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Iliad Italia al Senato contro le Operator Attack: presentati 2 studi, chiesta nuova legge

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Nella giornata di oggi, 31 Ottobre 2024, Iliad Italia ha presentato al Senato due nuovi studi che riguardano le cosiddette “offerte riservate” nel mercato della telefonia mobile, anche dette Operator Attack, per evidenziare l’impatto che queste hanno sulle dinamiche competitive e sui comportamenti dei consumatori, sollecitando anche un nuovo intervento legislativo per vietarle del tutto.

L’operatore italiano del Gruppo Iliad aveva già presentato nel Novembre 2022 uno studio, realizzato dal Gruppo di Ricerche Industriali e Finanziarie della LUISS, che fra le altre cose analizzava proprio il fenomeno delle cosiddette “offerte riservate”, ossia le offerte “underground” commercializzate al di fuori del portafoglio standard degli operatori, che possono essere ad esempio principalmente di tipo “Operator Attack”, ossia per chi richiede la portabilità del numero provenendo da determinati altri operatori, o anche “winback”, cioè tariffe dedicate proposte agli ex clienti.

Invece, questa mattina, alle ore 09:00, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, si è tenuto l’evento “Offerte riservate: regolamentazione e implicazioni sulle dinamiche competitive settoriali” (ecco il documento completo)su iniziativa della della Senatrice Simona Petrucci, membro della VIII Commissione Ambiente, che ha aperto la conferenza specificando che prima di prendere delle decisioni sul tema è necessario conoscere i dati.

A seguire, è intervenuto Benedetto Levi, Amministratore Delegato di Iliad Italia, che nell’introdurre le due ricerche sulle offerte riservate ha citato una persona che alcune settimane fa si chiedeva come un competitor potesse proporre un’offerta con 200 Giga di traffico dati mensile a 3,99 euro al mese, affermando che le risposte sarebbero arrivate dai due studi.

Inoltre, Levi ha sottolineato che quella delle offerte Operator Attack nella telefonia mobile è una pratica che esiste solo in Italia, e che sta “creando tanti danni”.

Durante l’evento al Senato è stato dunque presentato il nuovo studio denominato “Dinamiche competitive del settore della telefonia mobile. Le offerte riservate” (ecco il documento completo), promosso da Iliad Italia.

Lo studio, realizzato dai professori Cesare Pozzi, Professore Ordinario di Economia Applicata presso l’Università degli Studi di Foggia e Vicedirettore del Gruppo Ricerche Industriali e Finanziarie (GRIF) “Fabio Gobbo” della Luiss “Guido Carli”, Domenico Lombardi, Professore di Pratica delle Politiche Pubbliche e Direttore del Luiss Policy Observatory presso la School of Government, e Davide Quaglione, Professore Ordinario di Economia Industriale e Direttore del Dipartimento di Studi Socio-Economici, Gestionali e Statistici presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, analizza il fenomeno delle offerte riservate e le sue conseguenze distorsive sul mercato delle telecomunicazioni italiano.

L’intento, a detta di Iliad, è quello di fornire un contributo scientifico basato su evidenze concrete per il dibattito sulle politiche del settore, evidenziando la necessità di una regolamentazione più rigorosa delle offerte riservate e di un ripensamento delle dinamiche competitive del mercato.

A seguire, Alessandra Dragotto, Head of Market Research di SWG, ha presentato i risultati della ricerca di mercato condotta da SWG, azienda attiva nel settore delle indagini demoscopiche, denominata “Le Offerte Riservate nel Mercato della Telefonia Mobile. Impatti sui Comportamenti dei Consumatori e Prospettive future” (ecco il documento completo) che ha analizzato la percezione degli italiani riguardo le logiche del mercato delle telecomunicazioni mobili, con particolare enfasi sulle offerte riservate e sulla possibilità di limitare la diffusione di tale pratica.

Cosa emerge dal nuovo studio sulle offerte riservate commissionato da Iliad

Per quanto riguarda il primo studio a cura dei professori Cesare Pozzi, Davide Quaglione e Domenico Lombardi, Iliad ricorda innanzitutto che per “offerte riservate” si intendono le promozioni commercializzate e proposte dagli operatori storici, sia tramite i loro marchi principali (Main Brand) sia con i marchi secondari (Second Brand), accessibili esclusivamente dai clienti di specifici operatori concorrenti e che non vengono pubblicizzate attraverso i canali di comunicazione di massa, ma principalmente tramite SMS, teleselling e pagine secondarie dei siti web degli operatori.

