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Open Fiber, l’AD Gola avverte: “Italia indietro sulla fibra ottica rispetto all’Europa”

Lo scorso 6 novembre 2024 si è tenuto l’ultimo Forum nazionale delle telecomunicazioni in Italia, dal titolo “Connessi per l’Italia – Persone, infrastrutture e servizi per il futuro del Paese”, organizzato da Assotelecomunicazioni-Asstel e l’Università LUISS Guido Carli, al quale ha partecipato anche l’amministratore delegato di Open Fiber, Giuseppe Gola.

Nello specifico, l’AD di Open Fiber ha preso parte all’incontro dal titolo “Infrastrutture e connessioni per la crescita”, nel quale ha inquadrato lo stato attuale del mercato della fibra ottica sul territorio nazionale, a partire da un confronto con la situazione al momento della precedente edizione del Forum:

“Innanzitutto, partirei da una riflessione perché chiaramente tutto quello che abbiamo sentito fino adesso, a cominciare dalla relazione del presidente Sarmi, è un quadro di un settore che, da un punto di vista economico-finanziario, è un settore che è in una progressione di perdite, quindi di peggioramento, di marginalità, di ritorno degli investimenti e in una continua evoluzione.

Però, io diciamo voglio dare una lettura, almeno da un punto di vista di business, più che da un punto di vista economico-finanziario, più ottimista questa mattina. Io ho partecipato l’anno scorso per la prima volta. Ero a bordo dell’azienda da poche settimane a questo incontro e, se torno a un anno fa, in effetti il quadro ha già subito dei cambiamenti importanti che dal punto di vista nostro sono molto significativi.

Diciamo l’anno scorso c’era Pietro Labriola che era qui nel ruolo di amministratore delegato di Tim come operatore integrato… e c’è ancora oggi come amministratore delegato di Tim, ma non più come operatore integrato e questa per me è una notizia assolutamente non banale.

C’è stata la separazione. Quindi, adesso siamo passati da una situazione in cui c’era una situazione asimmetrica, perché c’era un operatore verticalmente integrato e, rispetto al mercato della fibra, tutti gli altri erano operatori retail che diciamo commercializzano la fibra e la connettività attraverso l’acquisto dei servizi da operatori wholesale.

Adesso siamo in una situazione da un certo punto di vista più equilibrata e meno asimmetrica perché abbiamo due operatori wholesale che forniscono servizi di connettività, con delle reti in fibra perlopiù non sovrapposte con un livello di sovrapposizione molto limitata sulle reti in fibra e abbiamo, invece, un mondo di operatori retail che stanno lavorando per continuare nel processo di sostituzione del rame con la fibra e quindi nel processo di modernizzazione e digitalizzazione del paese.

Nel frattempo, c’è stato anche l’annuncio ancora non operativo della fusione fra Fastweb e Vodafone, che sono quindi per noi, per Open Fiber, due operatori fondamentali, due partner commerciali fondamentali per lo sviluppo della fibra”.

Dall’aula magna “Mario Arcelli” della LUISS, Giuseppe Gola ha continuato il proprio intervento riportando i più recenti risultati riscontrati da Open Fiber in Italia, mettendoli a confronto con la media europea:

“Dall’altra parte, invece, c’è un quadro dell’evoluzione dello sviluppo della fibra, nonostante un lavoro che abbiamo fatto noi diciamo di miglioramento delle nostre performance commerciali.

Così, butto lì un dato, ma così di cui sono soddisfatto che però non è che cambi il mercato. Stiamo migliorando da un punto di vista commerciale. Nel mese di ottobre abbiamo fatto il record storico per Open Fiber del numero di attivazioni di clienti in fibra: abbiamo attivato 96.000 clienti in fibra in un mese di cui 21.000 nelle aree bianche in quella infrastruttura, che diciamo a lungo si è pensato fosse un’infrastruttura realizzata con fondi pubblici ma poco utilizzabile.

