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Telefonia Mobile, le Operator Attack continuano: cosa è cambiato con la legge sulla concorrenza

Nei mesi scorsi, è entrata in vigore la legge annuale sulla concorrenza, che contiene alcune nuove normative che riguardano la telefonia mobile, fra cui quella dedicata alle offerte di tipo Operator Attack, che non ha però messo fine a questo fenomeno, come era inizialmente previsto, ma ha semplicemente imposto di non sfruttare il database MNP, cosa su cui gli operatori si stanno adeguando.

Come già raccontato da MondoMobileWeb, dopo l’iter parlamentare del DDL Concorrenza, approvato al Senato e alla Camera, lo scorso 30 Dicembre 2023 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 (Legge 30 Dicembre 2023, n. 214), con entrata in vigore del provvedimento dal 31 Dicembre 2023, come indicato sul sito stesso.

Si ricorda che le nuove normative per la telefonia mobile, che riguardano le offerte Operator Attack e l’incremento dei limiti elettromagnetici delle reti mobili in Italia, sono state realizzate anche seguendo le indicazioni dell’Antitrustche a Luglio 2023 aveva comunicato al Governo alcune proposte di riforma concorrenziale, fra cui, per quanto riguarda i servizi di comunicazione elettronica, anche il divieto di effettuare offerte Operator Attack riservate solo ad alcuni operatori e l’innalzamento dei limiti alle emissioni elettromagnetiche presenti in Italia.

Per quanto riguarda le Operator Attack, queste sono una tipologia di offerte “underground” commercializzate al di fuori del portafoglio standard degli operatori di telefonia, che solitamente vengono proposte a chi richiede la portabilità del numero provenendo da specifici altri operatori.

Come già raccontato, nel DDL Concorrenza approvato in Parlamento e poi diventato legge è stata inserita la modifica al Codice delle Comunicazioni Elettroniche, con l’introduzione di un comma 1-bis all’Articolo 98-duodecies, con una limitazione relativa alle offerte di tipo Operator Attack nella telefonia mobilenovità accolta con pareri contrastanti da parte di Associazioni dei consumatori e Sindacati.

In particolare, l’Articolo 13 della Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022, è il seguente:

Art. 13. (Disposizioni in materia di obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza)

1. All’articolo 98-duodecies del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

“1-bis. I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non possono utilizzare le informazioni acquisite per il tramite del database per la portabilità dei numeri mobili, nonché quelle comunque acquisite per esigenze di carattere propriamente operativo, per formulare offerte agli utenti finali aventi a oggetto requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi, comprese le condizioni tecnico-economiche, che risultino differenti in ragione del fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza”.

Si ricorda che, rispetto al testo originario approvato in Commissione al Senato, durante la discussione al Senato il 14 Novembre 2023 è stato approvato un emendamento proposto dal Governo riguardante proprio l’Articolo relativo alle offerte Operator Attack di telefonia mobile, con cui è stata aggiunta una frase per vietare un aspetto già sottolineato dall’Antitrust, ossia l’utilizzo dei database delle portabilità del numero mobile (MNP) per poter proporre le offerte Operator Attack.

Infatti, secondo quanto affermava l’Autorità Antitrust, la pratica delle offerte Operator Attack può prestarsi a un utilizzo improprio delle informazioni sulla portabilità raccolte nel database per esigenze di carattere propriamente operativo (in particolare, l’associazione tra il numero di telefono dell’utente e l’operatore telefonico che gli fornisce il servizio), mettendo gli operatori principali nelle condizioni di commercializzare offerte selettivamente definite in funzione del concorrente da cui proviene il cliente. Si tratta di elementi informativi non disponibili agli operatori mobili virtuali”.

L’Autorità ricordava che la pratica dell’utilizzo dei database di MNP per formulare le offerte Operator Attack è riconosciuta come una criticità anche dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), tramite un atto di indirizzo generale, mentre la stessa Commissione europea, nel valutare la fusione tra Wind e 3 Italia, ha giudicato come “potenzialmente idonea a sostenere un equilibrio collusivo”.

Nel dossier del 14 Dicembre 2023 realizzato dal Dipartimento Attività Produttive della Camera dei Deputati, per quanto riguarda l’Articolo 13 del DDL Concorrenza relativo alle offerte Operator Attack, veniva spiegato che lo scopo è quello di “evitare discriminazioni per motivi legati all’identità del fornitore di provenienza nel momento in cui si effettua un passaggio da un erogatore di servizi telefonici e di rete ad un altro”.

Tuttavia, al momento dell’approvazione del provvedimento alla fine del 2023, non era chiaro come sarebbe stata attuata e interpretata la normativa da parte degli operatori telefonici, cioè se la pratica delle offerte Operator Attack sarebbe stata del tutto rimossa o solo limitata.