Lo studio documenta come le “offerte riservate” siano una pratica presente solo ed esclusivamente in Italia e tipica del mercato telefonico, che a detta di Iliad penalizza tutto il settore delle telecomunicazioni e i consumatori finali.

Queste offerte, disponibili solo per clienti provenienti da determinati operatori, secondo quanto emerge dallo studio vengono proposte a prezzi particolarmente bassi, con l’obiettivo di sottrarre clienti ad alcuni operatori concorrenti.

Iliad sottolinea come quello delle offerte Operator Attack sia uno strumento utilizzato dagli operatori storici ormai da anni, che risulta però essere costoso e poco sostenibile nel lungo periodo: lo studio documenta infatti che le offerte riservate contribuiscono a un’erosione del valore complessivo del mercato, con effetti negativi per tutti gli operatori, inclusi quelli che promuovono queste pratiche, poiché la continua riduzione dei prezzi deprime i ricavi e l’ARPU (Average Revenue Per User).

Secondo quanto illustrato dai professori che hanno curato lo studio, i dati mostrano come anche nel 2024 le offerte riservate siano sempre più numerose e aggressive, con una diffusione ormai strutturale tra gli operatori storici (sia con i Main Brand sia con i Second Brand), a detta di Iliad contribuendo significativamente al calo del 36,3% dei ricavi del settore registrato tra il 2013 e il 2023.

Infatti, l’operatore sottolinea che nonostante un lieve aumento dell’ARPU nel 2023, gli investimenti nel settore (come quelli per il 5G) continuano a ridursi anche a causa della pressione esercitata tramite queste pratiche. Di conseguenza, secondo Iliad, la crescita e l’innovazione dell’intero settore vengono frenate, compromettendo lo sviluppo tecnologico e la qualità del servizio.

Dal punto di vista industriale, lo studio dimostra che le offerte riservate tendono ad innescare delle spirali di offerte a ribasso e meccanismi di triangolazione tra gli operatori, ossia una pratica usata per accedere alle offerte riservate di un dato operatore (Iliad afferma che questo si verifica in due casi: il cliente chiede di poter sottoscrivere un’offerta al proprio operatore, che consiglia di passare temporaneamente a un altro operatore e poi tornare per ottenere l’offerta a un prezzo migliore; il cliente vuole passare dal proprio operatore a un altro, ma gli viene suggerito di passare prima a un terzo operatore per poi accedere all’offerta del secondo, in modo da poterla sottoscrivere a condizioni più vantaggiose), rendendo il fenomeno sempre più radicato.

Secondo Iliad Italia, questo non solo limita la capacità degli operatori di investire in nuove tecnologie e migliorare i servizi, ma ostacola anche lo sviluppo dei nuovi entranti e riduce una sana concorrenza diretta tra gli operatori storici.

Benedetto Levi, Amministratore Delegato di Iliad Italia, ha dichiarato:

Il settore delle telco in Italia ha bisogno, oggi più che mai, di tre cose: investimenti, innovazione, trasparenza.

Le ricerche presentate oggi dimostrano inequivocabilmente che le offerte riservate deprimono gli investimenti, scoraggiano l’innovazione, sono tutto tranne che trasparenti.

Ormai è chiaro che non c’è nessuna valida ragione per non vietarle definitivamente, e questo è il mio auspicio.

Cesare Pozzi, Professore Ordinario di Economia Applicata presso l’Università degli Studi di Foggia e Vicedirettore del Gruppo Ricerche Industriali e Finanziarie (GRIF) “Fabio Gobbo” della Luiss “Guido Carli”, ha commentato:

In un contesto di liberalizzazione le istituzioni pubbliche hanno la responsabilità di seguire nel tempo l’evoluzione dei relativi processi di mercato, anche intervenendo sul piano normativo.

Lo studio dimostra che il fenomeno delle offerte riservate nel mercato italiano delle telecomunicazioni mobili ha un impatto rilevante e negativo, con il rischio concreto di comprometterne la sostenibilità a lungo termine.

Senza interventi normativi, il mercato potrebbe subire gravi conseguenze, il cui sviluppo è indispensabile per abilitare servizi digitali avanzati a favore di cittadini e imprese, fulcro della trasformazione digitale su cui l’Italia sta puntando.

Nel documento viene precisato che lo studio della LUISS è stato commissionato da Iliad Italia, che ha fornito il database contenente le informazioni relative alle offerte promosse dagli operatori concorrenti. Tali informazioni derivano sia dall’analisi di fonti pubblicamente accessibili, sia da ricerche condotte da primaria società d’investigazione che ha certificato l’accuratezza e affidabilità del database. Le elaborazioni dei dati, nonché l’interpretazione dei risultati ottenuti, sono da ritenersi esclusivamente riconducibili al gruppo di ricerca, essendo il risultato di valutazioni indipendenti ed autonome.