Invece noi stiamo passando a un utilizzo importante di questa infrastruttura e questo va nella direzione della digitalizzazione del paese, soprattutto anche in quelle aree in cui sembrava improbabile riuscire a portare questa infrastruttura.

Quindi, in questa situazione però, se vado a vedere la situazione del sistema Italia rispetto allo sviluppo dell’infrastruttura e all’utilizzo del servizio, siamo ancora in una situazione estremamente sbilanciata. Lo sviluppo dell’infrastruttura è a un buon punto.

Abbiamo raggiunto diciamo quindi insieme all’altro operatore wholesale una copertura che supera il 60% delle unità immobiliari e questo è una buona notizia perché praticamente è in linea con la media europea. Dal punto di vista dell’utilizzo dell’infrastruttura siamo ancora molto indietro, cioè il take up è molto limitato: siamo intorno al 27%, con una media europea che sta più o meno al doppio, intorno al 54%.

Per non parlare dei campioni in Europa degli altri paesi come Francia e Spagna che superano il 70% e l’80%. Per cui in questo noi dobbiamo fare ancora molto”.

Infine, l’AD di Open Fiber ha concluso il suo intervento riprendendo la sua tesi iniziale in ottica del definitivo superamento dell’infrastruttura in rame, in quanto obiettivo prefissato entro il 2030 dalla comunità europea:

“Io, però, diciamo partendo da quella considerazione iniziale sul fatto che sono cambiate le condizioni di mercato e quindi anche, in qualche modo, gli interessi di business degli operatori Retail… io ho la sensazione che stiamo andando verso un nuovo contesto in cui c’è un interesse più condiviso da parte di tutti gli operatori nello sviluppo quindi nell’adozione della fibra.

Questo perché? Perché nel momento in cui non c’è più una diciamo una situazione di un operatore verticalmente integrato, non c’è più l’interesse al mantenimento dell’utilizzo dell’infrastruttura in rame e quindi, da questo punto di vista, c’è la possibilità di dare una spinta tutti quanti in questa direzione. È chiaro che noi lavoriamo su questo, ma abbiamo anche bisogno che ci sia un interesse del sistema Paese verso questo processo.

La comunità europea diciamo ha definito un target per il superamento dell’infrastruttura in rame e quindi per uno switch off complessivo al 2030. Per me è un sogno, ma in qualche modo siamo molto realisti e sappiamo che arrivare a questo entro il 2030 è molto difficile.

Oserei dire improbabile, anche perché non c’è ancora tutta un’infrastruttura per un superamento complessivo. Però oggi vedo le condizioni per poter partire nella direzione del superamento andando a lavorare su singoli progetti speciali, su singole aree, su singole città.

Noi stiamo lanciando in questa fase proprio un progetto pilota: parliamo di piccoli comuni in cui vogliamo, nel giro di alcuni mesi, arrivare a una sostituzione pressoché totale.

Questo segnale, secondo me, insieme all’interesse di tutti gli operatori retail che possono darci una mano in questo, può portare a dare a far capire a tutti che si può fare.

Se questo si può fare io credo che ci voglia anche in qualche modo la volontà politica di spingere in questa direzione, ma ritengo che ci siano oggi tutte le condizioni per andare in questa direzione.

Quindi, credo che stiamo andando nella direzione giusta dal punto di vista del business. È chiaro che in un settore dove il ritorno degli investimenti è comunque in una situazione estremamente delicata“.

Al medesimo incontro dell’edizione 2024 del Forum nazionale delle telecomunicazioni in Italia, terminato l’intervento di Giuseppe Gola, hanno preso parola in seguito Andrea Missori, Presidente e AD Ericsson Telecomunicazioni; Pietro Labriola, AD e Direttore generale TIM; Walter Renna, AD Fastweb; Benedetto Levi, AD Iliad Italia; Sabrina Casalta, AD ad interim; Gianluca Corti, AD Wind Tre.

A cura di Ruggero Gambino

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