Come si sono adeguati gli operatori di telefonia mobile

In seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge annuale sulla concorrenza, in questi primi mesi del 2024 di fatto non è cambiato praticamente nulla nel mercato italiano della telefonia mobile.

Infatti, i principali operatori di rete mobile hanno continuato a proporre le offerte di tipo Operator Attack attivabili provenendo solo da alcuni specifici operatori.

Tuttavia, di recente gli operatori stanno cominciando ad adeguarsi alla normativa introdotta dalla legge sulla concorrenza entrata in vigore a fine 2023.

Ad esempio, in questo mese di Aprile 2024, uno dei principali operatori di telefonia mobile in Italia ha introdotto per i suoi rivenditori una novità per adeguarsi alla nuova legge.

In particolare, questo operatore ha rimosso dai suoi sistemi, al momento di effettuare l’attivazione di una nuova SIM mobile con contestuale richiesta di portabilità, il controllo delle offerte disponibili sulla base dell’operatore di provenienza, utilizzando cioè il database MNP.

In precedenza, infatti, inserendo il numero di telefono del nuovo cliente veniva automaticamente riconosciuto l’operatore di provenienza, permettendo così di filtrare le offerte e proporre principalmente quelle riservate al proprio operatore.

Adesso, invece, i rivenditori di questo operatore non hanno più un filtro automatico sulle offerte in base all’operatore di provenienza, per cui se un cliente richiede la portabilità saranno visibili tutte le offerte disponibili, sia standard che Operator Attack.

Con questa modifica, non potendo più utilizzare il database MNP, i rivenditori di questo principale operatore per continuare a proporre le offerte Operator Attack dovranno chiedere al cliente l’operatore di provenienza, mentre successivamente controlleranno tramite il codice seriale ICCID della SIM se l’informazione fornita corrisponde.

Nonostante la proposta dell’Antitrust, le offerte Operator Attack rimangono disponibili

Dunque, la modifica apportata al DDL Concorrenza durante l’iter parlamentare, con l’emendamento del Governo, confermata poi con la conversione in legge, non ha portato al totale divieto delle offerte Operator Attack nella telefonia mobile, come invece era stato richiesto dall’Antitrust, ma semplicemente vieta la proposizione di offerte con l’utilizzo del database MNP, noto anche come database della portabilità, con cui tramite il numero di telefono si riconosce in automatico l’operatore di provenienza, aspetto che tra l’altro era già stato vietato dall’AGCOM.

In questo modo, pur adeguandosi alla normativa, i principali operatori di rete mobile italiani hanno comunque ancora modo di proporre le offerte di tipo Operator Attack.

Di fatto, considerando che le conseguenze sono state molto limitate, la legge che è entrata in vigore ha disatteso la richiesta dell’Antitrust, che invece aveva proposto di vietare del tutto questa pratica commerciale.

Infatti, il testo del comma, da aggiungere all’Articolo 98-duodecies del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, che era stato proposto dall’Antitrust, che era pure presente inizialmente nel DDL Concorrenza al Senato, prima della modifica tramite emendamento, era il seguente:

I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non applicano agli utenti finali requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi, comprese le condizioni tecnico-economiche, che risultino differenti in ragione del fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza.

L’obiettivo della norma suggerita dall’Antitrust era quindi quello di impedire del tutto tali condotte commerciali, rese possibili solo in virtù della conoscenza di informazioni disponibili per alcuni operatori, in modo tale che non determinino il progressivo deterioramento del livello di concorrenza nei servizi di telefonia mobile.

Nella sua proposta al Governo, l’Antitrust ricordava che nel corso degli ultimi anni ha ricevuto segnalazione di alcune offerte “particolarmente aggressive, cosiddette operator attack, praticate dagli operatori incumbent della telefonia mobile ai clienti provenienti dai concorrenti minori”. Come specificava AGCM, si tratta di offerte “mirate” in particolare ai clienti degli operatori virtuali (MVNO) o comunque degli operatori di telefonia mobile entrati di recente sul mercato, quindi non destinate a tutti i clienti degli altri operatori, a cui vengono proposti prezzi più bassi o Giga aggiuntivi.

L’AGCM sosteneva che l’utilizzo delle offerte Operator Attack può avere un effetto estremamente negativo sullo sviluppo della concorrenza nella telefonia mobile, contribuendo a bloccare lo sviluppo degli operatori nuovi entranti e al limite a provocare l’uscita dal mercato di alcuni di essi, facendo venire meno quello stimolo concorrenziale nei confronti degli operatori tradizionali che ha fin qui apportato numerosi benefici ai consumatori finali”.

Invece, con la normativa introdotta con la Legge annuale sulla concorrenza, seppur con la limitazione di non poter usare il database MNP, i principali operatori di rete mobile italiani, e i loro secondi brand, stanno continuando a proporre le offerte di tipo Operator Attack, con condizioni vantaggiose per chi proviene dagli altri operatori di rete più recenti e dagli operatori virtuali.

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