La percezione dei consumatori sulle offerte riservate secondo l’indagine di SWG

Secondo quanto afferma Iliad Italia, la pratica delle offerte riservate contribuirebbe a ridurre la trasparenza verso i consumatori, che vengono spesso indotti a sottoscrivere un’offerta tramite comunicazioni mirate e non pubblicizzate sui canali di comunicazione tradizionali.

A detta dell’operatore, questo genererebbe confusione e renderebbe difficoltosa la comparabilità delle offerte, spingendo i consumatori a ricorrere a triangolazioni per sfruttare le migliori tariffe.

Come detto, in occasione dell’evento al Senato è stata presentata anche l’indagine “Le Offerte Riservate nel Mercato della Telefonia Mobile. Impatti sui Comportamenti dei Consumatori e Prospettive future” condotta dall’istituto di ricerca SWG che, dal 25 Settembre al 10 Ottobre 2024, ha analizzato la percezione degli italiani riguardo le logiche del mercato delle telecomunicazioni mobili, con un focus sulle offerte riservate.

Secondo quanto rilevato dall’indagine di SWG, svolta tramite interviste telefoniche (CATI) e online (CAWI), coinvolgendo 2311 consumatori di età pari o superiore a 15 anni con SIM attiva, la diffusione delle “offerte riservate” viene percepita come un fattore che incrementa la confusione, specialmente per i consumatori meno esperti, penalizzando i clienti storici a favore dei nuovi utenti.

Per questo, secondo i dati dello studio, tre italiani su quattro auspicano un intervento dello Stato per regolamentare questa pratica.

Alessandra Dragotto, Head of Market Research di SWG, ha affermato:

Dalla ricerca emerge chiaramente che le offerte riservate riducono la trasparenza di un settore già complesso e che sconta una importante crisi di fiducia, ostacolando altresì una concorrenza sana e informata.

Le offerte riservate sono considerate, infatti, dalla maggioranza di intervistati ingiuste o ingannevoli perché creano importanti sbilanciamenti nel mercato determinando disparità di trattamento e avvantaggiando solo alcune categorie di utenti.

In un mercato già molto competitivo e in cui il moltiplicarsi di offerte apparentemente vantaggiose rischia di creare molta confusione, oltre il 70% dei consumatori preferisce pagare un prezzo più alto per avere la certezza di non subire le rimodulazioni delle tariffe e 3 su 4 auspicano l’intervento dello Stato per regolamentare il mercato in maniera più rigida e garantire standard sostenibili per tutti gli operatori.

Iliad Italia chiede un nuovo intervento normativo sulle offerte riservate

Nonostante l’entrata in vigore di una specifica disposizione nella Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022, lo studio dei professori Pozzi, Quaglione e Lombardi ha rilevato come la normativa attuale sia priva di elementi sufficienti per arginare la pratica delle offerte riservate, che come già raccontato da MondoMobileWeb continua ad essere presente.

I professori hanno infatti sottolineato come la normativa introdotta nel 2024 non abbia censurato del tutto la pratica delle offerte riservate, ma ha soltanto vietato l’utilizzo del dataset dei numeri portati (database MNP), divieto peraltro già esistente nel Codice delle Comunicazioni.

Dunque, lo studio sulle offerte riservate nel mercato della telefonia mobile conclude come sia necessario un ulteriore intervento normativo.

Iliad Italia, a questo proposito, auspica che un intervento deciso, ossia il divieto totale delle offerte di tipo Operator Attack, a detta dell’operatore con l’intento di riportare il mercato delle telecomunicazioni italiane su una strada di crescita sostenibile e innovativa, con possibili effetti positivi per i consumatori e per lo sviluppo dell’intero settore.

Al termine dell’evento, hanno poi discusso dei risultati dei due studi l’Onorevole Carmen Letizia Giorgianni (membro della V Commissione Bilancio della Camera), il Senatore Lorenzo Basso (Vicepresidente della VIII Commissione Ambiente del Senato), l’Ing. Massimo Brizi (CEO di NeN, Gruppo A2A, portando l’esperienza del settore dell’energia) e Carlo Cambrini (Professore Ordinario di Economia Industriale del Politecnico di Torino).

In particolare, il Senatore Lorenzo Basso ha affermato come sia effettivamente necessario un intervento legislativo contro le offerte riservate.

Dunque, anche grazie alla presentazione dei dati forniti dai due studi, la politica sembrerebbe propensa (almeno a parole) ad intervenire nuovamente sul tema delle offerte riservate.

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