Oggi, 4 Marzo 2024, la Commissione Europea ha annunciato di aver sanzionato Apple per un totale di oltre 1,8 miliardi di euro, per l’abuso della posizione dominante del suo App Store, nel mercato della distribuzione di applicazioni per la musica in streaming agli utenti di iPhone e iPad.
Per la Commissione, in particolare, Apple ha applicato alcune restrizioni agli sviluppatori di app, impedendo loro di informare gli utenti iOS su servizi di abbonamento musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’App Store, il che è illegale ai sensi delle Norme Antitrust dell’Unione Europea.
Le restrizioni in questione, denominate anche disposizioni “anti-steering”, vietano agli sviluppatori di informare gli utenti iOS, all’interno delle proprie app, sui prezzi delle offerte di abbonamento disponibili al di fuori dell’applicazione, nonché sulle differenze di prezzo tra gli abbonamenti venduti attraverso il meccanismo di acquisto in-app di Apple e quelli disponibili altrove.
Secondo queste disposizioni, agli sviluppatori di app per iOS è oltretutto vietato includere, all’interno del loro applicativo, link che portano a siti web, anche se quello dello sviluppatore stesso, su cui è possibile acquistare abbonamenti alternativi.
Stando alla Commissione UE, inoltre, agli sviluppatori è stato anche impedito di contattare, ad esempio tramite email, i nuovi utenti appena acquisiti, per informarli riguardo ad opzioni di prezzo alternative.
L’indagine della Commissione, iniziata in realtà già dal mese di Giugno 2020, ha dunque portato alla decisione odierna di multare il colosso tecnologico di Cupertino, le cui disposizioni “anti-steering”, per l’Organo Esecutivo dell’UE, costituiscono condizioni commerciali sleali, in violazione dell’Articolo 102(a) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Secondo la Commissione Europea, in particolare, queste restrizioni imposte da Apple agli sviluppatori non sono né necessarie né proporzionate per la protezione degli interessi commerciali dell’azienda in relazione all’App Store, influendo negativamente sugli interessi degli utenti iOS, che a fronte di ciò, ha spiegato la Commissione, non possono prendere decisioni informate ed efficaci su dove e come acquistare abbonamenti a servizi di streaming musicale per l’uso sul proprio dispositivo.
Questo comportamento di Apple, che ha fatto sapere la Commissione UE essere durato quasi dieci anni, potrebbe aver portato molti utenti iOS a pagare prezzi più alti per lo stesso servizio disponibile anche al di fuori dell’App Store, a causa delle elevate commissioni imposti dalla multinazionale statunitense agli sviluppatori.
Inoltre, le disposizioni “anti-steering” di Apple hanno portato anche a un danno non monetario, sotto forma di un’esperienza utente degradata. Per la Commissione, infatti, le decisioni di Apple hanno portato gli utenti iOS a doversi impegnare in scomode ricerche prima di trovare le offerte di proprio interesse non presenti nell’App Store o, addirittura, a non essersi mai abbonati ad alcun servizio non riuscendo a trovarne uno in autonomia.
Di seguito, le parole di Margrethe Vestager, Vicepresidente Esecutivo Responsabile della Politica sulla Concorrenza, che ha dichiarato:
Per un decennio Apple ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di applicazioni di streaming musicale attraverso l’App Store.
Lo ha fatto limitando gli sviluppatori a informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple. Questo è illegale secondo le Norme Antitrust dell’UE, per cui oggi abbiamo multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro.
Come riportato dalla Commissione Europea, l’ammontare della sanzione imposta nei confronti di Apple è stata stabilita sulla base delle Linee Guida della Commissione sulle Multe del 2006.
La multa, in particolare, è stata determinata sulla base della durata e della gravità dell’infrazione, tenendo conto del fatturato totale di Apple e della sua capitalizzazione di mercato. La Commissione ha anche preso in considerazione il fatto che Apple ha fornito informazioni errate durante l’indagine.
A questo proposito, la cifra di 1,8 miliardi di euro è in realtà una somma forfettaria aggiuntiva all’importo base della multa, che la Commissione UE ha deciso di aggiungere per garantire che l’ammenda complessiva inflitta ad Apple sia sufficientemente deterrente.
Secondo la Commissione, una multa forfettaria era necessaria in questo caso, perché una parte significativa del danno causato dall’infrazione consiste in un danno non monetario, che non può essere correttamente contabilizzato secondo la metodologia basata sui ricavi come stabilito nelle Linee Guida citate prima.
Inoltre, la multa deve essere sufficiente a dissuadere Apple dal ripetere l’attuale o una simile infrazione, nonché a dissuadere altre aziende di dimensioni e con risorse simili dal commettere la stessa o una simile infrazione.
La Commissione Europea ha quindi concluso che l’ammontare totale della multa di oltre 1,8 miliardi di euro è proporzionato ai ricavi globali di Apple ed è necessario per raggiungere l’effetto deterrente. In aggiunta, ad Apple è stato anche ordinato di rimuovere le disposizioni “anti-steering” e di astenersi dal ripetere l’infrazione o dall’adottare pratiche con un oggetto o un effetto equivalente in futuro.
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