasione dell’evento di oggi 6 novembre 2024, presso l’Aula Magna Mario Arcelli dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, il Forum sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia edizione 2024 “Connessi per l’Italia Persone, infrastrutture e servizi per il futuro del Paese” organizzato da Assotelecomunicazioni – Asstel e dalle Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.
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