Open Fiber

Open Fiber: dal problema dei civici adiacenti nelle aree grigie alla rete unica con FiberCop

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Negli ultimi giorni, l’operatore wholesale only Open Fiber è stato al centro del dibattito a causa di possibili problematiche finanziarie, derivanti delle criticità emerse per i lavori del Piano Italia a 1 Giga finanziato dal PNRR, che potrebbe subire una revisione dei civici da coprire nelle aree grigie a seguito dei rilievi della Commissione UE.

Nel mese di Aprile 2024, il Governo italiano aveva inserito un emendamento nel DL “PNRR quater”, grazie al quale gli aggiudicatari del bando (Open Fiber e FiberCop) avrebbero potuto raggiungere gli obiettivi di copertura del Piano Italia a 1 Giga sostituendo i civici risultati inesistenti (oltre a quelli “sparsi”, ossia troppo lontani dagli altri) con altri adiacenti.

Infatti, in seguito alle attività di rilevazione sul campo (“walk-in”), si era scoperto che, a causa di errori nel bando Infratel, i civici realmente esistenti erano circa la metà rispetto a quelli messi a gara, e inoltre ci sono altri civici adiacenti non presenti nel database iniziale.

Questo emendamento del Governo sui civici adiacenti era stato fortemente criticato dall’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), che aveva richiesto l’intervento della Commissione UE con una segnalazione inviata il 15 Aprile 2024, definendo le modifiche retroattive ai bandi di gara del Piano “Italia a 1 Giga” come lesive della Normativa sugli Aiuti di Stato e con possibilità di determinare anche “gravi distorsioni della concorrenza sul mercato delle reti e dei servizi FTTH”, snaturando l’intervento pubblico.

Adesso, negli ultimi giorni di Agosto 2024, è emerso che la Commissione UE ha bloccato la revisione dei numeri civici per i cantieri del del Piano “Italia a 1 Giga” finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nelle aree grigie, come era stato richiesto dall’Associazione AIIP.

In particolare, la Commissione non ha accolto la rivisitazione del piano, in particolare per quanto riguarda i civici di prossimità, escludendo così dai finanziamenti pubblici i civici entro i 50 metri da una rete esistente o quelli già cablati.

Open Fiber e FiberCop avrebbero ricevuto la comunicazione con i nuovi dettagli operativi solo nelle settimane scorse, con la conseguenza che adesso sarà necessaria una revisione dei piani di copertura per assicurare che i civici inclusi rientrino nel perimetro finanziabile.

Nello specifico, Il Sole 24 Ore ha reso noto che sarà necessaria una nuova consultazione pubblica da parte di Infratel Italia per definire i civici da coprire per raggiungere il numero previsto dal bando originario. La consultazione sui civici da coprire dovrebbe partire nei prossimi giorni e durerà circa 1 mese.

L’avvio di una nuova consultazione complica i piani di Open Fiber e FiberCop, le due aziende aggiudicatarie dei bandi del Piano Italia a 1 Giga: infatti, questa situazione potrebbe mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi di copertura entro Giugno 2026, condizione necessaria per l’ottenimento dei fondi europei.

I rischi finanziari per Open Fiber con la revisione del piano nelle aree grigie

Per quanto riguarda nello specifico Open Fiber, il quotidiano La Repubblica riferisce che la consultazione potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza dell’operatore wholesale only, in quanto potrebbe congelare un importante finanziamento da 3 miliardi di euro con le banche.

Questo poiché a causa dei tempi previsti dalla consultazione, Open Fiber conoscerà i civici da cablare solo tra circa un mese, e dovrà poi completare i lavori entro Giugno 2026.

Open Fiber, sempre secondo lo stesso quotidiano, ha in corso trattative con le banche per rifinanziare un project financing da 7 miliardi di euro, ma per concluderlo occorre avere l’esito della nuova consultazione pubblica sulle aree grigie.

Se il rifinanziamento non si concluderà entro Ottobre 2024, Open Fiber, sempre secondo il quotidiano, rischierebbe il default.

Nell’edizione di ieri, 3 Settembre 2024, de Il Sole 24 Ore, è stato riportato che Open Fiber ha inviato una lettera a Infratel, chiedendo che la consultazione pubblica sulle aree grigie parta subito e che non consideri i civici adiacenti.

KKR smentisce voci su possibili interessi nel mettere in difficoltà Open Fiber

Anche in seguito alle suddette problematiche emerse per le aree grigie, negli ultimi giorni alcune ricostruzioni di stampa indicavano possibili interessi del fondo KKR (primo azionista di FiberCop, la società che gestisce la rete scorporata da TIM) nel danneggiare Open Fiber, con possibilità di trarre vantaggio dal possibile default di Open Fiber, evitando così di pagare a TIM l’earn-out da 2,5 miliardi di euro, previsto in caso di accordi tra FiberCop e Open Fiber entro 30 mesi dalla nascita della nuova NetCo.

In particolare, la consultazione pubblica sulle aree grigie sarebbe l’occasione per FiberCop di mettere in difficoltà Open Fiber, ad esempio dimostrando interesse per la copertura di alcuni civici di Open Fiber per allungare i tempi e complicare la situazione finanziaria di OF.

Tuttavia, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giornale, nell’edizione di oggi, 4 Settembre 2024, una fonte interna di KKR smentisce queste ricostruzioni, affermando: “Ma figuriamoci. L’operazione è nell’interesse di tutti, KKR non intende rilevare un’Open Fiber ridotta a un contenitore vuoto. Noi, TIM e Open Fiber abbiamo tutti i motivi per volere la rete unica”.

Dunque, KKR smentisce la possibile volontà di bloccare il progetto di rete unica, cioè la possibile fusione fra Open Fiber e FiberCop, per evitare di pagare i 2,5 miliardi di euro a TIM.

Questo perché l’earn-out da 2,5 miliardi di euro da pagare a TIM sarebbe previsto anche tramite un accordo commerciale, e non necessariamente tramite una fusione societaria, per cui KKR conferma l’interesse nel rispettare gli accordi e ottenere le sinergie previste.

Infine, KRR avrebbe riferito al quotidiano di non avere alcun interesse a far saltare l’operazione e a far fallire Open Fiber.

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