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TIM rinuncia alla Clausola ISTAT sull’inflazione: ecco la comunicazione ufficiale

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Oggi, 5 Giugno 2024, l’operatore telefonico TIM ha pubblicato una nuova comunicazione rivolta ai clienti, informandoli della propria decisione di rinunciare ufficialmente all’applicazione della cosiddetta Clausola ISTAT, ovvero del meccanismo di adeguamento all’inflazione che, a partire dal 1° Aprile 2024, avrebbe dovuto comportare un aumento annuale dei prezzi di alcune sue offerte, sia di rete fissa che di rete mobile.

Di seguito, si riporta il testo integrale dell’informativa di TIM, pubblicata sul sito ufficiale dell’operatore, all’interno della sezione dedicata a informare i propri consumatori:

Clausole inflattive

Con riferimento alle clausole di adeguamento annuale dei prezzi previste nei contratti di telefonia fissa e mobile diffuse a partire dal 27.11.2022 fino al 3 gennaio 2024, riportate nel seguito, TIM in conformità alla normativa vigente (Delibera AGCom n. 307/23/CONS), non darà seguito all’applicazione di tali clausole.

Ugualmente TIM in conformità alla normativa sopra richiamata, non darà seguito all’applicazione delle modificazioni unilaterali dei contratti di telefonia fissa e mobile pendenti, rese note con i comunicati pubblicati sul sito TIM del 16.01.2023; 8.02.2023; 21.02.2023; 21.03.2023; 20.07.2023, dirette all’inserimento di analoghe clausole di adeguamento annuale dei prezzi.

Clausole inflattive ante Delibera 307/23/CONS

Art. 6.1 Condizioni Generali di Abbonamento per i contratti di telefonia fissa (vers. 27.11.2022; 30.7.2023)

TIM si riserva la facoltà di prevedere, nell’ambito di specifiche offerte, condizioni economiche che contemplino nel tempo l’aumento dei costi a carico del Cliente, per un ammontare percentuale pari alla variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo (IPCA), non tenendo conto di eventuali valori negativi dello stesso. La variazione dell’IPCA potrà, sempre nell’ambito di specifiche offerte, essere maggiorata di un coefficiente percentuale predeterminato, per tener conto della variazione dei costi sostenuti da TIM. L’incremento percentuale del costo mensile dei Servizi, dato dalla somma dell’IPCA e dell’eventuale applicazione di detto coefficiente di maggiorazione predeterminato, non potrà complessivamente superare il valore del 10%. Il profilo commerciale di ciascuna offerta, prima che il Cliente sia vincolato dal contratto con TIM, descriverà le modalità e la periodicità con cui il suddetto adeguamento sarà effettuato, unitamente alle comunicazioni informative previste

Art. 1.3 Norme di Utilizzo per i contratti di telefonia mobile (vers. 27.11.2022, aggiornamento agosto 2023)

TIM, inoltre, si riserva la facoltà di prevedere, nell’ambito di specifiche offerte, condizioni economiche che contemplino nel tempo l’aumento dei costi a carico del cliente, per un ammontare percentuale pari alla variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo (IPCA), non tenendo conto di eventuali valori negativi dello stesso. La variazione dell’IPCA potrà, sempre nell’ambito di specifiche offerte, essere maggiorata di un coefficiente percentuale predeterminato, per tener conto della variazione dei costi sostenuti da TIM. L’incremento percentuale del costo mensile dei Servizi, dato dalla somma dell’IPCA e dell’eventuale applicazione di detto coefficiente di maggiorazione predeterminato, non potrà complessivamente superare il valore del 10%. Il profilo commerciale di ciascuna offerta, prima che il cliente sia vincolato dal contratto con TIM, descriverà le modalità e la periodicità con cui il suddetto adeguamento sarà effettuato, unitamente alle comunicazioni informative previste.

TIM, si ricorda, ha ufficializzato l’introduzione dell’indicizzazione dei prezzi all’inflazione il 27 Novembre 2022. Inizialmente, le offerte coinvolte da questa nuova misura erano principalmente quelle del portafoglio standard dell’operatore, in ogni caso esclusivamente per le nuove attivazioni, mentre nei mesi successivi l’adeguamento è stato poi esteso ad altre offerte e anche ad alcuni già clienti, tramite delle rimodulazioni.

Adesso, invece, TIM ha ufficialmente deciso di rinunciare all’adeguamento dei prezzi all’inflazione delle sue offerte, in conformità, come specificato all’interno della nuova informativa, alla nuova Delibera 307/23/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Con la Delibera in questione, pubblicata dall’AGCOM lo scorso 3 Gennaio 2024, l’Autorità ha approvato il nuovo Regolamento che disciplina tutta la materia contrattuale tra operatori che forniscono servizi di comunicazioni elettroniche e utenti finali.

La normativa, oltre a recepire le novità previste dal Codice delle Comunicazioni, introduce anche una regolamentazione proprio sull’adeguamento dei prezzi in base all’inflazione.

Secondo uno dei provvedimenti adottati dal nuovo Regolamento dell’AGCOM, in particolare, l’applicazione dell’adeguamento non potrà avvenire, in prima applicazione, prima di 12 mesi dall’adesione contrattuale. Inoltre, l’utilizzo di percentuali aggiuntive rispetto al dato dell’inflazione, come previsto dalla clausola di TIM, determinerà per il cliente la possibilità di recedere gratuitamente.

Per adeguarsi alle decisioni dell’Autorità, già dal 28 Gennaio 2024, come raccontato da MondoMobileWeb, TIM ha iniziato a rimuovere il riferimento alla Clausola ISTAT dal suo sito web ufficiale, eliminando anche dalle pagine delle offerte di rete fissa e mobile coinvolte le frasi che indicavano la soggezione di queste ultime al meccanismo di adeguamento all’inflazione.

Sempre dal 28 Gennaio 2024, l’operatore ha cominciato a rimuovere i riferimenti alla Clausola ISTAT anche dai documenti di trasparenza tariffaria delle offerte di rete fissa, ora assenti anche in quelli relativi alle offerte mobile.

A causa di questa scelta, ad ogni modo, TIM sta continuando a effettuare modifiche unilaterali di aumenti di prezzo nella telefonia mobile e nella telefonia fissa, comunque con la possibilità di recesso come previsto dalla normativa vigente sulle rimodulazioni tariffarie.

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