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TIM conferma la guidance 2024-2026: integrazione ai dati forniti con il Capital Market Day

Oggi, 11 Marzo 2024, TIM ha pubblicato un’integrazione al piano industriale “Free to Run” presentato in occasione del Capital Market Day 2024, confermando la guidance 2024-2026 già illustrata e fornendo nuove informazioni relative al debito stimato per il deleverage dell’operazione NetCo e ai flussi di cassa previsti per il periodo tra il 2025 e il 2026.

Il motivo di questa integrazione è riconducibile al calo in borsa che il Gruppo ha subito lo scorso Giovedì 7 Marzo 2024, proprio in seguito alla presentazione del Capital Market Day.

Come già raccontato da MondoMobileWeb, in particolare, ancor prima della presentazione, il nuovo piano di TIM aveva innescato la reazione negativa da parte del mercato finanziario, che si è aggravata ulteriormente nel pomeriggio. Nella giornata del 7 Marzo 2024, infatti, il titolo in borsa di TIM ha chiuso la giornata con un calo del 24%.

Ad integrazione del comunicato stampa con cui è stato presentato il piano industriale 2024-2026 “Free to Run”, TIM ha quindi fornito ulteriori informazioni (ecco il documento completo) e ha così voluto confermare la guidance già illustrata al mercato.

L’operatore telefonico, inoltre, ha precisato che gli eventuali upside alla guidance potrebbero derivare dagli earn-out connessi all’operazione NetCo, nonché dalla possibile cessione di Sparkle, il cui processo è tutt’ora in corso.

Per quanto riguarda il debito pro-forma al netto del deleverage stimato per l’operazione NetCo, per TIM questo è atteso, alla fine del 2024, per un valore di circa 7,5 miliardi di euro. Al 31 Dicembre 2023, il debito era pari a circa 6,1 miliardi di euro.

Una variazione, ha spiegato TIM, riconducibile principalmente a due aspetti di gestione, ordinaria e straordinaria. Nel primo caso, l’operatore fa riferimento all’EBITDA AL al netto degli investimenti, agli oneri finanziari, all’andamento del Net Working Capital (NWC), alle minorities di TIM Brasil, alla componente tasse ed altri oneri.

Nell’ambito della gestione straordinaria, invece, si tratta di impatti connessi all’operazione NetCo, quali i costi da separazione, gli eventuali impatti da price adjustment e ulteriori partite relative al Net Working Capital.

Quanto ai flussi di cassa 2025-2026, TIM ha precisato che, nel 2025 il Net Cash Flow è atteso intorno allo zero, mentre nel 2026 intorno agli 0,5 miliardi di euro.

Questi livelli di Net Cash Flow, se normalizzati, portano a un valore intorno agli 0,4 miliardi di euro nel 2025 e agli 0,8 miliardi di euro nel 2026.

Come indicato dalla società di telecomunicazioni, i fattori di normalizzazione dei flussi di cassa sono connessi a uscite di cassa straordinarie a livello di Working Capital, principalmente correlate all’effettiva liquidazione del personale oggetto di iniziative di incentivo all’esodo già attivate e alla normalizzazione dei costi del debito.

Quest’ultimo punto, ha sottolineato TIM, è dovuto all’impatto del miglioramento atteso del merito di credito, che secondo l’operatore consentirà di implementare, a tendere, una gestione più efficiente del margine di liquidità, nonché alla diminuzione degli oneri correlati alle partite straordinarie.

Editing Mattia Castro

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