Sono passati esattamente 216 anni da quando, il 13 Aprile 1808, nacque a Firenze Antonio Santi Giuseppe Meucci, l’inventore italiano padre del telettrofono, un’apparecchio di comunicazione vocale considerato da molti il primo prototipo di telefono.
Inizialmente definito da Antonio Meucci stesso “telegrafo parlante“, l’invenzione di quello che poi prese il nome di telettrofono, in particolare, è imputabile alla scoperta, da parte dell’inventore, della trasmissione della voce per via elettrica nel corso di alcuni esperimenti sull’elettroterapia praticati nel 1849 a L’Avana, a Cuba.
In seguito, a New York, Meucci concretizzò quanto intuito durante i suoi esperimenti nell’Isola dell’America Centrale, collegando telefonicamente la camera da letto, la cantina e il proprio laboratorio esterno, per comunicare con la moglie, gravemente malata, da una stanza all’altra della casa. Il primo vero e proprio telefono elettrico funzionante, poi, fu realizzato solo in seguito, tra il 1864 e il 1865.
Per il suo telettrofono, Antonio Meucci riuscì a ottenere un brevetto temporaneo nel Dicembre del 1871, dal nome di “Sound Telegraph“, con rinnovo annuale di circa 10 dollari, che l’inventore italiano eseguì fino al 1873, quando le sue precarie condizioni economiche non gli permisero più rinnovare il proprio brevetto.
Questo, qualche anno dopo, permise di depositare un brevetto su una propria versione del telettrofono ad Alexander Graham Bell, l’inventore statunitense di origini scozzesi a cui, ancora oggi, parte della comunità scientifica e dell’opinione pubblica internazionale attribuisce l’invenzione del primo telefono.
Nel Marzo del 1876, Bell poté così depositare il brevetto numero 174465, per proteggere “il metodo e l’apparato per trasmettere la voce o altri suoni telegraficamente […] per mezzo di ondulazioni elettriche, simili, in forma, a quelle che accompagnano l’emissione della voce e dei suoni nell’aria“.
Nonostante ciò, secondo il Congresso degli Stati Uniti d’America l’invenzione del primo prototipo di telefono è comunque da attribuire alla figura di Antonio Meucci. Dal 2002, infatti, l’organo legislativo USA lo considera ufficialmente il “padre del telefono“.
Nel corso della sua carriera da inventore, Meucci riuscì a depositare anche altri brevetti oltre a quello del telettrofono, riguardanti in particolare bevande frizzanti a base di frutta e vitamine, fogli di carta bianchi e resistenti e un nuovo modo di fabbricare le candele, oltre all’invenzione di oli per pitture e vernici e condimenti per cibi.
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